Precedendo di alcuni giorni i solenni festeggiamenti dedicati al 274° anniversario del voto della città di Acireale per la liberazione della peste del 1743, nella chiesa di San Domenico, è stata allestita la mostra dal titolo “Devozione alla Madonna del Rosario in Acireale”.
Oggetti di pregevole fattura, non sempre esposti al pubblico, sono stati ammirati da parte dei numerosi visitatori che sono stati guidati alla scoperta di questi antichi tesori dal dottore Rosario Trovato, esperto di antichi tessuti e da piccole guide, per far conoscere la storia e le antiche tradizioni dedicate al culto della Beata Vergine del Rosario.
La storia si perde nei meandri più reconditi. Infatti già nel XVI secolo esisteva nell’attuale sito una chiesa dedicata al culto di San Giuseppe, edificata a spese della confraternita omonima. Ampliata agli inizi del XVII secolo, con la costruzione anche del convento, fu pesantemente danneggiata dal terribile terremoto del 1693. Nella sua prima costruzione la chiesa non aveva l’attuale aspetto, ma il suo ingresso era dal lato opposto, dove oggi vi sono il presbiterio e l’altare maggiore.
Dopo il sisma venne ricostruita nel 1709 e successivamente nell’800 venne realizzato l’elegante prospetto con statue e altorilievi.
La prima apertura al culto risale al lontano 1590 e quando nel 1639 i frati domenicani giunsero in città, stabilendosi nell’adiacente monastero, le confraternite di San Giuseppe e dello Spirito Santo accettarono di cedere la chiesa ai frati domenicani a patto di rispettare alcuni accordi.
Ma la convivenza fin dall’inizio fu molto difficile e in breve i domenicani ebbero la totale egemonia sulla chiesa introducendo prima il culto di San Domenico e poi quello della Beata Vergine del Rosario. I frati nel 1654 fecero realizzare una statua che venne benedetta e portata in processione per la prima volta il 7 ottobre 1654.
La mostra permette di ammirare anche una piccola statua dedicata alla Vergine e, visto che gli acesi vollero ringraziare la Madonna per aver preservato la città dalla peste del 1743 che aveva devastato la vicina città di Messina, non si è sicuri se in questa occasione venne realizzata la piccola statua o quella grande che viene esposta sull’altare in occasione delle solenni celebrazioni a lei dedicate. Prima di questa data in Acireale già ben tre pale d’altare erano state dedicate alla Vergine del Rosario, una di Giacinto Platania ad Aciplatani nella chiesa di Santa Maria del Monte Carmelo, quella di Antonio Catalano nella Cattedrale e infine l’opera di Matteo Ragonisi nella chiesa di San Domenico.
Da menzionare, visitando l’interno della chiesa, il grandioso lampadario in vetro di Murano posto nella navata centrale dono del barone Nicola Musmeci della Torre. Il lampadario in origine era collocato nel grande salone del palazzo Musmeci che si trova di fronte la chiesa. Il legame della nobile famiglia acese con la chiesa e il culto della Madonna è sempre stato molto forte, infatti non solo il barone Nicola ma anche i suoi avi hanno donato in passato preziosi oggetti ed hanno generosamente contribuito nei restauri e ripristino di arredi della chiesa.
Il visitatore si immerge quindi nei momenti della visita in un mondo ormai lontano, fatto di maestri eccelsi che con le loro mani crearono capolavori sia con preziosi tessuti, con trame riccamente decorate in oro e argento, sia con arredi di un tempo che fu. Per fortuna il trascorrere dei secoli ha lasciato solo una impalpabile patina su di essi senza celare a noi la loro bellezza.
Gabriella Puleo