«O buon Dio datemi gran sete di voi, che vi cerchi e vi trovi, e chieda sempre acqua a voi, che siete il vero fonte da dove sgorga l’acqua di vita eterna».
Con queste parole, tratte dagli scritti giovanili del Venerabile Giovanni Battista Arista C.O., secondo vescovo di Acireale, si è sottolineata nella nostra diocesi la III domenica di Quaresima, che si caratterizza per un forte richiamo a Cristo, riconosciuto e creduto come l’unico capace di placare ogni sete.
Tali parole, autentico programma di vita, le troviamo vissute nell’arco di tutta l’esistenza del vescovo oratoriano e, in modo particolare, nella sua abituale unione con Dio, sempre vissuta nella preghiera, da cui egli traeva lumi e forza.
Nel messaggio inviato alla Diocesi acese, lo scorso mese di gennaio, mons. Antonino Raspanti, ha sottolineato come la Giornata Diocesana Pro Beatificazione debba essere un’occasione propizia per «riflettere sul significato di quella santità, che costituisce la misura alta della vita cristiana». In tal modo, si riconosce lo spessore umano e spirituale del venerabile Arista, che «si adoperò quotidianamente per il risveglio della coscienza cristiana».
È indubbiamente il mistero eucaristico il centro vitale della spiritualità di Giovanni Battista Arista, il “vescovo dell’Eucarestia”. Egli, imperniando tutta la vita nella contemplazione del mirabile sacrificio, compie quel passaggio ulteriore che lo inserisce nelle pieghe della storia. Diremmo meglio che, per Arista, l’Eucarestia è «Un fonte misterioso da cui scaturisce continuamente l’acqua della salvezza, capace di offrire a tutti gli uomini quelle acque dagli effetti mirabili che sciolgono l’uomo dalla schiavitù della morte e del peccato».
Non a caso mons. Raspanti, basandosi soprattutto sulle Lettere Pastorali a tema eucaristico, indirizzate da Arista alla Comunità diocesana negli anni 1911-1914, tratteggia la fisionomia del vescovo oratoriano: «Chino dinanzi al tabernacolo e trepidante per ogni uomo della Diocesi, egli guarda l’ostia, tenendo in mano la Sacra Scrittura che ne illumina il mistero della fede; afferma la reale presenza e l’adora; si addentra ancor più intimamente nel mistero, guarda l’ostia e crede convinto». Dalle semplici, ma significative, parole apprendiamo l’essere in Cristo del nostro testimone. Come non ricordare quanto Papa Francesco ha ultimamente comunicato ai catechisti, esortandoli a stare alla presenza del Signore e a lasciarsi guardare da Lui: «Ma come si fa? “Guardi il Tabernacolo e ti lasci guardare … è semplice!” …È un po’ noioso, mi addormento… “Addormentati, addormentati! Lui ti guarderà lo stesso, Lui ti guarderà lo stesso”».
Singolare momento di approfondimento della figura di Arista è stata la conferenza “L’accompagnamento spirituale nell’epistolario di mons. Arista” tenuta, nella chiesa dell’Oratorio dei Padri Filippini, da don Mario Torcivia, ordinario di Teologia spirituale presso lo Studio Teologico S. Paolo di Catania.
Partendo dalla consapevolezza che il Signore ha donato alla comunità ecclesiale uomini e donne esperti nella vita secondo lo Spirito, i quali, con la parola, gli scritti e le opere, hanno aiutato tanti credenti a camminare sulla via tracciata dal Vangelo, don Torcivia, alla luce di un’attenta e laboriosa ricerca nell’epistolario, ancora inedito, del venerabile Arista, ha evidenziato come il secondo vescovo di Acireale è stato un esperto nelle realtà dello Spirito, un vero padre spirituale di tanti uomini e donne, che hanno potuto beneficiare della sua paternità.
Ovviamente, ha precisato il relatore, mons. Arista resta un uomo del suo tempo, profondamente nutrito di quella spiritualità che andava per la maggiore a cavallo tra il XIX e XX secolo ma, aldilà delle peculiarità del tempo, traspare chiaramente la solidità dell’esperienza spirituale vissuta e comunicata da mons. Arista. Tale ricerca ha permesso a don Torcivia di affermare come il venerabile Giovanni Battista Arista sia stato un autentico padre spirituale e, in tal senso, ha auspicato che la comunità oratoriana acese continui a nutrirsi della spiritualità di Arista per essere sempre più, nella chiesa, segno di quell’amore ardente di cui era infiammato il cuore di Pippo Buono, e che si rifletteva in quell’omnia in caritate, che non fu soltanto il motto episcopale del venerabile Arista, ma il principio che ne animò tutta la vita.
Mons. Edoardo Aldo Cerrato C.O., vescovo di Ivrea, che ha animato l’ultima giornata del triduo presiedendo il pontificale della III domenica di Quaresima, se diverse volte, negli anni passati, aveva tratteggiato e condiviso il cammino sulla “Via Oratorii” del venerabile Arista, ora, per la prima volta da vescovo, e fortemente commosso nel condividere con Arista il ministero episcopale, si è inserito nella stessa lunghezza d’onda e, ripercorrendo le Lettere pastorali, ha colto il profumo dell’uomo di Dio che vive propriamente la vita dello Spirito in quanto comunica ciò che egli stesso ha sperimentato. In tal senso ha espresso voti di grazia, chiedendo la benefica intercessione di mons. Arista affinché nelle intenzioni, nelle opere e nel generoso impegno continui a vivere l’episcopato con gli stessi sentimenti del nostro caro Venerabile.
P. Luciano Giuseppe Bella C.O.