L’ultima presentazione del volume “Poesie-preghiere da San Francesco ad oggi” di Maria Pia Risa presenta alcuni elementi di originalità rispetto alle precedenti.
Con questa presentazione effettuata lunedì 26 settembre ad Acireale nella sala conferenze dell’associazione culturale “Costarelli” (in piazza Duomo), l’originale antologia della nostra collega giornalista approda infatti (dopo Biancavilla, Santa Venerina e Vena) nel cuore della Diocesi, dove ha sede la “famiglia” – come l’ha definita il nostro direttore Peppino Vecchio durante la presentazione a Vena – della redazione de “La Voce dell’Jonio”, quella famiglia dove si è formata giornalisticamente Maria Pia e nel cui contesto è nata anche la sua antologia. Questa quarta tappa siciliana si è svolta però, per la prima volta, in un luogo “laico” (quale può essere la sala conferenze di un’associazione culturale che ha la propria sede all’interno di una pasticceria), con la presenza esclusiva di laici, dal momento che non era presente, stavolta, nessun religioso e nemmeno don Santino Spartà (ispiratore dell’opera e curatore dell’introduzione), già rientrato a Roma dopo il periodo estivo e che ha sempre partecipato a tutte le presentazioni (tranne che a Biancavilla).
Anche il relatore Nino De Maria (pure questa una novità) si è adeguato a tale situazione adottando per la sua presentazione un percorso di lettura “laico”, tra i tanti registri di lettura a cui si presta il libro, come da lui stesso evidenziato. Premesso, per capirci meglio, che il libro di Maria Pia Risa raccoglie 209 composizioni poetiche che sono anche preghiere perché comprendono una invocazione, il relatore ha scelto, tra i 58 autori presenti nel testo, quelli che nelle loro poesie rappresentano una situazione o una esigenza di tipo strettamente umano e personale, prima di chiedere l’assistenza divina. E così l’elenco ha compreso Francesco Petrarca (il cantore di Laura), Lorenzo de’ Medici (detto “Il Magnifico”), Michelangelo Buonarroti (il poliedrico artista rinascimentale), Antonio Fogazzaro (accusato di “modernismo” agli inizi del ’900), Gabriele D’Annunzio (il “Vate”), Domenico Giuliotti (patriota della 1^ guerra mondiale) e l’ermetico Giuseppe Ungaretti.
Prima di iniziare la sua relazione, Nino De Maria ha voluto ricordare una persona che “faceva parte della famiglia del ‘Costarelli’”: Salvo Greco, insegnante di elettronica e musicista scomparso prematuramente pochi giorni prima, il quale con il suo sassofono (che gli era valso il soprannome di “Turi Sax”) allietava, soprattutto d’estate, le serate del “Costarelli”.
Ulteriore novità della serata è stata la presenza dell’attore acese Santo Pennisi, il quale ha letto magistralmente alcune composizioni degli autori citati, mentre il medico-musicista Gesuele Sciacca (che ha invece seguito tutte le presentazioni dell’antologia di Maria Pia, compresa la prima tenutasi in Vaticano) ne ha cantate un’altra piccola selezione, con l’accompagnamento della sua band, sulla base musicale composta da lui stesso.
Il pubblico presente ha seguito con attenzione e apprezzato i vari interventi. Non sono mancati, nel corso della serata, i saluti di Mario Di Prima (presidente dell’associazione culturale “Costarelli”) e di Peppino Vecchio (direttore della nostra testata), ed i ringraziamenti dell’autrice Maria Pia Risa.
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