La parrocchia dei Santi Cosma e Damiano in Acireale vive un momento di gioia e di consenso a livello nazionale, in seguito all’affermazione nel concorso nazionale della CEI “I Feel Cud 2016”, in cui ha conseguito il secondo premio, consistente in diecimila euro: splendida vittoria.
“I Feel Cud” verte sul propagandare l’8 x mille e il 5 x mille per la Chiesa Cattolica, specie tra coloro che non fanno la dichiarazione dei redditi, ma possono sottoscriverne la donazione o al CAF o inviandola per posta. Il concorso prevede la presentazione di un progetto comprendente l’analisi del contesto sociale, le linee-guida di quanto si pensa di realizzare, l’organizzazione di un evento di promozione dell’8 x mille. La CEI invia alle parrocchie materiale di propaganda e l’invito. Questo è il sito Internet: www. Ifeelcud. it
Don Mario Arezzi, parroco della chiesa dei “Santi Cosma e Damiano” in Acireale, ha voluto far partecipare la sua parrocchia al concorso, invitando soprattutto i giovani, che hanno corrisposto con grande entusiasmo. È da sottolineare che la struttura del moderno complesso parrocchiale e l’acquisto del terreno sono stati finanziati al 75% dalla CEI, con fondi provenienti dall’8 x mille per la Chiesa cattolica italiana, mentre il 25 % è stato affidato alla diocesi e alla comunità parrocchiale. La prima pietra venne posta quando era vescovo della diocesi di Acireale mons. Pio Vittorio Vigo; il 5 gennaio 2014 è la data della dedicazione della chiesa, con il vescovo mons. Antonino Raspanti, come si legge all’esterno dell’edificio su apposita lastra marmorea.
Il gruppo organizzativo denominato “Il buon fattore”, con la responsabilità di presentare il progetto al Concorso, è costituito da otto persone: don Mario Arezzi; Nouhan Kone, migrante, proveniente dalla Costa d’Avorio; Mario Indelicato; Gregorio Leonardi; la coppia Massimo Mattina e Maria Cristina Morabito; la salesiana suor Lucia Mazzaglia dell’Istituto “San Benedetto”, responsabile del gruppo ‘Catechisti’ e del Grest della parrocchia; Venera Pavone.
Dal colloquio con Maria Cristina Morabito Mattina apprendiamo ulteriori notizie.
Quali obiettivi ha perseguito il gruppo “Il buon fattore” per il progetto del concorso?
“Coordinare i lavori della partecipazione al concorso con un progetto di ‘orto-sociale’, gestito all’interno della parrocchia, con lo scopo d’inserire e integrare i migranti, consentendo loro di avere un minimo di autonomia economica e sociale, investendo nella realizzazione della loro vita. Abbiamo previsto, per l’organizzazione dell’evento di promozione dell’8 x mille, una giornata speciale, attuata il 22 maggio, coinvolgendo tutte le varie realtà della parrocchia, ovvero gli scout, l’oratorio, la biblioteca, l’associazione culturale ‘Santi Cosma e Damiano’, il ‘Centro Amico’, i gruppi della catechesi e quanti intendevano interessarsi al concorso. Il programma è stato il seguente: santa Messa; banchetto di raccolta firme per l’8 per mille; visita dei locali parrocchiali, cioè biblioteca, sede scout, orto biologico. Il pranzo e la serata, a cura degli scout, sono stati vissuti in un clima di amicizia, esecuzione di un concerto con la partecipazione di due cantanti locali, oltre allo spettacolo di ballo. Tutto è stato registrato in un video di tre minuti e qualche foto, regolarmente inviati al concorso, secondo le relative norme.”
Quali parrocchie italiane sono state premiate? Quanti i premi?
“Il primo premio di quindicimila euro l’ha vinto la parrocchia romana di Gesù Divino Salvatore; il secondo, di 10.000 euro, la nostra parrocchia; il terzo, di 8.000 euro, una parrocchia di Trieste. I premi, in tutto, sono stati otto, più i premi speciali della giuria.”
Come è stato motivato il giudizio della CEI per il vostro secondo premio?
“Progetto molto interessante per diversi punti di vista, meritevole per originalità, idee sociali, sostenibilità economica”.
In cosa consiste il vostro progetto e come intendete spendere i diecimila euro del premio?
“Avvio e sostegno dell’orto biologico, con la realizzazione di un orto sociale nelle aree verdi della parrocchia, seguendo il metodo della coltivazione biologica, conseguente promozione di un mercatino periodico; due alloggi per i contadini e un capanno per gli attrezzi; acquisto di attrezzature agricole, concimi biologici, sementi; sistema d’irrigazione; varie ed eventuali. L’orto è un veicolo di riscatto e inclusione sociale; la vendita dei prodotti dà luogo ad uno scambio economico-sociale con tutti i parrocchiani. Il progetto è rivolto a quanti vengono accolti negli spazi parrocchiali o perché in disagio sociale, o rifugiati politici, o richiedenti asilo. Ad esempio, Nouhan è un migrante, ospite da parecchio in parrocchia; ha un figlioletto di due anni, avuto da una donna di Catania, che lo tiene con sé, in attesa di metter su famiglia; coltiva con grande impegno l’orto della parrocchia e sta lavorando per allargarlo, sempre negli spazi disponibili della parrocchia.”
La visita dell’orto è stata un’autentica sorpresa: ben coltivato, abbastanza vasto, e in prospettiva lo sarà ancora di più. Il giovane Nouhan è un’autentica risorsa che apporterà a questo magnifico progetto un contributo incisivo; attualmente, dopo la celebrazione della S. Messa, è lui stesso a vendere i prodotti biologici, dinanzi alla chiesa.
Un apprezzamento va a tutto il gruppo “Il buon fattore” che si è brillantemente qualificato con assiduo e intelligente lavoro: continui ad essere coeso e impegnato nel partecipare ad altre edizioni del concorso della CEI con nuovi progetti, nella speranza di poter completare altre opere della giovane parrocchia, semplicemente abbozzate o incomplete. L’imponente struttura del teatro, purtroppo inattiva, ad esempio, se completata e messa in funzione, potrebbe conquistare molti giovani alla vita parrocchiale, specie i residenti, per lo più disoccupati, delle case popolari: attraverso iniziative ben studiate, essi potrebbero uscire dall’isolamento e unirsi ai giovani della parrocchia, con un rinnovato senso di appartenenza alla comunità parrocchiale. Inoltre, il teatro potrebbe servire anche per iniziative ricreative in favore dei migranti, specie dei minori, originari di terre africane o del Medio Oriente, presenti in numero considerevole ad Acireale, accogliente, ma ancora poco aperta nei loro confronti: con fiducia urge integrarli nel mondo giovanile della città.
Speriamo, infine, che l’anno venturo altre parrocchie della diocesi possano partecipare al concorso della CEI con ottimi risultati.
Anna Bella