Acireale / La storia della chiesa di Gesù e Maria in una dotta conferenza del prof. Alfonso Sciacca

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Altare del Crocifisso

La chiesa di ‘Gesù e Maria’ in Acireale è un antico tempio ubicato nella parte bassa di via Dafnica, arteria che originariamente era denominata ‘via San Michele’, considerato che gran parte dell’intero tracciato attraversa l’omonimo quartiere anticamente detto ‘dei Gambino’.
L’antica chiesetta, più nota agli acesi come chiesa di ‘San Mauro’, è stata oggetto di una breve conferenza, tenuta dal prof. Alfonso Sciacca, dirigente scolastico emerito del Liceo Ginnasio ‘Gulli & Pennisi’ di Acireale, ed eminente studioso di arte sacra del territorio acese.

Il prof Sciacca e dietro don Marcello

La conferenza era inserita nel programma dell’accoglienza delle reliquie della Santa Patrona Venera, Vergine e Martire, da parte delle comunità parrocchiali di ‘San Michele Arcangelo’ e di ‘San Giuseppe’, entrambe guidate dall’arciprete parroco sac. Marcello Puilvirenti, coadiuvato dal vicario sac. Anthony Raj.
Il prof. Sciacca evidenziava che l’originaria chiesetta, ubicata nel medesimo sito dell’attuale, ha visto la presenza dei Padri Gesuiti, nonostante le poche certezze che rendono difficile conoscerne la storia e le motivazioni.
Proprio i Padri Gesuiti vivevano in uno stabile al civico 4 della vicina piazza Pasini, luogo che in seguito, per decisione del Sindaco dell’epoca divenne l’originaria sede del Liceo ‘Gulli & Pennisi’, quando i Padri, in disaccordo con il primo vescovo della diocesi di Acireale mons. Gerlando Maria Genuardi, lasciarono quella sede, trasferendosi nel vicino vico Scuderi.
A quel tempo, mons. Genuardi era alle prese con la fondazione del Seminario e, visto il disaccordo con i Gesuiti, pensò di affidare la nascente istituzione ecclesiastica diocesana ai Salesiani, che declinarono l’invito. Egli ebbe però l’appoggio dei Padri Filippini e primo rettore del Seminario fu l’acese Alessandro Amato.
I Padri Gesuiti gestirono la chiesa di ‘Gesù e Maria’ per ben 7 anni lasciando un’impronta evidente della loro presenza, come si può chiaramente evincere dalle raffigurazioni di Santi della ‘Compagnia di Gesù’ in alcuni ovali lungo gli architravi laterali.
La chiesa attuale, costruita nel 1640 dai rappresentanti della ‘Confraternita di Gesù e Maria’, che aveva sede nella Basilica dei Santi Apostoli Pietro e Paolo in Acireale, è stata affidata in tempi recenti (anno 2018) dal vescovo mons. Antonino Raspanti alle cure dei ‘Cavalieri del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio’, i quali ne hanno potuto ripristinare il tetto, curando altresì un primo parziale riordino dell’interno, al fine di consentire la riapertura del tempio, nell’ambito delle manifestazioni in onore di Santa Venera.

Altare maggiore

Proprio al culto della Santa Patrona è in gran parte legata la storia di questa chiesetta: nel lontanissimo 1651, infatti, vi furono accolte le reliquie della Santa che, al rientro da Ascoli Piceno, ove la tradizione iconografica colloca il martirio, furono successivamente condotte nella chiesa Matrice, l’odierna ‘Cattedrale’ della città. Tale evento è rievocato ogni anno, il 19 luglio, con una devota processione delle reliquie verso la Cattedrale, che quest’anno non sarà possibile effettuare, a motivo delle restrizioni governative dovute alla pandemia del ‘Coronavirus’.
La chiesetta di ‘Gesù e Maria’ contiene alcune tele di Giuseppe Grasso Naso (1726/1791), uno degli
allievi del pittore acese Pietro Paolo Vasta.
Desiderio comune dei discepoli del Vasta era quello di crearsi una propria personalità, prendendo le distanze dal maestro pur non mancando di fare ai suoi insegnamenti costante riferimento.
Le tele del Grasso Naso sono: ‘La presentazione di Gesù al Tempio’, ‘La presentazione di Maria al Tempio’ e ‘Il Reperimento della Croce di Cristo’. In quest’ultima tela, risalente al 1759, il pittore rappresenta l’imperatrice Elena, madre dell’imperatore Costantino, inginocchiata insieme al figlio, in adorazione della Santa Croce, e ritrovata insieme alle due su cui furono appesi i ladroni ed identificata proprio come quella di Cristo dinanzi ad un cadavere miracolosamente restituito alla vita.
Oltre al culto in onore di San Mauro Abate, discepolo di San Benedetto, nella chiesa di ‘Gesù e Maria’ è storicamente presente l’antichissimo culto in onore di Sant’Espedito, nel 1781 proclamato uno dei numerosi compatroni ‘minori’ della città: secondo l’idea della gente comune, questo Santo era colui che ne realizzava velocemente i desideri. Una tela raffigurante questo Santo è opera di Michele Vecchio, nipote di Pietro Paolo Vasta.

Altare del Crocifisso

L’altare del Crocifisso è presumibilmente riconducibile alla scuola pittorica di Ignazio Castorina Canzirri, mentre l’altare maggiore è sovrastato da una pala d’altare, opera di Giacinto Platania, e dedicata a ‘Gesù e Maria’, donde l’intitolazione della chiesa. Inoltre, è presente in questa chiesa una copia della ‘Madonna della Purità’ dipinta da Antonino Bonaccorsi (l’originale, dipinto da Alessandro Vasta, figlio di Pietro Paolo Vasta , si trova nella chiesa dell’Oratorio dei Padri Filippini in Acireale).
Di fianco all’ingresso principale della chiesa, le cappelle, attualmente vuote, dei Santi Mauro ed Espedito; le due statue si trovano nella vicina
chiesa parrocchiale di ‘San Giuseppe’, in attesa che si possa portare a compimento il restauro della storica chiesetta ed esse possano, un giorno, ritornare nella loro sede originaria.

Nando Costarelli

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