Forse molti acesi che in questi giorni sono passati dal Corso Italia si sono accorti di uno stand che ha occupato L’area Com e forse si saranno chiesti cosa ospitasse. Lo spazio ha accolto una fiera del turismo, “UMT – Un mondo di Turismo”, organizzata dall’imprenditore Corrado Bottino. Cerchiamo di capire di cosa si tratta parlando con lo stesso Bottino. Cos’è “UMT – Un Mondo di Turismo”? «È una fiera in incoming che vede degli operatori turistici esteri e nazionali (quest’anno ventiquattro) che vengono in Sicilia per guadagnare coi contatti che prendono con le nostre aziende che, a loro volta, vengono pubblicizzate dagli operatori per invogliare i loro compaesani a divenire turisti in territorio siciliano. La fiera è una piccola BIT ben organizzata che si svolge da quattro anni: i primi due anni è stata fatta alle Ciminiere di Catania, ma lì mancava il tour operator estero e non potevo permettermi di ospitarlo, così ho deciso di spostare la location, offertami gratuitamente, ad Acireale e ho dovuto associare il tutto ad una fiera. La fiera in questione è “La Settimana della Sposa” tenutasi nello stesso stand qualche settimana fa». Qual è l’obiettivo della fiera? «Portare denaro dall’estero in Sicilia ed aiutare così l’economia regionale. Abbiamo bisogno di gente che crede e favorisce ad esempio l’agricoltura, bruciata dai nostri politici incompetenti che non sanno cosa sia il turismo. Il problema qui è nella mentalità della gente che vuole avere e non vuole dare». Vede una differenza turistica forte tra le varie province e i vari comuni siciliani? «La differenza c’è; prendendo una città come Noto che è turisticamente all’avanguardia e fa sfigurare, a livello turistico, Acireale, in cui manca un servizio di informazione o un’associazione di volontariato, dove le chiese sono chiuse e dove oggi abbiamo perso il turismo termale . Si può recuperare però: Acireale è una bella città». Infine interessanti risultano le considerazioni fatte da Mauro Vignozzi, un general manager fiorentino il quale collabora con Bottino da quattro anni, e che dice: «Secondo me non sappiamo vendere il turismo. Qui in Italia si dà più valore all’alloggio, meno a quelle cose che le altre nazioni non hanno, ma perché non valorizziamo queste cose? In Toscana chi va negli agriturismi, ad esempio, è la gente di città, ma non gli si spiega che vita si fa in campagna, gli si vende solo da dormire. L’alloggio deve essere un accessorio, e se gli italiani non si convincono di questo non ne riusciremo a venir fuori. Noi italiani abbiamo la materia prima, ma vendiamo altro riempiendo gli alberghi, ma a che serve? Mi hanno invitato a delle conferenze e ho esposto la mia idea e loro che hanno fatto? Niente. Stanno lì a combattere con gli altri albergatori. L’economia italiana non si basa sull’industria, l’unica industria che potrebbe salvare l’Italia è il turismo ma non sappiamo come usarlo».
Ileana Bella