Acireale / La Fidapa inaugura l’anno sociale: Giovanni Vecchio parla dell’emancipazione della donna

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FIDAPA

A coronare l’inaugurazione del nuovo anno sociale 2014/2015 della FIDAPA giorno 17 novembre, è stata la presenza della Presidente nazionale dell’associazione Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari, dott.ssa Anna Lamarca. Per chi non conoscesse quest’associazione, radicata da anni nel territorio acese, ha come compito quello di sostenere le donne e aiutarle ad inserirsi nel mondo del lavoro, dell’arte, delle professioni e degli affari.

Giuseppe Vecchio
Giuseppe Vecchio

La serata, che portava come titolo: “La Donna Siciliana (e non solo) ieri e oggi: da sottomissione ad emancipazione?, è iniziata con l’inno dell’Unione Europea e l’inno nazionale, seguita poi dalla presentazione delle autorità della FIDAPA e gli ospiti presenti in sala da parte della segretaria della Sezione, prof.ssa Elena Strano. Ecco poi eccezionalmente, approfittando della presenza del Presidente, la cerimonia d’ingresso di tre nuove socie accompagnate dalle rispettive madrine, solitamente introdotte attraverso la “cerimonia delle candele”, dott.ssa Lidia Catalano Scaltrito, dott.ssa Maria Regina Di Stefano Soresi e Maria Guarrera Noto. Successivamente prende parola la Presidente della Sezione di Acireale, dott.Vera Pulvirenti, che ha sottolineato le iniziative prese durante l’anno, ultima una visita a Castelvetrano, definita la “Cappella Sistina di Sicilia”, e un’altra che si terrà venerdì 28 c.m. in Corso Sicilia. Relatore della serata l’ex dirigente del liceo scientifico Archimede, Giuseppe Vecchio, storico e critico letterario, che ha parlato del ruolo della donna nelle guerre a partire dall’anno dell’unità d’Italia, nel 1861, fino ai giorni del secondo dopoguerra; ma interessante è stata la “scoperta” dell’ex preside, due figure femminili siciliane: l’acese Antonia Cosentini, primo medico chirurgo donna in Italia, e la messinese Giuseppa Bolognari o Peppa “a cannunera” grazie alla quale i garibaldini vinsero i Borboni a Catania. Il professor Vecchio ha evidenziato anche un altro aspetto: le donne nei cinema, prima della seconda guerra mondiale, venivano rappresentate come quelle dei telefoni bianchi, la femme fatale, ma dopo ci si avvicinò ad una rappresentazione neorealista della donna.

Luigi Di Pino e Vera Pulvirenti, presidente FIDAPA Acireale
Luigi Di Pino e Vera Pulvirenti, presidente FIDAPA Acireale

Tutti questi excursus storici venivano “interrotti” dal cantastorie locale Luigi Di Pino che ha ridato luce ad alcuni canti popolari nostrani che vedono in modo particolare, ovvero maschilista con una controparte filo-femminista, la figura della donna. Grazie alla compresenza del cantastorie e di Giuseppe Vecchio si è portata alla luce una questione. A tutti quelli che credevano nel “vitti na crozza supra nu cannuni”, sappiate che non è così il testo originale, ma è “vitti na crozza supra nu cantuni” quello composto dai vestiti delle persone che andavano a lavorare nelle miniere di zolfo, il canto invece è il lamento di un teschio, appartenuto ad un ex lavoratore di miniera, che non avrà mai un funerale, e il “trallallero la la”, aggiunto successivamente, non ha nulla di allegro. Dopo queste varie considerazioni viene chiamata a parlare il Presidente Lamarca, dal nonno e dal cuore siciliano, ma “disgraziatamente nata al Nord”, che ha detto di trovare molte qualità in Sicilia, nelle tradizioni, nei valori, nella capacità di fare amicizia e di comunicare. Il suo è e sarà un arduo compito, ma per la Presidente importante è il ruolo della donna nella società, importanti sono le donne per poter guardare al futuro e, come ha sottolineato la Presidente della sezione acese, Vera Pulvirenti, “anche se molto è stato fatto, ancora molto c’è da fare”.

Ileana Bella

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