La dott. Adriana Caffo Vecchio è la presidente del Consiglio Centrale della “Società San Vincenzo dei Paoli” di Acireale, membro della Federazione Nazionale di San Vincenzo dei Paoli, che fa capo alla Confederazione Internazionale di Parigi, fondata nel 1833 da Federico Ozanam.
In un’ intervista ci illustra caratteristiche e finalità della Società.
Quale fu il motivo ispiratore dell’Associazione ?
Federico Ozanam, assieme ad un gruppo di studenti universitari e ad un loro professore, fece sorgere questa associazione, per aiutare i poveri; all’inizio, l’aiuto fu rivolto agli assistiti di una suora di Parigi, appartenente alle “Figlie della Carità”, congregazione fondata da San Vincenzo dei Paoli. Federico scelse come protettore proprio San Vincenzo, per cui la società fu intitolata a lui.
La “San Vincenzo dei Paoli” quando giunse in Italia?
L’ Italia, Torino, venne coinvolta quasi subito, dato che alcuni giovani studenti frequentavano l’Università parigina; presto venne coinvolta tutta l’Italia Settentrionale; in seguito, l’associazione di Federico Ozanam si diffuse dal Nord al Sud.
Quando venne fondata ad Acireale?
Nella nostra Acireale, la Società San Vincenzo dei Paoli, il prossimo 10 marzo, compirà 111 anni. E’ stata fondata da un messinese, accolto ad Acireale durante il terremoto del dicembre 1908. In ringraziamento dell’ospitalità, in accordo con il vescovo, il Ven. Giovanni Battista Arista, fondò nella chiesetta di San Francesco di Paola la prima Conferenza di Acireale, intitolata a Maria SS. Annunziata.
I poveri di oggi sono diminuiti rispetto all’800?
Secondo me, è cambiata la tipologia di povertà: prima i poveri vivevano nei tuguri o nelle strade. Nella seconda metà del Novecento, dopo la seconda guerra mondiale c’è stato un periodo di benessere, essendo stato eliminato il fascismo. Oggi, sotto vari aspetti, la povertà è basata sulla mancanza di lavoro; le aziende, specie in Sicilia, sono diminuite e quelle che rimangono sono in difficoltà, per cui molti giovani vanno a lavorare all’estero. Inoltre quanti vengono licenziati a 50 anni, non sono in grado di sostenere i fabbisogni della famiglia.
La Società di San Vincenzo locale, come aiuta queste famiglie in difficoltà?
Facciamo la raccolta alimentare nei supermercati della città e del territorio, come per esempio a Cannizzaro, a Vampolieri – San Nicolò, poi distribuiamo il tutto a tali famiglie. Paghiamo bollette di acqua, luce, gas, fitti delle case, medicine, le cure specialistiche. Poi abbiamo la disponibilità delle offerte dei “fiori che non marciscono”, nelle chiese dove c’è la San Vincenzo.
La raccolta del vestiario e dei mobili, curata dalla volontaria Rita Puglia, infaticabile e attenta, viene attuata nella nostra sede di Viale Regina Margherita, 15, ogni martedì dalla 16,30 alle 19; anche i negozi ci danno vestiari e biancheria, per cui il banco vestiario soddisfa le esigenze degli utenti, e non solo; infatti, per mezzo di alcuni immigrati che vengono a ritirare il vestiario, una considerevole quantità arriva ai loro parenti in Albania, in Russia, in Tunisia e soprattutto in Marocco. La roba che nella selezione va allo scarto, viene data a delle associazioni o anche a privati che si prendono cura degli animali abbandonati.
A seguito di una convenzione con la Casa Circondariale di Giarre, un gruppo di nostre volontarie due volte al mese porta del vestiario anche ai reclusi di tale struttura, in particolare a quelli che non hanno possibilità di avere colloqui con i familiari perché lontani.
Un altro gruppo di volontari vincenziani è impegnato nel preparare e servire il pranzo settimanale ai senza fissa dimora, il pranzo si tiene ogni martedì,( giorno di chiusura a S. Camillo), presso la parrocchia di S. Paolo, dove, grazie all’ accoglienza del parroco, è disponibile una cucina attrezzata e un locale refettorio, che accoglie settimanalmente circa 60 – 70 e anche più persone bisognose. Inoltre, ogni Natale la S. Vincenzo organizza una cena per i suoi assistiti, alla quale ci onora la gradita partecipazione di mons. Antonino Raspanti.
Quali altre iniziative attua la Società di San Vincenzo?
Per combattere “ lo spreco alimentare” un altro gruppo di vincenziani è impegnato a raccogliere presso alcuni esercizi pubblici ( panetterie, bar, tavole calde, rosticcerie, ecc..) gli alimenti freschi che a chiusura devono buttare. Quanto ci viene dato viene subito distribuito alle famiglie in difficolta. Anche Villa Sofia ha aderito con una convenzione a questa iniziativa, consegnando a fine giornata le pietanze non utilizzate. Invece, abbiamo trovato difficoltà a instaurare un rapporto per questo servizio con i supermercati.
Da circa 15 anni, nella ricorrenza dei Defunti, presso il Cimitero di Acireale si fa una raccolta fondi che fino ad oggi è stata destinata all’adozione a distanza di 10 bambini della Guinea Bissau. Annualmente contribuiamo anche al mantenimento di due seminaristi missionari del terzo mondo.
Contatti periodici vengono tenuti anche con i ragazzi dell’Istituto Minorile di Acireale, con i quali nel periodo natalizio, si organizza una serata di tombola che si chiude con una cena conviviale.
Quest’anno, per la prima volta, nell’ arco delle festività natalizie, è stato approntato un mercatino dell’usato di oggettistica varia; materiale sempre offerto da privati. Si può dire che come esordio è stato un ottimo risultato e magari verrà ripetuto il prossimo anno.
A seguito di un bando indetto dalla nostra Federazione Nazionale, a cui il Consiglio Centrale di Acireale ha partecipato con un suo progetto che è stato selezionato, si è potuto acquistare un mezzo che permetterà di poter svolgere meglio alcuni servizi.
Una convenzione con il Ministero della Giustizia consente all’Associazione di accogliere i” MAP”, (persone che a seguito di reati lievi possono ottenere dal giudice che la loro condanna venga commutata nella “ messa alla prova” prestando servizio sociale in una struttura di volontariato).
Concludendo, desidero precisare che le nostre opere non si limitano all’aiuto materiale: la busta dei viveri, pagamento di utenze, ecc.. ma la particolarità della S. Vincenzo sta “nella visita al povero”, essere vicino al fratello bisognoso soprattutto con l’ascolto. Si lavora nella carità a 360°. I settori di intervento sono: l’assistenza sociale e socio sanitaria, la beneficenza, la formazione e la tutela dei diritti civili. “ Nessuna opera di carità è estranea all’Associazione.” art.5 dello Statuto.
Si potrebbero attuare altri servizi utili ad alleviare e combattere la povertà esistente sul territorio, (su alcuni punti si sta lavorando), ma si dovrebbe avere più partecipazione, soprattutto di giovani volontari disponibili a spendersi per la carità.
Anna Bella