Tra il 535 e l’827 la città di Acireale conobbe la dominazione bizantina: Xiphonia (nome greco della Città) fu ribattezzata Jachium, ed il fermento economico ed artistico raggiunse la sua apoteosi con la costruzione del castello di Akis, il cui nome deriva dall’omonimo corso d’acqua. Giorno 11 settembre, Acireale ha rispolverato la sua storica eredità, aderendo all’Associazione Città Eredi di Bisanzio. L’ACEB è stata fondata allo scopo di tutelare la cultura e la tradizione bizantina nella nostra penisola, sede di un ricco patrimonio storico ed architettonico, e di favorire l’interconnessione con le città russe: lo scorso 30 luglio è entrata a far parte dell’ACEB anche la città di Velikiy Novgorod, situata a nord di Mosca.
La Fondazione Metropoli e l’Associazione delle città Italiane (ANCI), con il patrocinio del Ministero dello Sviluppo Economico, oltre ad essere fautrici dell’ACEB, si occupano della verifica e dell’organizzazione del piano di investimenti mirati ad intensificare, nelle aree facenti parte dell’Associazione, il flusso turistico. In queste settimane, una delegazione, composta da Vladimir Korotov, Console Generale della Federazione Russa ed Igor Danilov, Presidente della Fondazione Metropoli, ha visitato molte città siciliane fra cui Acireale, per stilare un programma unico triennale di iniziative culturali e progetti economici. Tiepide speranze, disinformazione e molta diffidenza si rivelano nelle dichiarazioni degli acesi, già, disillusi. “E’ difficile pensare al commercio e alla ripresa economica passeggiando per corso Umberto, sede di botteghe ed esercizi fantasma” ci confida Mario Grasso, dipendente pubblico, che non ha mai sentito parlare di quest’associazione ma “in un periodo di crisi nera, ognuno si affida a qualsiasi cosa, fosse anche la speranza dell’investitore russo, e poi era ora che si sentisse parlare di una nuova opportunità”. Di tutt’altro avviso è Graziella Toscano, casalinga, che considera la notizia “una delle solite messinscene che aprono la campagna elettorale, oppure un modo nuovo per spillare soldi allo Stato attraverso manifestazioni inutili”. Solo pochi, fra i cittadini a cui è stato chiesto di elencare tre attrazioni turistiche della propria città, hanno pensato alla manifestazione del Carnevale, punta di diamante dell’offerta turistica cittadina, perché, secondo Giacomo Di Pietro, studente universitario, “non è mai stato organizzato nella maniera adeguata. Non si è mai provveduto, ad esempio, ad un coordinamento con le Ferrovie dello Stato, per rimpinguare e rimodulare una proposta ad hoc. Non si sono mai stabilite delle zone parcheggio a pagamento e distanti dal centro, servite da bus navetta, per evitare di congestionare il traffico. Non si è mai organizzato un percorso del gusto fra i ristoratori acesi, una ticket card, unita al biglietto di ingresso, che comprenda un pasto tipico o sconti, sulla scia del couponing. Sono piccole rivoluzioni che non potranno mai attecchire in una Città attenta solo ai privilegi”. “La valorizzazione del barocco e della tradizione culturale acese” sono, invece, le ricette per la ripresa secondo Angela Bartolo, professoressa, la quale sostiene che “bisogna diffidare da questo genere di associazioni e fondazioni, lontane ed inadeguate ai bisogni reali degli acesi, e puntare tutto sullo svecchiamento delle istituzioni della nostra città.”. L’ACEB, entro il 2014, congiungerà circa sessanta città italiane e russe, ognuna delle quali sarà celebrata da una campagna espositiva, con immagini e testi curati dall’Università di Roma, Mosca, San Pietroburgo ed Oxford, all’interno della mostra “Città Eredi di Bisanzio” consultabile presso il sito della Fondazione Metropoli.
Chiara Principato