Acireale / Ricordato don Antonino Mancino con un concerto nella parrocchia di S.Maria Odigitria

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don Antonino Mancino

Mercoledì 10 agosto nella chiesa dell’Itria di Acireale è stato ricordato don Antonino Mancino, sacerdote acese scomparso nel 1965 a soli sessanta anni.
Il suo ricordo, però, è sempre vivo nei ragazzi che allora frequentavano la parrocchia e l’annesso oratorio.

“Sacerdote pio ed operoso, di azione sicura e apertamente sacramentale” lo ricordò nel necrologio il prof. Cristoforo Cosentini (presidente dell’Accademia Zelantea, di cui era socio effettivo dal 1946) “egli seppe entrare nel cuore di tutti noi, con la delicata grazia di chi è sempre pronto a donare e non chiede mai nulla”.

Rosario Sorbello e figlio
Rosario ed Enrico Sorbello

L’iniziativa è stata promossa dal dott. Rosario (Saro) Sorbello e dal figlio prof. Enrico, violoncellista di fama internazionale.  Egli ha introdotto e poi concluso l’incontro con l’esecuzione di diversi brani di musica italiana cinque-seicentesca,  apprezzati dal pubblico intervenuto.

“E’ bello poter eseguire musica barocca nel contesto di una chiesa barocca, peraltro dall’ottima acustica” – ha dichiarato il musicista.

Enrico Sorbello
Enrico Sorbello al violoncello

Don Antonino Mancino, parroco generoso e uomo di cultura

Saro Sorbello ha preso la parola per tratteggiare la figura del sac. Antonino Mancino, già viceparroco della Cattedrale di Acireale. Poi rettore della chiesa di San Vincenzo Ferrer e successivamente, per un decennio, parroco di S.Maria Odigitria. Ma non solo. Egli si era anche laureato presso l’Università di Catania in Scienze Naturali, materia che insegnò gratuitamente il seminario diocesano di Acireale e l’istituto San Michele dei padri Filippini.

Sorbello poi ha riportato alcuni aneddoti della vita del sacerdote, ricordandone l’atteggiamento sempre altruistico nella semplicità. Come si evince anche dalle fotografie d’epoca, esposte nel cortile della chiesa, dove è ritratto insieme ai ragazzi degli anni ’50-’60 in gite ed escursioni (Palermo, Linguaglossa).

Le bellezze architettoniche del centro storico di Acireale

Nel corso dell’evento si è registrato pure l’intervento di Camillo Pennisi, che si è soffermato a ricordare i monumenti salienti dei dintorni, come le chiese dedicate a Sant’Antonio di Padova, San Francesco di Paola, San Giuseppe, Gesù e Maria, San Michele, e il vicino palazzo Riggio in piazza Marconi. “Era questo il cuore pulsante della città di Acireale, da dove passavano un tempo le principali vie di comunicazione” – ha spiegato.

chiesa dell'Itria
Chiesa S.Maria dell’Itria

Soffermandosi poi sulla chiesa dell’Itria, Pennisi ne ha evidenziato la policromia (bianco-nero) della facciata e della cupola maiolicata. E ha aggiunto: “già nella sua architettura la chiesa, entrando, dà al visitatore un senso di accoglienza e di leggerezza. Anche i quadri si inseriscono perfettamente in questa armonia di linee architettoniche. Purtroppo, invece, gli antichi affreschi furono coperti successivamente”.

Vista la buona riuscita dell’evento, realizzato in collaborazione con il parroco don Mario Fresta, l’auspicio è che si possa ripetere questo “esperimento” culturale, di promozione e valorizzazione del nostro patrimonio artistico, anche in altre chiese del centro storico di Acireale, magari quelle meno conosciute, anche se ricche di storia.

Guido Leonardi

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