Il culto di Sant’Agata travalica i confini della semplice devozione. È cuore e anima antica. Voto d’appartenenza. Rito identitario di una città intera e del suo entroterra. Racconto popolare e tradizione orale che si rinnova e parla alle genti con linguaggi e significati sempre rinnovati. È da questo assunto che si sviluppa Agata, tra cielo e terra, in scena mercoledì 1 agosto alle ore 21 nella suggestiva cavea del teatro greco-romano di Catania, all’interno del ricco cartellone estivo significativamente intitolato “Teatro Aperto”, come si conviene ad un contenitore che accoglie proposte di qualità ma programmate dall’ente a costo zero.
Lo spettacolo si snoda tra memorie e “cunti” antichi, musiche popolari e testi poetici, curati e adattati per la recitazione e il canto secondo il progetto sviluppato dall’attrice Valeria Contadino, Mariangela Vacanti e dal cantautore Mario Incudine, per ripercorrere il martirio della Santa Patrona di Catania. L’operazione vanta prestigiose collaborazioni. La regia è di Ezio Donato. Musiche originali di Mario Incudine eseguite dal vivo, composte appositamente da quest’ultimo insieme a Mariangela Vacanti, attingendo alle sonorità popolari mediterranee che s’intrecciano con le atmosfere classiche dei “mottetti” e degli “oratori” della tradizione sacra. Il costume di Agata è una creazione della stilista Marella Ferrera
L’intensa narrazione rende omaggio alla figura religiosa simbolo della città, martire fanciulla impressa nella memoria dei cittadini catanesi e che rivivrà nelle interpretazioni a più voci di attori e musicisti. Tra i primi Vitalba Andrea, Valeria Contadino, Ezio Donato, Miko Magistro. Al fianco di Mario Incudine (chitarra, chitarra battente, bouzouky e voce) si ritroveranno, sul versante musicale, artisti che da anni lavorano con il noto compositore siciliano: Mariangela Vacanti (voce), Antonio Vasta (organetto, fisarmonica e pianoforte), Antonio Putzu (fiati etnici) e Francesca Incudine (percussioni, tamburi a cornice e voce).
Una proposta con una chiara matrice territoriale e insieme universale, tesa a valorizzare e reinterpretare il vasto bagaglio culturale che da sempre è l’anima dell’Isola, tenendo fede agli obiettivi precipui dell’ente. Lo sottolinea lo stesso direttore Giuseppe Dipasquale: “È un dovere per un Teatro Stabile fare i conti con la tradizione, procedendo a ritroso nell’affascinante percorso della nostra Storia civile, artistica e religiosa”.
Una strategia vincente e anche innovativa, dato che Agata, tra cielo e terra è inserito, come si diceva, nel calendario di “Teatro Aperto”, la stagione estiva a costo zero dello Stabile etneo. Una programmazione fitta di eventi di rilievo e prestigiose partnership in cui gli artisti guadagneranno solo dagli incassi dei biglietti, senza gravare ulteriormente sulle casse dell’ente. “Una nuova formula per una proposta di altissimo livello – continua Dipasquale – che spazia dai concerti di musica sinfonica, al teatro di prosa, al recital e al balletto. Il nostro affezionato pubblico potrà così godere di un’ampia programmazione anche durante la stagione estiva, nonostante la crisi in atto. Non esistono né ferie né altre pause quando si tratta di cultura”.