Acireale: svelati tutti i segreti del “Canto degli Italiani”

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Certamente gli italiani non conoscono bene il loro inno nazionale. Probabilmente non conoscono tutte le strofe di quello che viene eseguito in forma di marcetta soprattutto nelle partite di calcio e in altri eventi sportivi. Ma sicuramente non ne conoscono la musica originale ed il vero titolo, e non sanno che il nostro non è il primo inno composto da Goffredo Mameli. Queste ed altre cose ha dimostrato e illustrato Michele D’Andrea, storico del Quirinale reduce da una lunga tournée in giro per numerose scuole e regioni d’Italia. Quella che egli stesso ha chiamato “chiacchierata musicale su «Il Canto degli Italiani»”, si è svolta, per iniziativa della preside Antonia Puzzo nel contesto delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’unità d’Italia, con gli alunni delle classi terminali del Liceo classico “Gulli e Pennisi” di Acireale.

L'orchestra GIOIA

Dopo l’introduzione seria e formale della stessa preside, Michele D’Andrea si è presentato in maniche di camicia, coinvolgendo i ragazzi in un discorso poco formale e accattivante, dimostrando, anche con il ricorso a canzonette moderne, come la musica “ufficiale” degli inni possa nascere anche da situazioni che nulla hanno a che fare con la serietà e l’ufficialità. E lui – che ha fatto parte della squadra che nel 2003 ha contribuito, per incarico dell’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, alla rivalutazione dei simboli nazionali – scartabellando negli archivi storici (tra cui quello del Risorgimento di Torino), ha trovato non solo il testo originale del “Canto degli Italiani” composto da Goffredo Mameli e musicato da Michele Novaro, ma anche un precedente inno (L’Inno svelato, per l’appunto), composto nel 1849 dallo stesso Goffredo Mameli e musicato addirittura da Giuseppe Verdi, il tutto su commissione – udite, udite – di Giuseppe Mazzini. Ma era un inno così roboante e sanguinario che ben presto venne accantonato.

Maggior fortuna ebbe invece, come inno patriottico, “La bella Gigogin”, composta nel 1832 da Paolo Giorza, che nelle imprese di una bella fanciulla che si gode la vita simboleggia, con un tono molto allegro e ritmato, la Lombardia e l’Austria che la tiene sottomessa; ma fu tale il successo di questo inno, che a un certo punto lo cantavano anche i soldati austriaci. Michele D’Andrea ha poi fatto un excursus, aiutato dal fido tecnico Alfio e dall’orchestra GIOIA (orchestra giovanile composta da alunni del Liceo classico, del Liceo scientifico e dell’Istituto tecnico industriale di Acireale, e da ex alunni della scuola media “Galilei”), sugli inni nazionali di vari paesi europei, in cui si riscontrano altrettante stranezze e talvolta dei furti tra un paese e l’altro.

Nino De Maria