La Villa Belvedere, storico giardino pubblico di Acireale intitolato a re Vittorio Emanuele III è finalmente di nuovo fruibile a cittadini e visitatori, dopo circa un anno e mezzo; tanto, infatti, sono durati i lavori di ‘restyling’ generale che hanno interessato la struttura. La villa appare oggi completamente rimessa a nuovo, nonostante non manchino le anomalie che lasciano l’amaro in bocca a quanti ne hanno a cuore le sorti.
Con una cerimonia molto sobria per la concomitante tragica scomparsa del consigliere comunale Camillo Baldi, alla presenza di autorità comunali (in primis il sindaco), del vescovo mons. Raspanti e di una nutrita folla di cittadini, la villa ha dunque riaperto i battenti.
Si trattava di un evento particolarmente atteso che, a giudicare dalla numerosa affluenza di pubblico, stimolava la curiosità generale. Le opere di riqualificazione che hanno interessato la struttura erano opportunamente illustrate da alcuni cartelloni posti in diversi punti del giardino pubblico. Non è invero poco quanto oggi torna a conferire alla villa lo splendore di un tempo: per esempio, la rinnovata storica arena Eden, che potrà finalmente consentire, nel periodo estivo, la ripresa di rappresentazioni cinematografiche e teatrali all’aperto; di fianco, i locali destinati al bar, che chi scrive ricorda ancora attivo negli anni della propria infanzia, e ancora, sulla sinistra del giardino comunale, un moderno edificio che, oggi al posto di quello fatiscente e degli antichi campetti, è ancora destinato ai giovani (ricordo, a tal proposito, una struttura con annessi spogliatoi, per anni in abbandono!).
Quanto oggi è sotto gli occhi di tutti cozza tuttavia con alcune anomalie che risaltano: inspiegabilmente, per esempio, alcuni vialetti, compreso lo spiazzo occupato dal palchetto per le orchestre, sono ricoperti da uno strato di ghiaietta, estremamente pericoloso in quanto scivoloso per le donne che calzano scarpe con tacchi. Ed ancora: è stato fatto scempio della antica vasca dei cigni con annesso gruppo marmoreo di ‘Aci e Galatea’; la vasca è oggi ridotta nelle dimensioni e dotata di una cascatella d’acqua che confluisce in quello che può dirsi uno stagno d’acqua putrida.
Se è vero che è stato ripristinato convenientemente il cosiddetto ‘belvedere’, cioè la ringhiera da cui si gode un panorama unico al mondo, nel piano sottostante non è stata invece ripristinata l’aiuola un tempo adibita a calendario (che i giardinieri aggiornavano quotidianamente).
Vien da chiedersi, dunque: i responsabili tecnici dell’omonimo Ufficio comunale, che hanno gestito i lavori di riqualificazione della villa, non si sono accorti di queste inspiegabili anomalie? E la Soprintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali ha tratto le necessarie deduzioni per farle correggere? C’è ancora tempo per rimediare o il marchio di una malcelata improvvisazione segnerà indelebilmente la nostra meravigliosa villa?
Nando Costarelli