È l’idea di Osvaldo De Falco, 28 anni, calabrese di Rossano (Cs). L’agricoltore digitale può adottare quattro tipologie di alberi: l’arancia navelina, la clementina calabrese, la clementina calabrese tardiva e il limone giallo. Per ogni albero ha la possibilità di scegliere tre diversi tipi di pacchetti, in base ai quali paga un prezzo e riceve a domicilio un quantitativo di frutta. Rigorosamente bio.
Agricoltura 2.0. Rigorosamente bio. L’idea di Osvaldo De Falco, 28 anni, calabrese di Rossano (Cs) emigrato prima a Roma per studio (laureato in economia e commercio) e poi a Milano (per lavoro) è semplice e originale: permettere di adottare a distanza degli alberi e seguirne la crescita e fruttificazione tramite smartphone e tablet. Una nuova frontiera dell’agricoltura, a colpi di touch, sulla quale ha acceso i riflettori anche Google – Italia, che premierà l’idea di De Falco tra le “Eccellenze in digitale”.
Virtuale che diventa reale. “La spinta mi è venuta a Milano, dove ho lavorato per due anni come consulente finanziario” – spiega De Falco. La nostalgia per l’agricoltura e il verde era forte. “Noi veniamo dalla natura, avvicinarci ad essa porta un benessere. Allora ho pensato: la tecnologia l’abbiamo, perché non digitalizzare le aziende agricole?”. Così nasce “Biorfarm” (www.biorfarm.com), la piattaforma che consente di essere agricoltore digitale. “Il segreto era rendere possibile alle persone di adottare degli alberi e creare un frutteto virtuale” – prosegue De Falco, che confida come “l’idea è venuta anche guardando quei giochi come Farmville, le fattorie virtuali che andavano di moda su facebook. Ho pensato così di renderle reali”.
La proposta bio. L’agricoltore 2.0 può adottare quattro tipologie di alberi. Sono l’arancia navelina, la clementina calabrese, la clementina calabrese tardiva e il limone giallo. Per ogni albero l’agricoltore digitale ha la possibilità di scegliere tre diversi tipi di pacchetti, silver, gold e platinum, in base ai quali paga un prezzo e riceve a domicilio un quantitativo di frutta. Rigorosamente bio, perché “un’alimentazione naturale, biologica, è alla base della crescita del terzo millennio – dice De Falco. Biorfarm consente di seguire tutta la campagna digitando sul proprio account “giardino”. Lì l’agricoltore digitale trova tutte le foto degli alberi durante la fruttificazione. A coltivarle, c’è il contadino “Peppino”.
In rete…c’è campo. “Per ora c’è una sola azienda agricola sulla piattaforma, ma vogliamo crescere”. Guarda avanti De Falco e mette gratuitamente a disposizione di altri imprenditori la piattaforma Biorfarm. “Ho ricevuto tante richieste di aziende interessate a entrare in Biorfarm, ma il buon 90% non praticava coltivazioni biologiche”. Per De Falco però “il mercato digitale dell’agricoltura è un passaggio dovuto”, per questo “vogliamo creare una rete tale che un domani, anche con l‘app che verrà realizzata, sarà possibile adottare ad esempio l’albero di mele in Trentino, l’arancia rossa di Sicilia, il limone di Amalfi. Si avrebbero tanti prodotti bio e a prezzi competitivi”.
Il contadino digitale di fiducia. Anche se virtualmente, tra il contadino “Peppino” – liberamente consultabile – e l’agricoltore 2.0 si crea un vero e proprio rapporto. “Mentre nella normale filiera agricola i frutti, prima di arrivare al market, passano diverse procedure, dall’agricoltore al commerciante, al grossista al centro di distribuzione con prezzi più alti, con l’agricoltura 2.0 si crea un dialogo tra l’agricoltore e il cliente – utente e il prezzo è più basso rispetto a quello di mercato perché l’agricoltore ha un margine maggiore sul proprio prodotto naturale”.
Internet e occupazione. È proprio questa l’idea di Unioncamere e Google, quella di premiare chi, attraverso il digitale, riesce a rendere competitivo il tessuto produttivo italiano. De Falco ha presentato il suo progetto il 3 giugno a Milano, in un convegno targato Google. Secondo il rapporto “Come Internet crea lavoro, come potrebbe crearne di più” di “Crescita digitale”, la campagna di Italia Futura realizzata in collaborazione con Google, “in un ipotetico paese medio l’aumento della diffusione del 10% di Internet comporta un aumento dell’occupazione complessiva di 0,44 punti percentuali e un aumento dell’occupazione giovanile di 1,47 punti percentuali”. “Per ora l’economia la muovo in piccolo” – chiosa De Falco, ma “il futuro è digitale”. In rete, senza guardare solo al proprio orticello.
Fabio Mandato