Nella lettera enciclica “Laudato si’”, il Papa fa una bella considerazione sulla nostra “casa comune”, il nostro pianeta blu minacciato, che chiama sorella, e ci dice: “Siamo cresciuti pensando che eravamo suoi proprietari e dominatori, autorizzati a saccheggiarla”. Con rammarico Papa Francesco vuol farci notare che l’uomo moderno, nonostante la sua cultura, non è riuscito ancora a contestualizzare e interpretare bene il messaggio divino, fatto proprio poi dall’intera umanità, contenuto nel 1° capitolo della Genesi, dove Dio dà all’uomo la facoltà di dominare sugli altri esseri viventi. Il pontefice ci vuole esortare a capire che con questo messaggio Dio non voleva autorizzare l’uomo a distruggere la natura, ma a trovare le soluzioni. L’intelligenza umana ne ha messo a punto tante, per poterci convivere in pace.
Ambiente / Sul rapporto tra uomo e natura
Oggi continuiamo a comportarci con le categorie dell’uomo che viveva in un periodo dove la natura condizionava tangibilmente le attività umane, ma ora non è più così. Non è più la natura a condizionare l’uomo, ma è l’uomo che la sta modificando attraverso le sue attività sempre più inquinanti, nate dopo la rivoluzione industriale, iniziata dopo la metà 1700 ed esplosa nel secolo scorso. I movimenti per la protezione del verde si guardano ancora un po’ con il sorriso in bocca, con sufficienza. Così come, probabilmente, si guardava l’uomo che cercava di difendere gli ultimi alberi dell’isola di Pasqua. L’isola oceanica famosa per la sua grande civiltà scomparsa nel nulla, per una probabile catastrofe ecologica causata dall’aumento demografico, non più sostenuto dalle risorse interne.
Acireale e l’ambiente / L’importanza della responsabilità di chi vive in città
Con questo breve ragionamento, non si pretende di affrontare in toto la questione ambientale. Ci vuole ben altro per incidere sulle decisioni degli stati e dei loro potentati economici-finanziari. Ma si vorrebbe trasmettere il concetto che ogni uomo ha una precisa responsabilità che, sommata a tutte le altre, può fare la differenza per favorire lo sviluppo di un ambiente più vivibile. Per una migliore coscienza ambientale, particolarmente importante ci sembra lo sviluppo del senso di responsabilità dell’uomo che vive in città, considerato che le popolazioni inurbate sono ormai la maggioranza di quelle presenti sul pianeta. Porci il problema di come questo individuo si rapporta con la natura presente nelle strade e nelle piazze, sicuramente da proteggere e incrementare per migliorare la vivibilità negli agglomerati cittadini.
Acireale e l’ambiente / Perchè costruire le città attorno al verde
Nel mondo dell’architettura urbana sta avvenendo una rivoluzione copernicana. Il verde oggi viene visto al centro dello sviluppo edilizio: non si parla più di rinverdimento dei quartieri, ma come costruire a partire dagli spazi verdi. Una città più verde non è un lusso, ma è una necessità perché gli alberi, oltre a donarci l’ossigeno e a sottrarre il gas serra, causa dei cambiamenti climatici, hanno tanti altri vantaggi. Assicurano la biodiversità anche nell’ambiente urbano (importante è la funzione corridoi ecologici con le zone verdi circostanti); migliorano la salute fisica e mentale dei suoi abitanti (attraverso le aree attrezzate per la ricreazione, socializzazione e svago all’aria aperta); limitano sensibilmente la temperatura (contrasta le cosiddette “isole di calore”); riducono l’inquinamento chimico-fisico (idrocarburi e polveri sottili) e acustico. Inoltre, il verde aiuta l’economia legata al turismo, migliorando l’estetica e l’appetibilità della città.
Città e Ambiente / Un appello per una Acireale più verde
Pertanto, particolarmente importante ci sembra il ruolo che potrebbe avere il verde nella nostra città di Acireale. Si pensi al significato che hanno avuto in passato la Villa Belvedere e i parchi delle terme, oggi praticamente abbandonati per la logica che esistono “problemi più importanti” a cui pensare. Gli episodi giornalieri di cattivo rapporto dei cittadini e degli amministratori con il verde purtroppo sono sintomatici di una cultura che considera la natura, in questo caso l’albero, nel migliore dei casi, oggetto di arredo. Una natura che spesso è umiliata o eliminata se dà fastidio.
Si vede con piacere che ultimamente in città si stanno moltiplicando i momenti di discussione sulla questione ambientale. Ma ancora non si sta coalizzando un’indignazione collettiva per una evidente disattenzione per il verde. Come mai? Forse la natura è solo quella che sta fuori dalle città? Da idealizzare in un’area protetta da recintare e proteggere come un museo delle buone intenzioni, per sentirsi in pace con la coscienza? Si spera che con queste riflessioni aperte si comprenda che anche le aree verdi che ci sono in città sono fondamentali per la nostra salute e per l’ambiente.
Rosario D’Anna