Acireale / L’omelia del card. Paolo Romeo per la festa della patrona: “Seguiamo l’esempio di Santa Venera che esercitò le opere di misericordia”

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Il card. Paolo Romeo

Il 26 luglio scorso, su invito del Vescovo, mons. Antonino Raspanti, Sua Eminenza il Signor Cardinale Paolo Romeo, Arcivescovo-Metropolita Emerito di Palermo, ha presieduto la solenne Messa pontificale. Riportiamo la bellissima omelia pronunziata da Sua Eminenza, da cui si evince la profondità della riflessione, la devozione (da acese) alla Santa Patrona e alla città tutta.

Saluto e ringrazio il Vescovo Antonino, padre e pastore di questa santa Chiesa di Dio che è in Acireale, per avermi invitato a presiedere questa solenne Messa pontificale, nella  solennità della nostra amata patrona Santa Venera. A Lui rivolgo un particolare augurio in questo giorno in cui ricorda il 5° anniversario della sua elezione a Vescovo di Acireale. Il Signore Gesù, Pastore grande delle pecore, lo sostenga – per intercessione di Santa Venera – nel ministero apostolico a lui affidato e lo ricolmi di ogni grazia e benedizione.

Il card. Paolo Romeo
Il card. Paolo Romeo

Cari Fratelli Vescovi, Sacerdoti, Diaconi e Seminaristi, Distinte Autorità civili e militari, Popolo santo di Dio.

La costituzione sulla Liturgia del Concilio Ecumenico Vaticano II, recita Le feste dei santi proclamano le meraviglie di Cristo nei suoi servi e propongono ai fedeli opportuni esempi da imitare” (SC, 111). Oggi siamo convocati attorno all’altare del Signore dal luminoso esempio della nostra Santa Patrona, che proclama con la vita, la sua fede in Cristo, crocifisso e risorto .

La Parola di Dio che è stata proclamata ci invita a guardare a Santa Venera come testimone fedele del Signore Gesù, che non ha esitato a pagare con l’inestimabile dono della vita, la fedeltà al vangelo, esplicitata nelle promesse battesimali. Ha fatto sue e le ha vissute in pienezza le parole dell’Orante che abbiamo ascoltato nella prima lettura del libro del Siracide.

Forte di questa fede e ferma nei suoi principi, si è fatta predicatrice del Vangelo e secondo la tradizione ha unito a questo ministero l’assistenza ai malati presso le antiche terme romane che oggi prendono giustamente il nome di Santa Venera,  le cui acque sulfuree  in altri tempi fonte di benessere per tanti infermi e le cui attività socio-sanitarie costituivano un importante contributo per il  volano dell’economia cittadina, oggi sono purtroppo del tutto abbandonate. Scrive saggiamente il nostro Vescovo nel suo messaggio per l’odierna giornata: “La festa di Santa Venera, vergine e martire, nostra amata patrona, quest’anno s’inserisce nell’Anno Giubilare della Misericordia. Secondo la tradizione la nostra Santa ha esercitato le opere di misericordia, spirituali e corporali, offrendo la sua testimonianza a Cristo nel servizio dei fratelli, soprattutto sofferenti.

Confortati dal Suo esempio, anche noi vogliamo seguire il Signore Gesù facendoci prossimi ai tanti fratelli e sorelle, che sul ciglio della strada della storia attendono che un buon samaritano passi loro accanto per versare sulle loro ferite l’olio della consolazione e il vino della speranza”.

Annunciando Cristo, e questi crocifisso, come ci ricordava Paolo nella seconda lettura, Venera ha indicato agli uomini del suo tempo la via santa “che dal fonte battesimale conduce alla Gerusalemme celeste”. Questa via, siamo chiamati a percorrere anche noi quest’oggi, passando attraverso la porta santa della misericordia della nostra Chiesa Cattedrale, per portare nelle periferie esistenziali della nostra Città l’annuncio della tenerezza e della bontà di Dio, facendo nostre, come recita il proemio della Costituzione Conciliare sulla Chiesa nel mondo contemporaneo “le gioie e le speranze, le tristezze e le angoscie degli uomini di oggi”, consapevoli che “non vi è nulla di genuinamente umano che non trovi eco nel cuore dei figli della Chiesa”.

