Nella Basilica Collegiata di San Sebastiano Martire di Acireale ha avuto luogo il concerto di Pasqua “Surrexit Dominus vere”, a cui ha partecipato un pubblico numeroso e caloroso.
Alla tromba Enzo Cannavò e all’organo Nino Di Blasi, entrambi esperti musicisti, che sottolineeranno le interessanti riflessioni di mons. Paolo Urso.
Al teologo don Vittorio Rocca, rettore della Basilica, il compito di dare al pubblico il benvenuto, e alla giovane Miriana Bonaccorso da Viagrande quello di presentare la serata; efficiente la direzione del Museo della Basilica, a cura di Fabio Francesco Grippaldi.
L’atmosfera del concerto è caratterizzata da un senso di sospensione spirituale: ogni partecipante è sensibilmente coinvolto nell’attesa: “il Signore è veramente risorto”.
Il sublime concerto ha inizio con il grande compositore tedesco, naturalizzato inglese nel 1726, Georg Friedric Haendel ( 1685- 1759 ), di cui viene eseguito il pezzo del concerto, “Cantate Domino, HWV 63”, appartenente all’oratorio patriottico “Giuda Maccabeo”, fonte di grande stima per il maestro sassone.
Il secondo pezzo è “La Vergine degli Angeli” di Giuseppe Verdi da Busseto, momento di grande spiritualità, nell’intramontabile opera lirica “La forza del destino”. A questo punto, l’originale intervento di mons. Paolo Urso, nella sua prima riflessione in programma: fare Pasqua sul serio, con forti richiami artistici; la Pasqua, celebrazione di fiducia, guerra alla rassegnazione, vittoria interiore.
La musica per tromba e organo riprende il suo ritmo esaltante: di nuovo, Haendel con il suo brillante virtuosismo di stile italiano: Marcia dallo “Scipione”; Largo da “Xerses”. Segue “Allegro in re minore” di Baldassarre Galuppi (1706 -1785); infine, “Pastime with good company” di Enrico VIII d’Inghilterra (1491-1547).
Nella seconda riflessione sulla Risurrezione, mons. Paolo Urso richiama con grande semplicità i versetti del Vangelo di Giovanni: Gesù Risorto appare agli Apostoli ed augura la vera pace. La forza della musica trasmette novità, contribuisce a far risorgere a nuova vita, ”a vivere sul serio”. Il nostro sommo musicista contemporaneo, Ennio Morricone, con “Gabriel’s oboe” da Mission, scuote l’animo dal torpore, dà vigore e luce alla nostra vita interiore, ci dischiude gli orizzonti dell’amore.
Altri due musicisti allietano la serata: Eduardo Bottigliero (1864- 1937) con “Finale solenne” e Charles Gounod (1818- 1893) con l’Inno dello Stato del Vaticano, “O Roma felix!”, esaltante il trionfo dell’uomo, in un empito di fiducia e festosa sicurezza di vita, un senso di gioiosa vittoria sulla grigia vita: gli orizzonti s’allargano e danno un senso di libertà e di vitalità.
Anna Bella