Acireale / Valorizzare “La Via dei mulini”: appassionata relazione del dott. Saro Bella per il Kiwanis club

0
142
Foto Fabio Consoli

La “Divisione Sicilia 2 “Etna Patrimonio dell’Umanità” del  Kiwanis Club di Acireale, in collaborazione con  il Comune di Acicatena, l’Accademia degli Zelanti e dei Dafnici e la Città di Acireale, ha curato la promozione dell’antico territorio “La Via dei Mulini”, affollato incontro svoltosi nella sala “Cosentini” della Biblioteca Zelantea di Acireale.
 Il vice presidente dell’Accademia, arch. Aldo Scaccianoce, nel saluto ai partecipanti, anche a nome del presidente, dott. Giuseppe Contarino, coordinatore dei lavori, assente per motivi personali, ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa.

L’ avv. Salvatore Peluso, presidente del Kiwanis, ha tracciato sinteticamente l’ideale percorso della valorizzazione delle risorse del territorio con finalità turistiche, nella rivisitazione del passato culturale, in particolare attraverso le figure di Lionardo Vigo e Cristoforo Cosentini. Ha ringraziato, poi, le due amministrazioni di Acireale e di Acicatena, oltre il referente di Aci San Filippo, sostenendo il valore propulsivo dell’iniziativa.

 Il dott. Stefano Figuera ha letto un interessante documento dei Beni Culturali di Catania sulle Terme antiche di Acireale, con la citazione della figura di Agostino Pennisi, mettendo in luce il tesoro di monete greche e romane e ha definito preziosa l’iniziativa del Kiwanis.
Proficui alcuni  interventi, tra cui quello del sindaco di Acicatena.

Il dott. Saro Bella è l’eccellente relatore della serata: vibrante  la sua parola sulle radici storiche della” Via dei Mulini”, sorta nel 1640. Opportuna la proiezione  di foto di secolari mulini e di luoghi specifici della Sicilia orientale: nel territorio di Acireale Aquilia, Acicatena, Aci Sant’Antonio, Aci San Filippo; dal 1828  incluso Aci Castello. Discorso molto puntuale, approfondito, con opportune precisazioni.

 I mulini ad acqua per la produzione di farine hanno impianti protoindustriali. Diversi i sistemi di “saje”. La costruzione della “saja mastra”, risalente al Trecento, è dotata di una robusta muraglia (cm. 60 per 80). Il trasporto di grano avviene  con il mulo, capace di portarne 100-150 chilogrammi, o attraverso le “scalazze”, sistema di trazzere; oppure per mare con naviglio che approdava a Capomulini. A Catania i mulini sono controllati dai Benedettini e da famiglie nobili cittadine (i Gioieni, gli Scammacca ecc.). La tecnologia dei mulini è complessa e varia. Ad esempio, il mulino “utti e saitta” è in pietra lavica. “A utti”, ovvero la botte, ha  “a rota”, cioè la ruota idraulica, le mole ecc. Nomi di mulini: Palazzo, Roccatagliata, Grande, Susu. Gli “zappeddi” sono i chiusini. Attorno ai mulini ci sono riserie; lavorazione della lana; lavatoi; maceratoi per il lino e la canapa con apposite fosse piene d’acqua; le fuoruscite di acque formano stagni e acquitrini; gelsi e bachi da seta. A Capomulini, concerie con il torrente Platani; segherie e altre attività.

 Il pubblico ammira nel video panorami suggestivi: torrenti, tra cui Pescheria, con quattro sorgenti:1. Santa Venera con acqua naturale e sali minerali, in seguito, collegata alla “saja mastra”, per incrementare la forza motrice; 2. Reitana; 3. Cuba; 4. Mitallisa. Sorgenti e gallerie di “Acquanova”; timpe; deflussi di acque meteoriche entro la “Flòmaria  rigitana”;  sorgenti “Acquegrandi” a Santa Caterina, a poca distanza dal mare;  “Miuccio” a Santa Maria La Scala, il cui mulino risale al Settecento;  sorgenti “Mitaddisa”; sistemi “Acquanova- Tavolone”; gallerie, serie di fratture tettoniche, ovvero faglie. Dal Trecento, esiste la costruzione di una “saja mastra”, per far azionare i mulini. L’uso delle acque è vario: irrigare i campi, dissetare esseri umani ed animali; lavare; lavorazione dei lupini; estrazione della seta dai bozzoli; macerazione di fibre vegetali; produzione del riso; concia di pelli.

L’oratore osserva che, nella storia delle Aci, è importante la zona delle Terme di Santa Venera con l’antico pozzo, i mosaici del Pegaso, le fornaci, l’”Antiquarium”, l’”Ospicium Acium “, resti archeologici nella Reitana. Bisognerebbe salvaguardare il tutto nel contenuto storico, creare un patrimonio cartografico, rispettandone la sicilianità.

Infine, un dibattito ha arricchito la splendida serata, prolungatasi dopo la conclusione in dialoghi amichevoli. L’augurio è di procedere con coscienza, e anche con urgenza, nella valorizzazione della Via dei Mulini, che darebbe maggiore lustro alla stupenda terra etnea delle Aci.


Anna Bella

Print Friendly, PDF & Email