Agroecologia in Sicilia / Un passo importante verso l’agricoltura sostenibile

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Agroecologia in Sicilia

Il 20 Gennaio 2025 è entrata in vigore tramite decreto attuativo una legge regionale sull’agroecologia (n.21 del 29 luglio 2021). Con questa legge la Sicilia si impegna a favorire pratiche di agroecologia tra cui: agricoltura biologica, rotazione delle colture, agroforestazione, recupero delle varietà autoctotone e riutilizzo delle acque reflue urbane in agricoltura.

Agroecologia in Sicilia / Un lungo percorso legislativo e burocratico

L’iter per la legge inizia il 19 Luglio 2021, ma incorre in svariati rallentamenti e ricorsi che hanno rallentato la sua attuazione. Il rallentamento più grande consiste nel ricorso poi sfociato in una sentenza della Corte Costituzionale. Questa sentenza dichiarò illegittimi i commi 1 e 2 dell’articolo 3 e dal comma 1 al 6 dell’articolo 6. I primi regolavano l’uso di biocidi lungo bordi di strade e ferrovie pubbliche e in qualsiasi altro luogo pubblico non destinato all’attività agricola. I secondi prevedevano invece che determinati tipi di merci agricole in entrata nella regione fossero accompagnate da un certificato che dimostrasse la presenza di farmaci entro i limiti di legge. Dopo questo lungo iter legislativo si è arrivati alla firma del dirigente generale Dario Cartabellotta che rende operativa la norma.Agroecologia in Sicilia

Agroecologia in Sicilia / I nuovi incentivi per le imprese dell’agricoltura 

Il punto fondamentale di questa nuova norma sono gli incentivi messi a disposizione per le imprese agricole. Si tratta di finanziamenti con fondi europei per le aziende che decidono di adottare modalità produttive che rispettino l’ambiente e la natura, in linea con i principi dell’agroecologia. Questi principi sono quelli definiti dall’European Association for Agroecology. Tramite queste tecniche si vuole rendere l’agricoltura una pratica a ridotto impatto ambientale e che favorisca la biodiversità locale. Per ottenere questi finanziamenti l’impresa deve ottenere il riconoscimento di “Azienda Agroecologica”.

Per farlo le imprese dovranno presentare annualmente una minuziosa perizia dove dimostrano di utilizzare tecniche produttive conformi ai requisiti minimi esposti dalla norma. Questi requisiti minimi sono incentrati sui principi agroecologici descritti in precedenza, come ad esempio destinare almeno il 10% della superficie aziendale a specie arboree autoctone e l’utilizzo di razze zootecniche autoctone per almeno il 10% dei capi, sia per animali di bassa corte che per altre specie. Oltre questi requisiti minimi se si soddisfano standard aggiuntivi come il recupero e riuso delle acque reflue e piovane e l’adozione di sistemi di smaltimento e trattamento delle acque reflue è possibile ottenere ulteriori fondi.

Agroecologia come risposta alla crisi idrica

La Sicilia è una delle regioni europee maggiormente colpita dall’innalzamento delle temperature. Questo evento provoca una crescente siccità e desertificazione, e i metodi tradizionali non riescono più a soddisfare il fabbisogno idrico della regione. In particolare il settore agricolo consuma più della metà dell’acqua a disposizione. Introdurre tecnologie in grado di filtrare e ripulire le acque reflue per poterle riutilizzare in agricoltura è una soluzione sostenibile al problema.

Questa soluzione può essere vantaggiosa su più fronti, oltre a fornire acqua al settore agricolo è una soluzione sostenibile allo smaltimento delle acque reflue urbane e piovane, consentendo di riciclarle in un processo di economia circolare senza impatti ambientali dovuti al rilascio delle acque reflue in mare. Una soluzione sostenibile anche dal punto di vista economico, infatti ripulire le acque reflue e piovane costa meno che installare dissalatori o importare acqua da altri luoghi. Tramite questi metodi si stima di poter soddisfare fino al 15% del fabbisogno idrico agricolo regionale.

Carlo Nibali