L’attentato contro il più grande ospedale militare di Kabul, in Afghanistan, ha provocato almeno 19 vittime. Un attacco suicida, secondo quanto riferito da un rappresentante dei talebani. A innescare l’esplosione, in cui sono anche rimaste ferite oltre 40 persone, un attentatore in sella a una motocicletta. Assieme a lui c’erano anche alcuni uomini armati, uccisi dai talebani dopo l’attacco. La Cnn riporta un bilancio confermato da fonti dei talebani che parla di almeno 15 morti e 30 feriti. Mentre Al-Jazeera (rete televisiva satellitare con sede in Qatar), citando fonti del ministero degli Interni talebani, ha riferito di 19 vittime e 43 feriti.
Afghanistan / Punto sugli Attentati e relative vittime: lo Stato Islamico rivendica l’attentato alla moschea di Kandahar
L’organizzazione militante afghana affiliata allo Stato Islamico ha rivendicato la responsabilità dell’attentato suicida contro una moschea sciita a Kandahar, che il 15 ottobre ha causato la morte di 47 persone. In una dichiarazione pubblicata la sera dello stesso 15 ottobre sui social media, il gruppo armato, noto come lo Stato Islamico della Provincia del Khorasan, ha affermato che due membri del gruppo hanno prima ucciso le guardie di sicurezza che presidiavano l’ingresso della moschea di Fatimiya. Una volta all’interno, uno degli attentatori si è fatto esplodere sul posto e l’altro ha provato ad addentrarsi nella struttura. L’agenzia di stampa dello Stato Islamico, Amaq, ha rilasciato un comunicato in cui ha fornito i nomi degli attentatori. I responsabili sono noti come Anas al-Khurasani e Abu Ali al-Baluchi, entrambi di nazionalità afghana.
Afghanistan / Punto sugli Attentati e relative vittime: attentato nella moschea sciita
L’attacco è avvenuto una settimana dopo un altro attentato, che ha causato la morte di altri 46 civili nella moschea sciita della città Nord-orientale di Kunduz, durante la preghiera di venerdì 8 ottobre. Anche questo assalto è stato rivendicato dall’affiliata afghana dello Stato Islamico. Al contrario, la responsabilità di un attacco effettuato a Kabul il 3 ottobre, non è stata reclamata. Quest’ultimo aveva preso di mira un’altra moschea in cui erano presenti alcuni funzionari talebani, che avevano partecipato alle celebrazioni funebri della madre del viceministro dell’attuale governo ad interim, Zabihullah Mujahid. In ogni caso, dalla presa di Kabul del 15 agosto, è stato registrato un aumento degli attacchi da parte dei militanti dell’IS-K, con il probabile intento di minare il nuovo esecutivo, guidato dai talebani, che sono un gruppo rivale allo Stato Islamico.
Cos’è l’IS-K
L’IS-K è nata nel 2015 nella regione Nord-orientale dell’Afghanistan. Si ritiene che tale sezione fondata da ex membri dei talebani pakistani e si sia diffusa nelle zone rurali del Paese, soprattutto nella provincia di Kunar. Qui si registra una maggiore presenza di musulmani salafiti, lo stesso ramo dell’Islam sunnita dello Stato Islamico. Questi si sono sempre identificati come una minoranza tra i talebani. Secondo gli esperti, dopo una serie di perdite dovute alle operazioni mirate contro il gruppo, l’IS-K si è riorganizzato in una rete di micro-cellule difficile da eradicare e rappresenta minaccia per la stabilità del paese e della regione. E’ vero che alcuni afghani organizzano “attacchi codardi” dopo aver adottato “la mentalità dello Stato Islamico”.
Afghanistan / Punto sugli Attentati e relative vittime: ulteriori attentati precedentemente verificatesi in Afghanistan
In tale contesto, è importante sottolineare che gli attacchi alle moschee sciite e agli obiettivi associati alla minoranza etnica hazara, che costituisce il più grande gruppo sciita in Afghanistan, non sono eventi nuovi per il Paese. Tali violenze si verificavano regolarmente anche sotto l’ex governo di Kabul, appoggiato dall’Occidente. Uno degli episodi in questione si è verificato il 12 maggio 2020, in un ospedale di Kabul. Nel posto un gruppo di aggressori armati legati allo Stato Islamico aveva colpito il reparto di maternità della struttura, causando la morte di 13 personei. Oppure, il 24 ottobre 2020, l’organizzazione aveva colpito un centro di formazione nello stesso quartiere a maggioranza sciita della capitale. La “pax talebana” sembra insomma già traballare tragicamente.
Roberta La Terra