Acireale si appresta a celebrare in questi giorni il compatrono S. Sebastiano con l’indizione di un anno giubilare. Mezzo millennio di devozione al Santo martire ebbe inizio nella chiesetta a lui intitolata e ubicata in via Vittorio Emanuele. Oggi il tempietto è intitolato a S. Antonio da Padova.
In quella chiesetta aveva già sede, dai primi del XVI secolo, l’Oratorio della Confraternita di San Sebastiano, che vi rimase fino al 1640, quando furono completate le operazioni di trasferimento presso i nuovi locali dell’attuale fastosa basilica. Le radici del culto in onore del Santo bimartire nella nostra città, nate proprio in quell’Oratorio, si perdono, dunque, nella notte dei tempi.
La festa del compatrono San Sebastiano avviata dall’omonima Confraternita
Fu proprio la Confraternita di San Sebastiano a farsi carico dell’organizzazione dei festeggiamenti. Quelle aggregazioni religiose erano sorte in tutte le più importanti chiese di un agglomerato urbano che progressivamente allargava i propri confini.
Oltre a costituire il motore dei festeggiamenti religiosi, rivestivano anche importanti funzioni sociali, come l’assistenza ai ceti più deboli, la protezione sociale, il mutuo soccorso.
E ancora, la cura degli ammalati, la morte in grazia di Dio e l’onorata sepoltura delle salme. Tutte queste attività erano finanziate con i proventi ottenuti dai versamenti che i soci effettuavano alle Confraternite di appartenenza. Ma anche con le offerte di privati cittadini, con lasciti testamentari o con redditi di beni immobili ricevuti in donazione.
Non è dato sapere con certezza l’anno esatto della costituzione della Confraternita di San Sebastiano (diversamente, per esempio, da quella di San Michele, costituitasi nel 1620).
Né quello della successiva costituzione dell’Oratorio intitolato al Santo Compatrono.
Si hanno, invece, notizie, fornite da pubblicazioni curate dal canonico Vincenzo Raciti Romeo, del Capitolo Collegiale della Basilica Cattedrale, circa l’odierna chiesetta di Sant’Antonio da Padova.
La chiesa, come già detto, originariamente intitolata a San Sebastiano, sorse dopo la fine dell’epidemia di peste del 1466. Dell’originario tempietto, distrutto in seguito al violento terremoto del 11 gennaio 1693, rimane oggi solo il portale gotico.
Un Oratorio intitolato al compatrono San Sebastiano
Attestazione inoppugnabile dell’esistenza in loco dell’Oratorio intitolato al Santo Bimartire è, invece, un documento datato 25 maggio 1522 e redatto da Manfredo Russo. Documento che cita appunto l’esistenza degli Oratori di due Confraternite, intitolate a San Sebastiano ed ai Santi Apostoli Pietro e Paolo. Essi, già da allora rivaleggiavano per la grandezza dei festeggiamenti in onore dei rispettivi Santi protettori e, successivamente, diedero impulso alla costruzione delle due grandi Basiliche cittadine. Queste, le origini del culto in onore del Santo Bimartire.
Un decreto emesso in data 11 settembre 1571 da mons. Antonio Faraone, all’epoca vescovo di Catania, nel cui territorio ricadeva parte dell’attuale diocesi acese (per intenderci la parte sud, più o meno coincidente con la fascia ionica, cioè da Giarre in giù, mentre la parte pedemontana era territorio dell’arcidiocesi di Messina) autorizzava l’effettuazione della processione esterna in onore del Santo compatrono.
In tal modo diede seguito alle aspirazioni di confrati e devoti che, desiderando solennizzare la festa del 20 gennaio di ogni anno, fecero costruire una statua del Santo che è proprio quella attualmente custodita nella fastosa cappella. Mentre una copia, risalente al 1934, si conserva nei locali del Museo della Basilica Collegiata. Ovviamente, il decreto di mons. Faraone riconosceva la validità delle attività di culto ma, allo stesso tempo, stabiliva i prinicipi generali cui le locali autorità religiose dovevano attenersi nell’effettuazione dei festeggiamenti.
I solenni festeggiamenti del 18, 19 e 20 agosto prossimi si concretizzeranno, tuttavia, semplicemente in celebrazioni all’interno della grande Basilica di san Sebastiano. Con i posti contingentati che rendono indispensabile una prenotazione da parte di quanti vorranno assistere alle celebrazioni.
Nando Costarelli