Domenica 28 maggio, presso i locali dell’associazione Costarelli, in piazza Duomo ad Acireale, è stato presentato il volume “Opere di un viaggio– gli affreschi di Giuseppe Spina Capritti nella chiesa di Santa Maria Ammalati in Acireale” di Letizia Franzone e Giusy Spina. Un incontro tra arte e fede “quando la bellezza si mette in cammino per incontrare l’uomo di oggi”, come riportava la locandina dell’evento, introdotto dal presidente dell’associazione Costarelli, Mario Di Prima, e che ha visto l’intervento del le due autrici e di Peppino Vecchio, direttore del nostro giornale ed editore del libro.
Il titolo allude al “viaggio” interiore di liberazione e di affidamento a Dio a cui attiene il percorso che si snoda lungo la navata centrale della chiesa di Santa Maria Ammalati. Un percorso di tipo artistico e religioso insieme, sviluppato dalle due autrici – Giusy, esperta d’arte, e Letizia, teologa – che hanno attinto ognuna al proprio patrimonio di conoscenze e competenze.
Come recita il sottotitolo, il volume illustra gli affreschi di Giuseppe Spina Capritti che si ammirano nella chiesa parrocchiale della frazione acese di Santa Maria Ammalati: otto scene abbinate a due a due lungo la navata centrale, che riproducono altrettante scene bibliche in un percorso che parte dalla consegna delle tavole della Legge a Mosè e va fino all’uccisione di Abele. Giuseppe Spina Capritti, pittore acese vissuto tra il 1818 ed il 1911 e padre del più noto Saru Spina, è stato anche un esperto restauratore. Autore degli affreschi che decoravano la volta del teatro Bellini di Acireale (distrutto da un incendio nel 1952), per quelli di Santa Maria Ammalati si ispirò ai disegni della Bibbia dell’illustratore francese Gustave Doré, come ha scoperto Giusy Spina, sfogliando casualmente una vecchia edizione della Bibbia, illustrata proprio dall’incisore francese.
Nel corso della serata è stato anche proiettato un bel video, realizzato all’interno della chiesa di Santa Maria Ammalati, al termine del quale vi sono stati alcuni interventi da parte del pubblico, che, nel complimentarsi con l’opera realizzata, hanno stimolato le autrici a continuare nel loro lavoro di ricerca ed approfondimento delle tematiche artistico/teologiche, magari cimentandosi anche con altre chiese di Acireale.
Guido Leonardi