La via della croce è cammino di salvezza,  ci ha ricordato Gesù nel Vangelo. Santa Venera l’ha percorsa con passo sicuro e volontà determinata, facendosi discepola del Suo Signore che l’ha tracciata con totale abbandono nelle mani del Padre e l’ha indicata ai suoi seguaci. Quando camminiamo senza la Croce, quando edifichiamo senza la Croce e quando confessiamo un Cristo senza Croce, non siamo discepoli del Signore: siamo mondani…” ci ricordava Papa Francesco all’indomani della Sua elezione nella prima messa celebrata con noi Cardinali. I nostri padri ci hanno consegnato questo  bellissimo Simulacro di Santa Venera con il crocifisso il libro dei Vangeli in una mano e con la palma tri-coronata (simbolo della verginità, del martirio e dell’apostolato) nell’altra e per indicare i pilastri a cui ispirare tutto il nostro pensare e agire.
Ci chiediamo: noi, oggi, conserviamo la ricchezza di questo patrimonio trasmettendolo, possibilmente integro e sempre più luminoso, alle nuove generazioni? Confitti, e non sconfitti, con Cristo sulla croce, siamo chiamati a incedere per le vie della storia annunciando a tutti la gioia del Vangelo, cioè l’amore infinito del Padre che per riscattarci dal peccato e dalla morte non ha esitato a donarci il Suo Figlio e con il dono della Sua vita ha costituito il deposito di Grazia che ci permette di riacquistare il primigerio disegno della creazione nel quale è iscritto a grandi lettere la dignità umana e la figliolanza divina. Chi accetta di seguirlo con cuore sincero non può non sentirsi interpellato a dare il suo contributo all’opera di evangelizzazione e di promozione umana che hanno guidato le scelte dei nostri padri e di cui oggi ha tanto bisogno la nostra amata Città.
Ricordiamo il monito di don Primo Mazzolari: “Il mondo si muove, se noi ci muoviamo; cambia, se noi cambiamo; si fa nuovo, se qualcuno ha il coraggio di farsi creatura nuova” e il continuo, pressante appello del Beato  don Pino Puglisi “”se ognuno fa qualcosa insieme possiamo fare molto”. Le regole da sole non sono sufficienti, occorre un cuore convertito che batta all’unisono per Dio e per l’uomo, solo così potremo, con l’apporto di tutti, dare un volto nuovo e rinnovato a ciò che ci circonda.

La nostra Chiesa e la nostra Città di Acireale, sanno di essere sicuri dell’intercessione di Santa Venera che con voto plebiscitario il Consiglio comunale del 22 Agosto 1651 eleggeva a Patrona Principale. Si sente confortata dalla preghiera che la nostra Santa, secondo la tradizione innalzò al Signore Gesù prima del suo martirio: “O Sovrano Signore … ascolta me, indegna tua serva e fa che tutti coloro che onoreranno la mia memoria, possano trovare misericordia nel giorno del tuo giudizio … chiunque invocherà il mio nome, tu degnati di liberarlo da ogni malattia e aiutalo in ogni necessità … Nella città o terra dove sorgerà un tempio consacrato al nome della tua serva, non permettere che in essa venga alcunché di male o di danno. Custodisci gli abitanti …”.

Memori dei tanti benefici ricevuti nel tempo per la sua intercessione, anche noi quest’oggi ci uniamo alla gratitudine al Signore per averci dato in Santa Venera un luminoso esempio di vita ed una sicura protezione,  mentre  con fede e commozione gridiamo viva Acireale, viva Santa Venera. Amen.

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