Acireale, tragedia di Anzalone: intervista al geologo Giuseppe Filetti

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Il torrente Platani ha fatto un’altra vittima: Giuseppe Castro, di anni 53, dipendente del tribunale di Catania, travolto dall’impetuosa piena, mentre con il suo scooter si trovava in una zona adiacente a via Anzalone, nei pressi di Santa Maria delle Grazie. Pochi anni fa, una giovane di Aci Catena e un altro giovane fecero la stessa fine, L’acese dott. Giuseppe Filetti, dirigente dell’Unità operativa demanio marittimo nell’ambito del Genio civile di Catania, ci ha dato preziosi chiarimenti sul Platani.

I rilievi effettuati dai VV.FF. sul greto del torrente
I rilievi effettuati dai VV.FF. sul greto del torrente

Dove nasce il Platani e perché si chiama così? Le piene sono provocate da piogge e neve cadute sull’Etna? “Il Platani nasce in zona Tardaria, nel comune di Pedara, al confine con Trecastagni; nasce da una zona in cui i terreni di superficie sono a bassa permeabilità, consentendo un “ruscellamento” idrico concentrato di superficie e per questo motivo si crea l’”asta torrentizia”. L’Etna non ha un reticolo idrico sviluppato, perché di norma i terreni di superficie sono costituiti da lave giovani ad altissima permeabilità, per cui le acque meteoriche o di scioglimento delle nevi s’infiltrano facilmente nel sottosuolo, alimentando una cospicua circolazione idrica sotterranea. In conclusione, il Platani è una delle poche “aste”, ovvero torrenti, dell’area vulcanica etnea. Esso attraversa i comuni di Pedara, Trecastagni, Viagrande, Aci Sant’Antonio, Aci Catena e Acireale, ma non è chiamato con lo stesso nome. Ad Aci Sant’Antonio, ad esempio, si chiama Lavinaio”.

La rimozione dei detriti dell'alluvione del 21 settembre
La rimozione dei detriti dell’alluvione del 21 settembre

Il Simeto appartiene ad un’altra categoria; quale è la differenza con il Platani? “Il Simeto è un fiume, ossia un corso d’acqua che, anche in situazioni estreme, non ha mai l’alveo asciutto. Il Platani appartiene invece alla categoria dei torrenti, cioé dei corsi d’acqua che persino per decenni possono rimanere asciutti, salvo ad avere all’improvviso e per poche ore un’ondata di piena, in coincidenza di eccezionali eventi meteorici. E’ un killer, il torrente. Il greto inaridito induce la gente e anche le istituzioni a scordarsi che esso rimane attivo ed è più pericoloso di un fiume. Il Platani nei decenni passati è stato assoggettato alle esigenze spesso piccole e grette dei singoli cittadini, ovvero utilizzare l’alveo per propri interessi,

Le ricerche del disperso condotte dai VV.FF.
Le ricerche del disperso condotte dai VV.FF.

restringendolo, oppure intubando le acque;dannoso il versamento di sostanze inquinanti solide o liquide, come se fosse terra di nessuno, anzi spesso tali comportamenti sono stati legittimati dalle istituzioni con formale rispetto della normativa. Dodicimila anni fa, sull’Etna il ghiacciaio esistente si sciolse definitivamente, alimentando i corsi d’acqua e provocando frequenti piene dei torrenti, dando luogo a pianure alluvionali, dal punto di vista agricolo, aree spontaneamente molto fertili”.

Quali sono, secondo lei, gli interventi urgenti da effettuare? “Il riequilibrio idraulico, cioè eliminare strozzature apportate artificialmente e realizzare “casse di espansione torrentizia” dove far sfogare in modo controllato la piena del torrente. Pulire l’alveo, vigilando sui detriti naturali e sugli interventi delinquenziali che lo riducono a discariche a costo zero. Addirittura certi scarichi di sostanze inquinanti sono legittimati da regolari autorizzazioni ai sensi del D.L. 152/2006. “Nei regolamenti edilizi bisogna imporre la realizzazione di superfici a parcheggio quanto più permeabili possibile; laddove si è costretti a realizzare superfici impermeabili, smaltire le acque attraverso idonee opere di dispersione, sfruttando la permeabilità dei terreni vulcanici con pozzi assorbenti e sub irrigazione”.

Anna Bella

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