Ai bordi della cronaca a volte non si trovano più parole per commentare il ripetersi di tragedie sconvolgenti.
C’è un silenzio che nasce da un improvviso nodo alla gola.
Quando la brutalità e la crudeltà dell’uomo raggiungono certe dimensioni la ragione non riesce più a prenderne le misure.
Da qui nasce lo smarrimento che in questi giorni si prova guardando alla Francia e alla Nigeria.
Ma anche guardando a violenze sull’uomo e sulla donna che accadono a poca distanza da casa.
E così un silenzio pensoso accompagna lo sfogliare delle pagine, il rincorrersi delle notizie e delle immagini.
Ma davvero non c’è proprio da aggiungere altro a quanto i media raccontano e commentano?
Le domande che irrompono nella mente mentre si leggono le analisi e le opinioni ricevono sempre le spiegazioni più attese?
Il più delle volte la risposta è affermativa quando ci si riferisce a quegli spazi in cui la ragione si muove con la sua forza.
Ma ci sono spazi che la ragione non riesce ad attraversare perché fermata dal mistero del male.
La sfida tra il male e la ragione è sempre stata accesa ma in questi giorni le vampate venute in particolare dalla Francia e dalla Nigeria rilanciano la riflessione sulla vittima invisibile del male che è appunto la ragione. La ragione negata.
Nella cronaca le lacerazioni di questa negazione sono innumerevoli, rimangono ferite che non si rimarginano, diventano le non risposte ai perché di tanta disumanità.
Ecco perché tanto silenzio inquieto ai bordi della cronaca..
Non è rassegnazione o resa. È la ricerca delle radici di un odio, sempre irrazionale, che semina morte e terrore.
Come è possibile che un essere umano arrivi a compiere atti disumani?
Cosa è successo di così devastante da trasformare un uomo in un assassino?
Cosa sta succedendo?
Che senso hanno le conquiste della scienza, della tecnologia? Che senso hanno le dichiarazioni dei diritti umani? Che senso hanno le infinite possibilità di accorciare le distanze culturali tra persone e popoli?
Più domande che risposte.
Alla fine, ai bordi della cronaca, torna una immagine che potrebbe sembrare fuori tema, lontana dalla realtà, estranea alle opinioni e alle interpretazioni che si stanno susseguendo sui fatti accaduti.
L’immagine è quella dell’uomo al bivio tra il Nulla e l’Infinito.
Immagine forse retorica per alcuni ma non per chi ai bordi della cronaca cerca, forse illudendosi, di scoprire qualcosa d’altro, qualcosa di più profondo.
E allora la domanda è se le tragedie di questi giorni non siano proprio la prova che a quel bivio si sia presa la direzione del Nulla.
Un Nulla che impugna le armi per uccidere e distruggere, ma anche un Nulla che svuota le coscienze.
Un Nulla nel quale l’umanità intera rischia di essere trascinata se non avesse dentro di sé l’inestinguibile desiderio di Infinito che la trattiene dal baratro e la incoraggia a prendere la strada della speranza operosa.
Ai bordi della cronaca, in un silenzio ricco di tanti commenti e di tante interpretazioni, nascono anche questi pensieri che, con i loro limiti. hanno al loro centro la questione della ragione negata dal male e l’immagine dell’uomo al bivio tra il Nulla e l’Infinito.
Paolo Bustaffa