Nella terza domenica del tempo liturgico di Quaresima si celebra annualmente la ‘Giornata diocesana pro-beatificazione di mons. Giovanni Battista Arista’, secondo vescovo della nostra diocesi nonché antico sodale della Congregazione dell’Oratorio di San Filippo Neri di Acireale ed artefice della rinascita della stessa nel 1895, successivamente alle leggi con cui lo Stato italiano, nel 1866, decretava lo scioglimento delle comunità religiose e la confisca dei beni di loro pertinenza.
Nell’ambito del programma delle celebrazioni erano inseriti un momento ‘culturale’, con una conferenza tenuta durante il triduo di preparazione, alla presenza del nostro vescovo mons. Antonino Raspanti, da don Mario Torcivia dello Studio Teologico ‘San Paolo’ di Catania sul tema ‘L’accompagnamento spirituale nell’epistolario di mons. Arista’ e la solenne concelebrazione eucaristica presieduta alla presenza dei Padri oratoriani da mons. Edoardo Aldo Cerrato, vescovo di Ivrea e Procuratore Generale Emerito della Confederazione che riunisce le varie Congregazioni dell’Oratorio sparse nel mondo.
Ma cosa intendeva mons. Arista per ‘accompagnamento spirituale’? Dall’epistolario traspare come la piena consapevolezza del delicato compito di ‘padre’ lo ponesse sempre vicino ai propri figli spirituali, tanto che il suo cuore paterno palpitava d’amore per costoro.
Egli era anche onesto e cauto nel presentare il sacerdozio ministeriale come vita di sacrificio, che non presume alcuna ricompensa terrena. Non mancano anche le esortazioni alle pratiche di pietà, per cui egli raccomanda, in primis anche a se stesso, la perseverante fedeltà all’Eucaristia, affinchè i cuori di tutti siano trasformati in ‘tabernacoli’ che degnamente accolgano Gesù.
L’episcopato di mons. Arista si svolse a cavallo dei difficili anni del primo conflitto mondiale e del successivo immediato dopoguerra, alle prese con delicate questioni a carattere socio-politico; a diversi presbiteri chiamati al servizio militare egli, pur lontano fisicamente, non mancava di far sentire la propria voce di padre sempre premuroso, esortandoli alla tranquillità nel discernimento spirituale verso la santità, malgrado le diuturne tribolazioni.
Infine mons. Raspanti evidenziava come l’accompagnamento presuma una esperienza allo stesso tempo psicologica e spirituale. Come evidenziato da mons. Cerrato nell’omelia della concelebrazione conclusiva, mons. Arista volle essere il vescovo ‘di tutti’ e farsi concreta espressione dell’amore di Cristo per gli uomini.
Il programma pastorale di mons. Arista, ancora perfettamente attuale, pur in presenza di profondamente diverse condizioni socio-culturali, non volle essere un insieme di progetti e di attività da svolgere, ma una vera e propria missione: suo campo d’azione privilegiato, sulle orme di san Filippo Neri, erano i giovani cui egli, come si evince dalle testimonianze del processo canonico di beatificazione, insegnava ad amare ad ogni costo l’Eucaristia, sacramento di amore senza misura.
Nando Costarelli