Acireale / Per S. Valentino incontro con promessi sposi: “Con il matrimonio religioso il Signore ci guida nel cammino di coppia”

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San Valentino è il protettore degli innamorati. Su tale Santo del terzo secolo, vescovo di Terni, le notizie biografiche sono poche, ma scavi archeologici intorno agli anni Ottanta rivelano i ruderi della chiesa a lui dedicata nella via Flaminia a Roma, come apprendiamo da “Il libro dei Santi” di Piero Lazzarin, delle edizioni Messaggero Padova 1987. Il Santo a Roma assisteva con grande amore i cristiani perseguitati: condannato alla decapitazione, si racconta che riuscì a convertire il carceriere e la famiglia.

Quest’anno nella Basilica di san Sebastiano, in Acireale, don Vittorio Rocca ha celebrato la Festa di san Valentino, invitando i fidanzati a parteciparvi. Dopo la Santa Messa, ha accolto una ventina di coppie ai piedi dell’altare, per impartire a ciascuna una speciale benedizione. E’ stato un momento di profondo ed emozionante raccoglimento, una viva testimonianza cristiana al Cuore di Gesù, proiettandosi ogni coppia verso la realizzazione del sogno della famiglia nell’anno in corso.
Con alcune di queste coppie scambiamo delle opinioni sul matrimonio e su attuali problemi della vita a due.

-Il matrimonio religioso quale ricchezza apporterà alla vostra futura vita di coppia?

“Con tale matrimonio viene sancito e sigillato dal Signore quel contratto civile che si basa soltanto sull’amore umano, mentre riteniamo che, nella libertà del credere, il Signore ci guida nel nostro cammino di coppia, seguendo l’insegnamento della famiglia di Nazareth, fondato sull’amore reciproco, incondizionato. Io, donna di 30 anni, desidero avere almeno due figli, perché i figli unici, crescendo, non avranno nessuno con cui condividere le esperienze della vita”.

Secondo voi, il lavoro della donna sposata aiuta il buon funzionamento della famiglia o no?

“Non è di ostacolo il suo lavoro alla vita coniugale, perché la donna, per essere se stessa, si deve sentire realizzata sul piano professionale, altrimenti, se è costretta dal marito a stare in casa, ciò provoca una frustrazione che si ripercuote sul rapporto coniugale”.

– I femminicidi, purtroppo fenomeno dei nostri tempi, come vanno combattuti secondo l’aspetto  giuridico?

“Si dovrebbero adottare delle restrizioni più incisive rispetto a quelle esistenti, anche se spesso è impossibile impedire ad un soggetto di natura violenta di controllare il proprio istinto e riuscire a stabilire un equilibrio sano con la propria compagna”.

-Cosa ne pensate delle coppie che scelgono la convivenza , rifiutando il matrimonio religioso o civile?

“Non è una scelta di polso: se due persone vogliono stare insieme, è giusto che il legame sia definito in modo chiaro e rispondente alla loro fede. In caso di persone atee, il matrimonio civile dovrebbe essere non d’obbligo, ma di scelta spontanea, anche per la tutela di eventuali figli. I diritti delle persone dovrebbero essere riconosciuti, in ogni caso”.

                                                            Anna Bella

 

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