Acireale / Incontro alla villa Belvedere: conoscerla per salvaguardare un patrimonio in decadenza

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incontro a villa Belvedere

Nonostante il tasso di umidità elevato, e questo clima che ogni anno si avvicina sempre più a quelli tropicali, si è svolto un incontro al giardino Belvedere  di Acireale, conosciuto dagli acesi semplicemente, come “a villa”.

Organizzata dall’associazione Europa Verde– sezione di Acireale, questa “passeggiata con l’agronomo” è stata un’opportunità dolce-amara per conoscere alcune piante e il loro stato di salute. Ma soprattutto per sensibilizzare ad una presenza più attiva nella difesa di quel patrimonio, un tempo espressione di bellezza e di cultura. Per salvaguardare quel balcone sul mare, definito da Goethe il più bello fra quelli visitati nel suo viaggio in Sicilia.

Il dott. Rosario D’Anna guida l’incontro alla villa Belvedere

Dopo i saluti di Alfio Pennisi, portavoce del gruppo acese di Europa Verde, il dott. Rosario D’Anna, agronomo specializzato in fitopatologia, inizia il percorso ricordando le origini di questo polmone di verde in città.
Nel 1848 due commissari del popolo, come allora erano chiamati gli amministratori, decisero di destinare circa 2 ettari di terreno, a verde pubblico. Nel 1870, la villa Belvedere, poi dedicata a Vittorio Emanuele III,  fu oggetto di miglioramenti e di adeguamenti allo stile del tempo. Il rigore geometrico che dal ‘500 in poi aveva caratterizzato i “giardini all’italiana”, lascia il passo allo stile inglese che, dalla fine del settecento e soprattutto nell’ottocento, interpreta lo spirito del romanticismo.villa Belvedere

I giardini diventano espressione dell’armonia fra l’uomo e la natura. In un gioco apparentemente casuale, vengono accostate piante esotiche a quelle locali. Sorgenti d’acqua che sgorgano da rocce, a nicchie che ospitano statue in stile neoclassico. Vegetazione spontanea a sinuose bordure di fiori, collocate accanto alle colonne che reggono i busti di illustri acesi, come quella del barone Agostino Pennisi di Floristella, oggi circondata solo da rovi ed erba secca.

C’erano una volta le querce…

Nell’800 il viale principale della villa, come fino al alcuni decenni orsono, era reso bello dalla presenza di due file di “Quercus ilex”.
La quercia è simbolo di forza, di solidità, di longevità ma anche di elevazione spirituale, quindi adatta a rappresentare lo spirito romantico del tempo. La quercia è una pianta del nostro territorio, capace di crescere nei terreni vicino al mare, così come fra le sciare dell’Etna.
E’ sempreverde, e regalava agli acesi che andavano alla villa, frescura e colore, in ogni stagione dell’anno.

Purtroppo, negli anni ’80, insetti hanno attaccato alcune querce e ne hanno distrutto i tronchi  portandone alla morte diversi esemplari fra quelli presenti nei viali.  Sono state sostituite con piante della specie delle washingtonia, che però ne ha alterato lo stile e soprattutto il fascino del viale.

Nella villa Belvedere, continua il dott. D’Anna, sono presenti più di 60 specie diverse di piante fra le quali, solo per citare le più conosciute: il cedro del libano, il ficus australis, le magnolie, le conifere, le sterlizie giganti e una pianta che ha suscitato la curiosità dei presenti: “vitex agnes castus”.
Questa pianta di medie dimensioni, dai fiori azzurri, produce delle bacche scure che fatte essiccare e ridotte in polvere, sono alla base di un farmaco naturale, utilizzato nell’antichità, sia per curare le sindromi premestruali, sia per ridurre il desiderio sessuale nei monaci.

Villa Belveddere Aci e Galatea
La fontana di Aci e Galatea

Nell’incontro a villa Belvedere interesse e indignazione

Interesse e indignazione sono questi in sintesi i due sentimenti che hanno espresso tutti i presenti, rimasti compatti e attenti fino all’imbrunire.  Interesse perché le spiegazioni, fornite dal dott. D’Anna, hanno non solo soddisfatto le curiosità delle persone, ma hanno suscitato anche la richiesta di ulteriori approfondimenti. Per questo, in settembre, sarà organizzato un altro incontro.

Indignazione perché, aldilà dell’infelice idea di ricoprire viali e spazi liberi con quel pietrisco pericoloso e di difficile camminamento, anche con le scarpe da ginnastica, ovunque si notano abbandono, incuria, erba secca… incultura, non rispetto per i busti degli uomini che hanno fatto la storia della nostra città.

E che dire di Galatea? Dopo la morte di Aci, così come rappresentata nella riproduzione della scultura dell’Anastasi, alza il braccio verso il cielo, chiedendo con la disperazione dell’amore ferito, che “la situazione cambi”, che Aci, pur con sembianze diverse possa continuare a vivere. Oggi, quel braccio e quel dito sembrano esprimere l’indignazione di Galatea per lo scempio operato dai suoi discendenti. Manca l’acqua, simbolo di ricchezza e di progresso, nei secoli, delle terre di Aci, sia nella vasca dove è collocata la scultura, sia fra le piante che soffrono la sete, in queste assolate giornate di luglio.

L’incontro si è concluso con l’intervento di Mauro Mangano, portavoce a livello regionale di Europa Verde. In attesa che l’Amministrazione proceda con iniziative per la rinascita della villa, questo gruppo di partecipanti, tornerà a riunirsi in settembre.

Rosa Maria Garozzo

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