Nella parrocchia San Paolo ad Acireale si è tenuta la veglia diocesana “Giornata dei missionari martiri”. Don Sebastiano Raciti ha indugiato in una profonda riflessione.
“Nel vangelo, Gesù ci ha ricordato che per portare frutto, bisogna rimanere in Lui, cioè lasciarsi coltivare dal Suo amore, lasciarsi coinvolgere nel Suo cammino.
Nel vangelo di Giovanni, rimanere non significa stare fermi ma giungere fino al luogo dove Gesù rimane, che è la croce, il dono di sé. Per questo abbiamo sentito, “ Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”
(Gv.15,13).
In un altro passaggio, don Sebastiano continuava:” Oggi, manca l’entusiasmo del donarsi senza avere riconoscimento. Questi nostri fratelli e sorelle che, sulle strade dell’amore nelle quali si spendevano senza essere ripresi dai social, dalle telecamere, da instagram, hanno trovato la morte. Anche per mano di chi stavano servendo.
Sono martiri dell’amore e, come fiaccole ardono davanti al trono di Dio. La loro preghiera sarà efficace e feconda se ci lasceremo trasportare dentro questa nuova visione della Fede che, senza le opere, è morta.
La Fede, non è per farci sentire bene, ma per fare il bene e per amare. E scoprire che, quando amiamo anche l’aridità del nostro cuore si trasforma in un giardino coltivato da Dio e, questa coltivazione dà gioia“.
Vengono letti i nomi dei venti Missionari martiri che hanno perso la vita nell’anno 2020. Tra questi c’è Fratel Leonardo Grasso, responsabile della “Tenda San Camillo” ( casa accoglienza per i malati di AIDS) morto il 5 dicembre scorso per mano di un ospite della struttura.
Fratel Carlo Mangione , dopo aver delineato brevemente la figura di fratel Leonardo, ci legge parte di alcuni scritti trovati nella sua stanza dopo il dissequestro. Ciò al fine di conoscere Fratel Leonardo, attraverso le sue stesse parole.
“Prima imparare e poi essere testimonianza, non maestro per il prossimo” e ancora “solo chi è di Dio può assaporare e gustare la bellezza nel servire i malati”.
Nel discorso di ringraziamento, il 25 marzo del 1999, giorno in cui si è consacrato alla vita religiosa, rivolgendosi alla Madonna, Fratel Leonardo scriveva così.
” O Madre amabile, intercedi per me verso il Padre Celeste affinchè vegli sempre su di me e mi fecondi con il suo Santo Spirito. Perché da me piccola creatura, possano scaturire frutti di vera carità verso il prossimo sofferente”.
Io conoscevo Fratel Leonardo, ho frequentato la Tenda, conosco alcuni di loro e anche coloro che, purtroppo non ci sono più.
Leonardo apparentemente non mostrava il grande travaglio che lo tormentava: Stasera ne sono venuta a conoscenza con un altro scritto che Fratel Carlo ci ha letto.
” Purtroppo ancora non riesco a sentire dentro di me la voce che dice…….IO SONO IL FIGLIO PREDILETTO DI DIO”. E, come dice don Tonino Bello : “ L’amore con cui Cristo ci ha amati è sine modo: senza limite. Anzi per essere più fedeli alle parole, bisognerebbe tradurre così: amore senza moderazione. Smodato, sregolato. Amore senza freni, senza misura, senza ritegno.” ( tratto da: In cammino verso la Pasqua di don Roberto Strano).
Fratel Leonardo, tu questo amore sine modo, lo hai donato e, anche se non hai sentito quella voce, sei stato e sei il figlio prediletto di Dio.
R.T.