D fronte ad un’emergenza siccità sempre più in aumento, può la tecnologia aiutarci a combattere la carenza di acqua? Il sistema “Air to water” forse potrà aiutarci a tamponare gli effetti dei cambiamenti climatici.
Tecnologia / Convertire l’aria in acqua contro la siccità: quanto è blu il nostro pianeta?
Il pianeta Terra, visto dall’alto, è quasi completamente blu ed è ricchissimo di acqua, per il 77% della sua superficie. Il 97% di questa, però, è salata e, secondo stime riportate da WorldAtlas, meno dell’1% dell’acqua del pianeta è potabile. Oggigiorno questa risorsa, riconosciuta come diritto umano fondamentale dalle Nazioni Unite, è sempre più a rischio, tanto da essere chiamata “oro blu”. Secondo i dati dell’ONU, una persona su tre oggi non ha accesso all’acqua potabile. Inoltre, in meno di dieci anni, 700 milioni di esseri umani potrebbero dover migrare a causa della scarsità d’acqua nei luoghi di origine.
E se ogni 17 giugno celebriamo la Giornata mondiale della desertificazione e della siccità, Aquastat è ormai una mappa interattiva creata dalla FAO che mostra qual è lo stato dei corsi d’acqua nel mondo in grado di rilevare progressivi peggioramenti. Anche l’Italia, secondo i dati dell’Ispra, ha il 28% del suo territorio a rischio di desertificazione, ha subito dei notevoli cambiamenti a livello idrico: l’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche segnala come essa sia in forte pericolo a causa del calo di fiumi e laghi (la siccità del Po sta toccando livelli record). Questa emergenza, che in futuro potrebbe coinvolgere 8 italiani su 10, nel mondo causa già 3 milioni di morti annui. Quali possibili soluzioni?
Tecnologia / Convertire l’aria in acqua contro la siccità: gli impianti SEAS
Nata dalla volontà di aiutare le popolazioni in difficoltà e di creare acqua sana e pulita nel mondo ovunque serva, arriva una tecnologia quasi fantascientifica. Si tratta di un sistema rivoluzionario prodotto da SEAS – Sociètè de L’Eau Aèrienne Suisse: riesce a catturare l’umidità ambientale e la condensa fino a farla diventare acqua potabile e di alta qualità, filtrandola, sottoponendola ad un trattamento antibatterico e mineralizzandola. Può essere adattata ad usi umani, agricoli, industriali ed è diventata un’opzione reale per far fronte alla scarsità d’acqua dolce planetaria. È stato stipulato un accordo tra Seas e il Consiglio economico di Tawazun, società dell’industria della difesa e della sicurezza operante negli Emirati Arabi, per sviluppare questi impianti ad Abu Dhabi, sia per uso civile che militare.
Saranno prodotti 3.000 dispositivi e ognuno avrà una potenzialità produttiva quotidiana di 30 litri d’acqua, per un totale di 100mila litri in un solo giorno (gli stessi litri che secondo l’Istat sono persi in Italia in un solo secondo a causa dello stato delle nostre condutture). La novità sta nella commercializzazione su larga scala di questi apparecchi, non nella loro invenzione. Infatti, uno degli apparecchi di Seas era già stato presentato ad Expo 2015.
Anna Magrini, docente presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Pavia che partecipato alla realizzazione della tecnologia esponeva in un convegno ad Expo che “a differenza delle tecnologie a osmosi inversa, come la desalinizzazione o la depurazione ovvero il trattamento delle acque reflue, quella di Seas garantisce un impatto ambientale basso o nullo, non rilasciando impurità nell’ecosistema locale e offrendo una fonte illimitata di acqua potabile”. Gli impianti sono già in funzione in territori bisognosi come la Namibia.
Tecnologia / Convertire l’aria in acqua contro la siccità: altre soluzioni
Vi sono altre invenzioni che fungono da sorgenti rinnovabili e inesauribili di acqua pulita grazie al sistema “Air To Water”. Warka Water, ad esempio, è una torre intrecciata di bambù, nylon e bioplastica che cattura l’umidità nell’aria convertendola in acqua all’interno di appositi secchi. Il principio è sempre quello della condensazione ma in questo caso essa avviene in modo del tutto naturale, senza l’intervento di elettricità. E’ alta 10 metri, pesante 60 kg e costruito con materiali ecosostenibili.
Questa struttura è stata progettata dagli architetti italiani Arturo Vittori e Andreas Vogler in collaborazione con il Centro di Cultura Italiana di Addis Abeba e la EIABC .- Ethiopian Institute of Architecture, Building Construction and City Development, ed installato inizialmente proprio in Etiopia. Alcuni scienziati, inoltre, hanno iniziato recentemente a studiare l’anatomia di una specie di scarabeo che vive nel deserto della Namibia. E’ bene tenere a mente che la Namibia è uno dei posti più aridi del pianeta.
Eppure questo insetto ha una struttura dell’addome molto particolare, che gli consente di fare condensare sul suo corpo la nebbia del deserto e fare scivolare le gocce d’acqua fino alla bocca. Si è provato a replicare tramite la stampa 3D questo genere di conformazione, ottenendo così acqua condensata artificialmente. Vi è poi la bottiglia Fontus, dotata di un sistema perfettamente portatile che le permette di riempirsi in autonomia.
I risultati sono però ancora piuttosto scarsi in termini quantitativi. La migliore soluzione al problema della carenza di acqua nel prossimo futuro, suggeriscono diverse fonti autorevoli, sarà la conservazione della risorsa e l’ottimizzazione del suo uso. La tecnologia potrà di certo aiutarci a tamponare i danni dei cambiamenti climatici in futuro. Ma la prima cosa da fare è rendersi conto di quanto i beni naturali che ci circondano non siano affatto scontati e proteggerli.
Maria Maddalena la Ferla