Tra gli edifici culturali e turistici di Acireale meno noti, ma interessanti, meritano attenzione le chiese del Suffragio e di San Camillo e il teatro Bellini.
La città infatti nasconde bellezze misconosciute. Non solo centro storico, ma anche vicoli, stradine,quartieri fanno di Acireale un luogo tutto da scoprire, una città ancora viva nelle sue origini e delle sue tradizioni, dai nomi parlanti, che narrano una storia. Come la chiesa del Suffragio, situata nel quartiere omonimo che nel parlato popolare viene chiamato “quartiere ddi motti”.
Questo nome deriverebbe infatti dalla funzione protettrice della Madonna del Suffragio, alla quale è intitolata la chiesa, verso le anime purganti.
La chiesa venne costruita nel 1634 per iniziativa di Giuseppe Costarella e grazie al contributo fondamentale degli abitanti del quartiere, povera gente che diede fondo a tutti i propri risparmi per riuscire ad erigerla.
Questa folla di indigenti, spesso pescatori, tornati da lavoro sentivano l’esigenza di raccogliersi in preghiera, ma non venivano accolti nelle chiese principali, la basilica e la cattedrale, sia per il loro basso ceto sociale, sia per la mancanza di igiene dovuta alla loro misera condizione economica.
Tuttavia il loro fervore religioso e la ricerca di riscatto sociale, uniti ai numerosi sacrifici, ci permettono di vedere la chiesa cosi com’è oggi, abbellita dai meravigliosi affreschi del pittore Pietro Paolo Vasta e dalla statua della Madonna forgiata in Francia.Un’ unica navata, dovuta alla mancanza di fondi, sembra rendere la chiesa più raccolta e crea un’atmosfera che induce il fedele alla riflessione.
Colui che entra nell’edificio ottiene, grazie alle dimensioni raccolte e ai colori tenui, il conforto, tanto agognato da quella povera gente che rese possibile la costruzione della chiesa.
Conforto che ai giorni nostri ricevono gli umili nella chiesa di Santa Maria Delle Grazie, seconda tappa del percorso ideale fra le bellezze meno note di Acireale
Anche questa chiesa nel corso degli anni ha assunto un nome che non è il suo, viene chiamata infatti S. Camillo, in quanto, appena ultimata la sua costruzione nel 1730, fu affidata alla cura dei Camilliani. Nel corso dei secoli fu aggiunto un Ospizio in cui nel 1996 fu aperto il Centro di prima accoglienza Casa Sollievo San Camillo, che da quella data ha aperto le porte della chiesa a chiunque chieda aiuto, senza pregiudizi razziali o religiosi. E così il sogno degli ultimi di creare uno spazio per loro si è trasformato in una Chiesa alla portata di tutti, animata da vera fede e mai pronta ad arrendersi.
Acireale, di cui abbiamo finora scoperto il lato spirituale e semplice del ceto popolare, nella seconda metà del 1800 presenta in realtà anche un carattere mondano. Quindi, mentre i più umili cercavano conforto nel credo religioso, i nobili
tentavano di dare sfarzo ed eleganza alla città con l’edificazione del teatro Bellini che diventò un punto di incontro tra le figure acesi più in vista fino al 1952.
Il 15 febbraio dello stesso anno, il teatro venne distrutto da un misterioso incendio e a distanza di soli due giorni fu inaugurato il cine-teatro Maugeri.
Questo suscitò le prime polemiche ma stimolò la gente a chiedere la ricostruzione dell’edificio. Malgrado ci siano già stati diversi tentativi di ricostruzione, il teatro appare ancora chiuso al pubblico, probabilmente per l’errata progettazione e per l’inadeguata gestione dei fondi.
Di questo sperpero rimane prova nella facciata ormai fatiscente e negli interni malmessi, ma nonostante le frequenti denunce da parte dei residenti, la situazione rimane invariata.
Non è l’unico caso di mal gestione dei fondi, della quale abbiamo un esempio lampante nella Villa Vittorio Emanuele III meglio conosciuta come Villa Belvedere, fiore all’occhiello di Acireale, da troppo tempo solo parzialmente accessibile.
La villa, luogo di attrazione turistica e anche il più esteso spazio verde della città, apre i battenti solo nelle grandi occasioni e nel periodo estivo, precludendo l’accesso a chi intenda visitarla.
Purtroppo il dispendio del denaro pubblico e l’ incapacità nella gestione delle risorse fanno di Acireale una città apparentemente priva di attrazioni turistiche, ma che in realtà offre siti poco valorizzati e riesce a stupire il turista che ha il coraggio di andare oltre i “luoghi comuni”.
Erminia Coco
Sabrina Costarelli
Giorgia Fichera
Asja Nicolosi
Rita Pavone
Carla Pellicori
Ornella Pulvirenti
Immanu’El Raciti
Isabella Trovato
(gli autori di quest’articolo sono studenti del Liceo Classico “Gulli e Pennisi” di Acireale in alternanza scuola – lavoro a “La Voce dell’Jonio”)