Acireale / Presentato il saggio di Letizia Franzone: “Il Cammino della Misericordia”, don Marcello Pulvirenti lo commenta in chiave “amministrativa”

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Lunedì 25 gennaio si è tenuto, all’ex Angolo di Paradiso” di Villa Belvedere di Acireale, l’incontro di riflessione sul tema della Misericordia a partire dal saggio “Il Cammino della Misericordia”, scritto da Letizia Franzone, giovane teologa acese.

L’invito era soprattutto rivolto ai membri dell’amministrazione comunale, i quali però, non hanno partecipato. Il fineIl Cammino della Misericordia era quello di riflettere insieme sul “bene comune”.

«Siamo qua per riflettere sull’Anno della Misericordia a partire dalla parabola del Padre misericordioso. Letizia  scrive per la “Voce dell’Jonio”, che è anche un’ associazione culturale a servizio della Chiesa locale. Letizia collabora da quasi 3 anni con un taglio spirituale. Circa un anno fa, osservando, nella nostra sede, un’immagine sulla parabola del Padre misericordioso ha attratto Letizia. Da qui, penso, partì il suo studio. Questo libro esorta a meditare, ad apprendere, a riflettere. Letizia ha talenti particolari, non comuni, vive una vita semplice ma ricca a servizio della Chiesa. Suggerisce strade che portano a Dio. Ha conseguito la licenza in teologia spirituale, ha l’autorità di spiegare e insegnare ” i cosi i Dio”. Lei chiama il suo lavoro “piccolo saggio” che io vedo come una “mini guida” per “immergerci” nel Giubileo», ha spiegato il direttore de “La Voce dell’Jonio”, Giuseppe Vecchio, introducendo l’incontro..

L’autrice del saggio, Letizia Franzone ha esordito così: «Mi ero preparata per parlare a persone che non conosco e che hanno un ruolo sociale nella nostra città, a chi lavora per il bene della città, essendo innamorata di Acireale e della terra in sé. Dalla gente si sente malcontento. Bisogna parlare della Misericordia di Dio, mi sono detta. Il testo parla di una parabola che mi è molto cara, riportata dall’evangelista Luca. Al centro della parabola si parla del figlio maggiore di un possidente andato in un paese lontano, non si dice dove.
“Quando si decide di uscire dall’amore di Dio, ogni luogo diventa estraneo alla verità che si porta dentro” ha commentato la teologa -. Alla fine ho affrontato la tematica del padre che abbraccia il figlio che ritorna, ciò indica la riconciliazione dell’uomo con Dio. Il titolo del saggio indica che l’amore è un cammino che ha un inizio e che, per i credenti, dura in eterno. Il padre dà la parte di eredità al figlio e lo lascia andare. Questo è l’amore autentico, da qui comincia il Cammino della Misericordia. Anche nell’assenza, nel silenzio, si continua a voler bene. Il figlio, perdendo tutto, ebbe fame e si trovò nel bisogno. Ciò lo condusse a rientrare in sé stesso. Cosa vuol dire? Dare la possibilità al nostro cuore di “pensarsi” e di “pensare”. A volte non ci si ferma ad ascoltare, si è presi dalla vita frenetica.
“Il padre accoglie il figlio una volta tornato, chiede ai servi di rivestirlo, di mettergli la fede al dito, i sandali e di fare festa – ha continuato Letizia Franzone -. L’abbraccio indica il comprendere l’altro. Il figlio più grande accusa il padre di aver ammazzato per il fratello il vitello più grosso, di non aver fatto tutto questo per lui, nonostante gli sia stato sempre vicino. Il padre gli risponde: ‘Quello che è mio è tuo. Bisogna far festa a questo fratello tornato in vita’. La Misericordia va concretizzata attraverso le opere. In questo tempo urge difendere la bellezza per poterla diffondere. Io credo nella bellezza artistica, culturale, ambientale, relazionale. Dio è bellezza».

Don Marcello, si è rivolto agli amministratori comunali, nonostante fossero assenti, commentando la parabola in chiave amministrativa: «Come può un consigliere comunale interpretare questo racconto? La Chiesa propone di tenere presente il bene comune, ovvero l’insieme delle condizioni della vita sociale che permettono di raggiungere la propria perfezione. Il bene comune è il riferimento della collettività, il bene morale è individuale. Gli interessi personali, però, hanno preso il sopravvento, superano gli interessi della collettività. L’amministrazione dovrebbe guardarsi attorno e confrontarsi con realtà politiche virtuose. Invito gli amministratori ad essere a servizio del territorio, che questo possa essere di stimolo per l’amministrazione a ripensare a un Cammino di Misericordia».

Graziella De Maria

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