Acireale / Le Giornate Fai di Primavera 2018 tra agrumi e affreschi riscoperti, con la guida dei giovani “apprendisti ciceroni”

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Esposizione di agrumi al Centro Crea

Puntuali come ogni anno, con la fine dell’inverno ed il cambio di stagione, arrivano anche le Giornate Fai di Primavera. È la manifestazione (giunta alla 26^ edizione) organizzata dal Fondo per l’Ambiente Italiano per far conoscere e mettere in risalto alcuni monumenti e siti naturali che abitualmente non sono aperti al pubblico e visitabili. Il Fai si avvale ogni anno della collaborazione di enti pubblici e privati che mettono a disposizione i loro beni ed opera, soprattutto, con il supporto dei propri volontari e degli allievi di tantissime scuole italiane, che fanno da guide in veste di “apprendisti ciceroni”.

L’ingresso del Centro CREA

Anche Acireale, come avviene ormai da alcuni anni, ha messo in mostra alcuni dei suoi gioielli. La scelta è caduta quest’anno sul Centro CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria), che riunisce nella sede di corso Savoia i due centri di ricerca di olivicoltura, frutticoltura e agrumicoltura (OFA) e quello (nuovo) di ricerca di cerealicoltura e colture industriali (CI); e sulla chiesa del Santissimo Salvatore, anch’essa nella parte alta di corso Savoia.

Esposizione di agrumi al Centro Crea

Il Centro Crea è uno dei pochi esistenti in Italia, e nei suoi laboratori, oltre che nei terreni di coltura che possiede non solo ad Acireale ma anche in altre località della Sicilia, porta avanti una serie di studi e sperimentazioni nel campo della genetica e della coltivazione di colture tipiche dell’ambiente mediterraneo. Il Centro di Acireale possiede inoltre una ricchissima biblioteca di carattere scientifico, con opere antiche e di pregio, tra cui alcune pubblicazioni dell’Ottocento, in lingua francese, di Charles Darwin (lo scienziato autore, tra l’altro, della teoria dell’evoluzione delle specie animali e vegetali). Il Centro era stato già aperto qualche anno fa per le giornate Fai di primavera, ma le avverse condizioni atmosferiche resero difficoltosa, in quella occasione, la possibilità di visitarlo, per cui si è pensato di riproporlo.

L’interno della chiesa del Santissimo Salvatore

Nella chiesa del Santissimo Salvatore invece, è stato possibile ammirare le opere pittoriche ivi presenti (tra cui “La Trasfigurazione” di Alessandro Vasta e “L’apparizione di Fatima” di Francesco Patanè), ma, soprattutto, gli affreschi riportati recentemente alla luce nel presbiterio e raffiguranti “Le nozze di Cana”, “La moltiplicazione dei pani e dei pesci” e “L’ultima Cena” (le tre mense evangeliche) oltre a simboli della Passione di Cristo; si tratta di opere di autore ignoto di cui sono state ritrovate le iniziali (MP) e la data di esecuzione, 1721; la chiesa conserva inoltre un pregevole Crocifisso ligneo policromo del XVIII secolo.

Il soffitto del presbiterio della chiesa del SS.mo Salvatore con gli affreschi riscoperti

Hanno fatto da guida nei due siti in veste di “apprendisti ciceroni” gli alunni del liceo classico “Gulli e Pennisi”, del liceo scientifico “Archimede”, degli istituti comprensivi “Paolo Vasta” e “Vigo Fuccio – La Spina”, del Lyceum Linguistico e dell’istituto “San Luigi” (al Crea), mentre nella chiesa del SS.mo Salvatore c’erano gli allievi dell’istituto “Filippo Brunelleschi” (delle due sezioni di liceo artistico e istituto tecnico per il turismo).

Una particolarità che ha caratterizzato la manifestazione Fai ad Acireale è stata data dal fatto che i giorni di visita sono stati il venerdì 23 ed il sabato 24 marzo, a differenza di tutti gli altri siti del resto d’Italia in cui i luoghi sono stati aperti nei giorni di sabato e domenica. Ciò ha dato maggiori possibilità di accesso alle scolaresche che ogni anno visitano numerose i luoghi Fai, come ha dichiarato la responsabile del gruppo acese architetto Loredana Grasso, impegnata con circa 50 volontari acesi e con più di 100 studenti “apprendisti ciceroni”, e molto soddisfatta per il notevole afflusso di pubblico registrato nelle due giornate.

Nino De Maria

 

 

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