Un contesto pedagogico di compartecipazione di comunità educanti. Così don Marcello Pulvirenti ha definito il progetto degli oratori delle parrocchie San Michele e San Giuseppe di Acireale conclusosi il sei giugno con uno spettacolo nei locali della Parrocchia di San Giuseppe. E durante il quale la comunità ha avuto modo di illustrare le attività progettuali svoltesi nel corso dell’anno.
Il progetto, che da anni si muove con proposte educative e formative per più piccoli e per famiglie, nasce dall’esperienza dell’associazione di volontariato La Zattera, di cui padre Marcello è presidente. La volontà è quella di rendere gratuitamente un servizio a più piccoli coinvolgendo anche gli adulti. E creare così una comunità progettuale nella quale la solidarietà viene posta al centro.
Progetto comunitario negli oratori delle due parrocchie
Il progetto, attivo da diversi anni, ha avuto come prima sede la parrocchia di Santa Maria Ammalati. E vanta una consolidata esperienza nel campo del volontariato. E’ rimasta attiva, seppur con le dovute limitazioni, anche durante la pandemia. Maturata l’accoglienza e la disponibilità presso i locali della parrocchia San Giuseppe, con una squadra di educatori volontari, si sono organizzate le varie proposte laboratoriali in botteghe. Qui i ragazzi hanno sperimentato attività manuali come la falegnameria, la cartapesta, la pittura.
Ma anche la musica, con la bottega della chitarra che ha visto a fine spettacolo la piccola Sofia e don Marcello esibirsi in un duetto.
Una volta al mese vi sono stati anche i laboratori del pane, degli aquiloni, delle cuddure cu l’ovu, dei vasi di fiori. Alcuni ragazzi del liceo classico, con l’alternanza scuola lavoro, hanno dato una mano con il laboratorio scolastico. In questo hanno aiutato i ragazzi della parrocchia a fare insieme i compiti e a studiare.
Si è creata, così, una comunità che ha visto non nell’io, ma nei molti, il proprio punto di forza. E che ha reso adulti e ragazzi compartecipi di una crescita personale, di cui tutti sono responsabili, creando un forte spirito di squadra.
Quando chiedo al Don se come adulti si è tratto beneficio da questo percorso, lui risponde naturalmente di sì, ma mi dice anche che il beneficio percepito è reciproco perché pure i ragazzi sono consapevoli del forte spirito di servizio che ha animato questa comunità.
Le attività parrocchiali continueranno con il grest estivo e ci si augura che questa esperienza possa arrivare a coinvolgere le comunità del territorio acese in maniera più estesa.
Giulia Bella