Ad Acireale, nella sede di piazza Duomo del Credito Siciliano, facente parte del Gruppo Credito Valtellinese, è stata inaugurata la mostra “Porta bono” dedicata ad un argomento scottante: quello dei flussi migratori.
La sala, gremita di pubblico, ha ascoltato le parole di Leo Guerra, uno degli organizzatori dell’esposizione e del famoso fotoreporter Francesco Cito.
Egli, nel 1980, è stato uno dei primi a raggiungere l’Afghanistan occupato dai sovietici e l’ unico giornalista a documentare la caduta del campo profughi di Beddawi. In Italia segue da anni i fatti di mafia e camorra, numerosi i riconoscimenti ricevuti tra cui ben due World Press Photo.
La mostra è stata prodotta dalla fondazione Credito Valtellinese con la collaborazione degli studenti di tre licei acesi, il “Gulli e Pennisi”, “l’Archimede” e il “Regina Elena” e il coordinamento didattico del Quadrivio/Acireale, nell’ambito del festival della cultura creativa 2016, promossa dall’ABI (associazione bancaria italiana).
L’esposizione è singolare e cattura il visitatore non tanto per le opere in mostra, come normalmente succede in una esposizione, ma per il significato di ciò che è esposto. Cumuli di materiali come la sabbia basaltica, il sale marino, la pietra arenaria, sono la rappresentazione di un cumulo di protezione, protezione che questi infelici cercano spesso invano. Ma il cumulo, come rappresenta un rifugio, può anche rappresentare un luogo sicuro, un luogo in cui il rifugiato possa sentirsi protetto, accolto. L’esposizione continua con dei pannelli realizzati con vari materiali dagli alunni dei licei partecipanti.
La mostra, che rimarrà aperta fino al 1° di ottobre, è dunque un momento di riflessione su un fenomeno ormai troppo diffuso nel nostro territorio. Speriamo che questi popoli, che fuggono dall’orrore della guerra e di una vita difficile, possano trovare luoghi di accoglienza dove vivere una vita migliore.
Gabriella Puleo