Acireale / Spunti dal convegno sul ruolo delle donne nelle religioni monoteiste

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Quale ruolo per la donna e come si conciliano le regole di tradizioni religiose millenarie rispetto all’emancipazione femminile? E con una maggiore attenzione all’uguaglianza di genere, regole diverse per uomini e donne sono da intendere una discriminazione o meno Se ne è discusso grazie al convegno dedicato a Donne e religioni monoteiste ad Acireale nel mondo che l’Ebraismo, il Cristianesimo e l’Islam hanno costruito rispetto alle figure femminili.

L’incontro, intitolato “Le donne nelle tre religioni monoteiste”, si è tenuto lunedì 4 dicembre nei locali del Seminario Vescovile. Organizzato dall’Associazione Cento Campanili e moderato dalla Dott.ssa Maria Rosa Licciardello, ha consentito di indagare meglio un mondo di pari dignità ma al contempo di inferiorità e subalternità. E’ veramente Dio a parlare così? O sono gli uomini, credenti e non, ad agire in modo da plasmare la realtà. Usando la vita, ad uso e consumo delle proprie necessità. Questi i temi trattati.

Maschile e femminile a confronto nell’analisi storico-sociale

E’ dalla notte dei tempi che maschile e femminile si contrappongono sulla base della diversità biologica. E per far ciò, l’umanità e la cultura sottostante si sono serviti di tutto, anche del proprio Dio. Partendo dall’analisi dei contesti storico-sociali in cui le cosiddette religioni del Libro sono nate e si sono affermate, si è esaminato quale era la situazione della donna prima della loro diffusione, come è intervenuta la religione in tal senso, quale visione è evincibile dalle Sacre Scritture e quali interpretazioni ne sono state date. Fino ad arrivare ad osservare come ed entro quali limiti  le tre religioni monoteiste abbiano influito e contribuito a costruire società funzionali ad una visione patriarcale marginalizzante l’elemento femminile.

Società in cui pregiudizi e discriminazioni contro le donne sono ancora un leitmotiv. Non a caso proprio l’Italia, il nostro paese, è stato più volte condannato per sessismo nelle sentenze dal Comitato Cedaw dell’Onu e dalla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo. Le motivazioni, come uno specchio della società, sono impregnate di pregiudizi sessisti ai danni delle donne e questo non fa che perpetuare vittimizzazione secondaria,  minimizzazione, banalizzazione e normalizzazione della violenza maschile sulle donne. Nell’attuale società attraverso la filosofia, la politica e cultura si evince che l’uomo si è piano piano svirilizzato, perdendoil  ruolo di pater familias, mentre la donna ha conquistato sempre di più un’emancipazione forte e al tempo stesso smarrito i suoi connotati tradizionali di sposa e madre.

Le Donne nelle religioni monoteiste ad Acireale 

Rispetto al discorso sulle donne nelle tre religioni monoteiste come si è discusso ad Acireale si evince che nella storia la donna nell’Islam è definita tanto dalla cultura del mondo musulmano, quanto dal Corano, il testo sacro islamico: uguale agli uomini di fronte ad Allah. In alcuni paesi di cultura islamica non c’è un profondo livello di discriminazione bensì di moderazione, come ad esempio in Tunisia. Dove le donne sono libere e hanno ottenuto molti diritti che le rendono quasi pari all’uomo. E in Turchia, dove vi sono donne al potere. In altri paesi il livello di discriminazione e radicalizzazione è ben più forte: in Algeria le donne vengono violentate e uccise dai fondamentalisti, e in Afghanistan, “sepolte” in un burqa. Il Cristianesimo a proposito delle donne prende esempio dall’avvento del Verbo Incarnato nel seno di Maria Vergine.

La donna da quel momento ha assunto un modello di riferimento mirabile: il valore e la potenza della Madonna sta nella sapienza e nella spiritualità aderente alla Santissima Trinità. Tali caratteristiche sono divenute l’ideale femminile del Cristianesimo, religione che non ha mai posto, una dinamica di antagonismo fra maschi e femmine, bensì un concorrere al bene fra le due diverse nature. Proprio per questo assolutamente complementari fra di loro. Per Rav Arbib, in tema di religione ebraica invece, il cambiamento chiave nella modernità rispetto al ruolo della donna è stato dettato dall’accesso allo studio.

Associazione Cento Campanili Donne religioni Acireale

La donna nell’Ebraismo e l’accesso al Sapere

Nella visione ebraica la donna ricopre una posizione fondamentale e certamente non
di secondo piano. La donna è infatti al centro della vita ebraica, occupandosi, nel
modello tradizionale, della famiglia, e garantendo che l’ebraismo sia osservato nella vita quotidiana delle generazioni presenti, affinché sia tramandato a quelle future. Nella valutazione della tradizione ebraica la donna non è sacrificata, denigrata o discriminata. Per comprendere il ruolo della donna nell’ebraismo è necessario partire
dalle fonti tradizionali. Dal testo del Tanakh, ossia la Bibbia ebraica, e dai principali
testi rabbinici.

Nel Tanakh la donna è innanzitutto madre e sposa, ma può essere anche regina, profetessa, giudice, prostituta e straniera. Il nome Eva (Ḥawwah) viene dal termine ebraico hay, vivo, perché la donna è colei che dà la vita. La storia dell’umanità, in tutte le tradizioni e culture, è in gran parte una storia di diseguaglianze e prevaricazioni. Ma questa non è una buona ragione per mantenerle. Dall’analisi religiosa rispetto alla donna nelle religioni monoteiste come dall’incontro ad Acireale dovrebbe essere pari all’uomo. Le problematiche sono dunque sul tavolo e non c’è periodo storico migliore del presente per evolvere la discussione diretta a orecchie in grado di ascoltare e rispondere.

Giuliana Aglio 

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