“Lo ricorderemo senza strombettature. Con semplicità”. Così aveva detto, alla vigilia dell’evento, Alfonso Sciacca, presidente dell’associazione degli ex alunni del Liceo classico “Gulli e Pennisi” che ha organizzato l’incontro dedicato a Rino Nicolosi. E così è stato. Ma ci sono pure stati, nel corso della serata, due annunci a sorpresa: uno da parte del sindaco Roberto Barbagallo, che ha annunciato la proposta di intitolare a Rino l’area sportiva di Tupparello, ed uno dello stesso Alfonso Sciacca, che ha lanciato l’iniziativa di istituire ad Acireale una Scuola di formazione politica che porti il nome di Rino Nicolosi.
Ma andiamo con ordine. Nel salone dell’Angolo di Paradiso stracolmo di gente fin dall’inizio (ed è il caso di rilevare che l’incontro è cominciato in perfetto orario, alle 18), l’attrice Carola Colonna ha dato l’avvio leggendo il racconto “Gli angeli di Ittar” (tratto dall’omonimo libro di Giuseppe Bella), che l’autore ha dedicato proprio a lui, al “presidente” Rino Nicolosi. Sono seguiti i saluti dell’“organizzatore” Alfonso Sciacca e del sindaco Roberto Barbagallo. Il primo ha detto che “ricordare Rino Nicolosi fa bene a tutti noi” e che “Rino ormai fa parte della storia”, mentre il secondo, premettendo che non ha conosciuto personalmente Nicolosi perché troppo giovane, ha raccontato che ogni volta che si reca a Palermo, alla Presidenza della Regione Siciliana, quando dice di essere il sindaco di Acireale, molti funzionari rispondono dicendo “ah, la città del Presidente”, perché a Palazzo dei Normanni sono ancora molti quelli che si ricordano del periodo di presidenza di Rino Nicolosi, che in tanti considerano tuttora l’unico, vero Presidente della Regione Siciliana.
E questo perché, come hanno sottolineato gli altri intervenuti, Nicolosi è stato un Presidente “diverso”. Per primo Salvo Andò (docente universitario, politico coevo di Nicolosi militante nel vecchio Partito Socialista Italiano, ministro della Difesa negli anni 1992-93), che, da amico personale di Rino (anche se inserito in un altro partito politico), ha voluto evidenziare alcuni aspetti e qualità personali di Nicolosi “privato”, con il quale aveva iniziato a far politica ai tempi dell’università, quando erano entrambi rappresentanti studenteschi negli organi istituzionali d’Ateneo.
Quindi Giovanni Burtone (già deputato e assessore regionale, ed eurodeputato, attualmente deputato nazionale del PD), giovane democristiano ai tempi di Nicolosi, nonché suo allievo ed erede politico, ha invece ricordato prevalentemente l’attività politica di Rino, sottolineandone l’instancabilità e la presenzialità, ma anche – pure lui – qualche tratto della personalità, fin da quando, giovanissimo, fu tra i primi a correre a Gibellina, nel 1968, per dare aiuto alle popolazioni colpite dal terremoto del Belice. E poi, da Presidente, Nicolosi aveva dato delle regole precise ai suoi collaboratori, e la prima era: combattere la mafia. Burtone ha parlato anche dei rapporti tra Nicolosi e Gheddafi (la “presunta amicizia”), di quando Nicolosi fece da intermediario tra il Ministero degli Esteri italiano e il leader libico in un momento di crisi internazionale che poteva avere risvolti drammatici (ricordiamo l’episodio del lancio di due missili libici su Lampedusa nel 1986); perché Rino Nicolosi era fatto così: preferiva agire subito, quando era necessario, e poi informare chi di dovere, anziché avvisare, aspettare il consenso prima di intervenire e rischiare quindi di arrivare tardi.
Dopo le ricche e intense testimonianze di Andò e Burtone, ha fatto un breve intervento anche Fausto Raciti, segretario regionale del PD.
Sono due le impressioni che si sono potute trarre da questa serata commemorativa. La prima è quella di un uomo che non è stato solo un grande politico, ma anche un uomo di cultura (gli piaceva molto leggere, ha rilevato Alfonso Sciacca, ma non solo lui), una persona che fin da piccolo aveva fatto volontariato (militando anche negli scout) e che non si tirava indietro davanti a nessuna difficoltà; e pure un uomo di fede, un cattolico convinto che con la forza della fede ha saputo affrontare le difficoltà ed i momenti bui della sua vita; ed è tutto questo che ha fatto di Rino Nicolosi un Presidente – come dicevamo prima – “diverso”. La seconda impressione è che nel periodo di Rino Nicolosi fare politica ad Acireale (ma anche in Sicilia e in Italia) era una cosa molto più seria, più professionale, più impegnata, di quanto non lo sia adesso. Ed è per questo che l’iniziativa lanciata da Alfonso Sciacca, di istituire una scuola di formazione politica intitolata a Rino Nicolosi e che da lui tragga gli orientamenti, potrebbe veramente essere un’occasione di riscatto per la nostra città, per la Sicilia e per la società tutta.
Nino De Maria