Nell’ambito di E20 Acireale 2025, organizzato dal comune con la collaborazione della Diocesi, si è tenuto un incontro compreso nel “Mese dell’Arte”, dal titolo “Gli affreschi del Vasta“.
Un folto e attento pubblico ha partecipato alla conversazione con il professore Alfonso Sciacca su alcuni affreschi che si trovano nella chiesa Maria Santissima del Suffragio.
Come molte delle chiese di Acireale, quella del Suffragio è ricca degli affreschi di Pietro Paolo Vasta.
L’artista nato ad Acireale nel 1697 e morto nel 1760, esplica la sua arte con una certa continuità anche se poi, per un certo periodo, si trasferisce per studio a Roma e a Torino. Questi momenti, certamente, hanno contribuito ad allargare gli orizzonti dell’artista facendogli oltrepassare i limiti isolani. Acireale si può onorare di avere, nel suo territorio, la maggior parte delle opere da lui prodotte. Come sottolinea il professore Sciacca, l’eredità che il Vasta ha lasciato alla città le ha dato lustro e spessore nel tempo.
Gli affreschi del Vasta nell’intera Volta della chiesa del Suffragio
In modo particolare, il relatore ha parlato della Volta della chiesa, di fattura molto pregiata. Il Vasta cominciò a dipingerla nel 1755. Pare che la chiesa non avesse alcun dipinto quando l’artista cominciò a lavorarci. Il professore Sciacca riferisce che questa Volta è l’unica ad essere stata interamente dipinta da Paolo Vasta.
Anche se gli acesi lo hanno sempre esaltato per le sue qualità pittoriche, Vasta ha avuto pure delle critiche. Qualcuno ritenne, infatti, che la sua capacità artistica non fosse eccellente, dicendo di lui che si barcamenava tra diversi stili non avendone uno proprio. Questa affermazione è molto severa e può anche essere poco veritiera visto che, nell’epoca in cui visse il pittore, non era così facile avvicinarsi alle opere non esistendo foto o cataloghi oppure la possibilità di poterli vedere dal vivo.
L’ex preside Sciacca ha descritto come un artista doveva muoversi nell’esecuzione della propria opera. Sicuramente aveva l’obbligo di seguire i dettami del committente, visto che era colui che pagava il lavoro. Doveva inserirsi nel tempo storico in cui viveva, ma senza dimenticare che un’opera d’arte deve avere la capacità di proiettarsi nel futuro e parlare di sè agli occhi di chi avrebbe guardato anche secoli dopo.
Conoscere la Bibbia per comprendere gli affreschi del Vasta
Ammirando l’affresco della meravigliosa Volta, Sciacca ci dice che, chi guarda, ha davanti una pittura espositiva ma anche narrativa. È un dipinto complesso che si divide in diverse parti. La donna con la spada, Giuditta, che il visitatore trova in basso ed in primo piano, uccise il tiranno Oloferne che voleva sottomettere la Chiesa. Lei rappresenta, così, la Chiesa vincitrice che proclama la sua dimensione morale su tutto.
Accanto a lei c’è una donna che raccoglie le spighe: anche questa figura è simbolica perché le spighe rappresentano il pane di Cristo. Questi sono episodi del Vecchio testamento, ma, man mano che l’occhio sale, altre immagini rappresentano il Nuovo testamento fino ad arrivare a Cristo e al miracolo Eucaristico.
Ammirare un affresco, quindi, non è solamente un semplice guardare ma, per comprenderne appieno il significato, presuppone la conoscenza della Bibbia.
Mariella Di Mauro