Acireale / Il mercatino dei Morti di largo Giovanni XXIII, gioia e delizia dei sensi fra tradizioni vecchie e nuove

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Il turista ignaro che passeggiando nei giorni scorsi per la città di Acireale si approssimava al Duomo, si trovava davanti ad una visione insolita: a destra la cattedrale, a sinistra il palazzo del Vescovo unito al Duomo da un massiccio arco e al centro della piazzetta una serie di casette di legno scuro, ripiene d’ogni ben di Dio, che ricordavano tanto la casetta di marzapane descritta dai fratelli Grimm nella fiaba “Hansel e Gretel”.

Le casette erano piene di nucatoli ricoperti di cioccolato fondente, al latte, bianco, al pistacchio, all’arancia e con farcitura variegata di marmellata, nutella, crema al pistacchio, agli agrumi, e con guarnizione di granella di pistacchio, di mandorla, di nocciola, o con codine colorate; ’nzuddi di differenti forme ricoperti di un velo di zucchero con o senza la mandorla tostata messa sopra come decorazione; mustazzoli ripieni di vino cotto lunghi, corti, rotondi a ciambella, a esse; “ossi di morto” dal tipico piede color zucchero abbrustolito e dalla copertura bianca e gonfia, nelle forme più variegate, rotondi, allungati, a forma di tibie, teschi, mani, piedi o scheletri interi, grandi, piccoli, piccolissimi; paste di mandorla morbide e ricoperte di zucchero al velo, ma anche di pistacchio, nocciola, noce, o ricoperte di cioccolato fuso e ripiene di canditi; totò neri e bianchi; bersaglieri al cioccolato e biscotti degli angeli (o regina) con la glassa bianca allo zucchero; piparelle grandi e piccole, intere o affettate, morbide o tostate; buccellati piccoli e grandi, ricoperti di zucchero, miele, codine colorate, ciliegie candite e pezzetti di frutta giulebbata; cotognata dorata in varie forme, pesci, fiori, frutti, animaletti vari; mostarda fresca in vaschette di stagnola e ricoperta di granella alla nocciola, al pistacchio, alla mandorla, ed anche nella variante al ficodindia; oppure essiccata ed anch’essa in forme variegate come la cotognata; fichi secchi e passuluni; e poi frutta martorana in abbondanza, in cestini o cassettine o ciotoline di maiolica, con una visione migliore di una bancarella di frutta fresca con mele, pere, pesche, ciliegie, nespole, banane, fichi, mandarini, limoni, castagne, noci, fichidindia.

Leccornie varie e godimento per piccoli e grandi

Alcune casette erano invece piene di giocattoli antichi e moderni, macchinine, bambole, bamboline, trenini, aeroplani, mini robot, giochi di società, videogiochi, trottole, carte da gioco, palle, palline, biglie colorate e chi più ne ha più ne metta. Addentrandosi tra le casette, tutti i cinque sensi venivano coinvolti: a cominciare dalla vista, appagata da tanto variegata e variopinta visione; a seguire con l’olfatto, solleticato dal profumo di zucchero, miele, mandorla, pistacchio e aromi vari che esalava da tante delizie; per continuare con l’udito, attratto dalle vocine estasiate dei bambini e dai commenti entusiastici dei visitatori, per non dire del crocchiare allegro e scoppiettante dei dolcini assaggiati e masticati dai degustatori, o dal rumore emanato dai motorini dei giocattoli meccanici in funzione; se poi si decideva – com’era inevitabile – di procedere ad un assaggio, entravano in campo gli altri due sensi, il tatto ed il gusto: il tatto, immediatamente contaminato dalla friabilità dei dolci impasti, dalla polverosità impalpabile dello zucchero al velo, dall’umidità attaccaticcia delle varie glasse al cioccolato o dallo zucchero semisciolto sulla superficie di cotognate, mostarde e frutta martorana, mentre il gusto veniva conquistato da un effluvio di sapori che solleticava, stimolava, stuzzicava, coinvolgeva fino all’estasi tutte le papille gustative e le sensibili terminazioni nervose di lingua, bocca, gola, palato, esofago. E dopo la prima casetta, si passava alla seconda, alla terza, alla quarta… fino all’ultima. Ma a questo punto veniva il desiderio, che diventava subito voglia irrefrenabile, di ricominciare da capo, poiché dopo il primo giro degli assaggi, c’era il giro degli acquisti, perché a questo punto subentrava il bisogno inarrestabile di farsi delle scorte adeguate di tali delizie, per portarle a casa allo scopo di prolungare il piacere e di farle magari assaggiare – ma con parsimonia – a parenti ed amici. Per fortuna alla fine del percorso non c’era la strega cattiva che voleva mangiare Hansel dopo averlo adeguatamente ingrassato; al massimo c’era un impassibile cassiere che dopo aver presentato il conto degli acquisti e delle consumazioni, ti offriva lo scontrino che però sadicamente ti consegnava solo dopo il pagamento del corrispettivo, in euro o pure in dollari (vista la numerosa presenza di turisti stranieri).

Il mercatino dei Morti all’ombra del vescovado

Questa specie di paradiso terrestre era il Mercatino dei Morti, organizzato dal Comune su suggerimento del vescovo Antonino Raspanti, subito raccolto dal sindaco Roberto Barbagallo e dall’assessore Antonio Coniglio, che hanno fatto così rivivere un’antica tradizione, quella legata ai parenti defunti che nella notte antecedente il 2 novembre portavano giocattoli, dolciumi e regali vari ai bambini; e contemporaneamente ne hanno fatto proseguire un’altra nuova, iniziata proprio in occasione del Natale del 2016 con un mercatino caratteristico in piazza Duomo – tra la Cattedrale, la chiesa di S. Pietro e il Municipio – e proseguita nello scorso mese di luglio con un mercatino dell’artigianato – sempre in piazza Duomo – in coincidenza con il festival dell’Opera dei Pupi; e la tradizione continuerà ancora per le prossime festività natalizie. Ma anche la Fiera dello Jonio si svolge da due anni tra piazza Duomo e il centro storico, e chissà che un giorno non vedremo in piazza Duomo anche la fiera settimanale del sabato, come proposto dall’amministrazione comunale attualmente in carica.

In occasione della festività dei Defunti, il mercatino è stato tenuto sotto l’Arco del Vescovo, perché anche il nostro Pastore – in quanto ispiratore e suggeritore – potesse godere, dall’alto del suo palazzo, della vista, degli aromi, dei rumori del mercatino, e potesse dargli la sua benevola benedizione. È stata anche un’iniziativa per “incentivare – come dichiarato dall’assessore Coniglio – le pasticcerie e i giocattolai acesi” (ricordiamo che le casette sono state date in uso a titolo del tutto gratuito) e per consentire “di animare il centro storico della città anche in un momento dell’anno non paragonabile ai mesi estivi”.

Nino De Maria

 

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