L’esperienza del Campo estivo Aifo 2018 a Latina, organizzato dall’intraprendente socio Libero Ponticelli e dal suo attivo staff, unitamente a guide esperte, rappresenta per i numerosi partecipanti provenienti da tutta l’Italia, una costruttiva settimana culturale e vacanziera di portata eccezionale per la conoscenza di un vasto territorio laziale, fecondo e civilmente abitato, dopo secoli di abbandono in preda alla mortifera palude. Per merito di bonifiche salutifere è del tutto cancellato un passato storico- geologico opprimente, quale appare nei Musei dell’Agro Pontino e dello sbarco di Anzio di Piana delle Orme.
Ancora di più la meraviglia cresce nel visitare, passo passo, l’Agro Pontino, che dà vita a 300 famiglie – dotate di casa colonica e di un podere – provenienti dal Veneto negli anni trenta del Novecento, e il relativo Consorzio di bonifica. Uno degli impianti idrovori più grandi d’Europa è quello di Mazzocchio, con l’eccezionale portata d’acqua di 42.000 litri al secondo. Il grande poeta Goethe, nel suo “Viaggio in Italia”, visita e descrive l’antica palude pontina, dove appaiono qua e là squarci di fiorellini di campo, esaltando l’opera di bonifica, positivamente iniziata da Pio VI, ma interrotta dopo la sua morte.
Molto gradita la visita del presidente nazionale Aifo, Antonio Lissoni, e del direttore Maurizio. Il programma sull’Agro Pontino è arricchito con iniziative di carattere sociale: vivaci testimonianze di competenti persone, responsabili di centri di volontariato e di solidarietà, animate da uno spirito altruistico esemplare, encomiabile. Indimenticabili, le visite alla “Pergola” di Cisterna e alla Fondazione Internazionale “Il giardino delle rose blu”, sogno di don Ermanno D’Onofrio, desideroso di dare speranza a chi l’ha persa. Entrambi i centri di volontariato s’impegnano per poveri e abbandonati, famiglie in difficoltà, ragazzi sfuggiti all’obbligo scolastico. In particolare, da segnalare la fondazione di volontariato 2008 in Bosnia Erzegovina e Croazia, in seguito alle guerre balcaniche, in favore di bambini abbandonati o seguiti da genitori, ma colpiti da patologie incurabili.
Pregno di passione il reportage di Susanna Bernoldi sulla sua esperienza in Palestina. Momenti di profonda riflessione, sia per la visita al Borgo ‘le Ferriere’, alla casa della martire fanciulla santa Maria Goretti, con relativo commento della suora custode, sia per i due incontri di “Reti di giustizia”, l’uno a Borgo Montello su don Cesare Boschin, ucciso dalla malavita locale, l’altro allo stabilimento “Belvedere” di Nettuno su problematiche attuali del luogo, atte a risvegliare nella coscienza di tutti l’impellente esigenza di difesa dei diritti umani.
La visita alla solare città marittima di Nettuno, con bellezze paesaggistiche, ci offre l’occasione di un bel bagno. Incisive, la visita al Santuario di Nostra Signora delle Grazie e di Santa Maria Goretti, e l’altra al Cimitero monumentale che reca scritto sul cancello d’entrata “Sicilia-Roma”, americano, dove riposano i caduti della Seconda Guerra Mondiale, tra cui alcuni italo-americani.
L’indomani, stupenda la visita all’abbazia di Montecassino, sostenuta dalla presenza di nove monaci benedettini, tra i quali abbiamo incontrato P. Giacinto, per una breve meditazione spirituale. L’abbazia, fondata da san Benedetto da Norcia, rivive sempre con il detto latino “Ora et labora” (“Prega e lavora”): magnifica opera d’arte, è un punto di riferimento molto importante per valori storico- sociali e artistici; colpita da 450 tonnellate di bombe il 15 febbraio 1944, con circa 20.000 vittime civili, a Cassino, viene ricostruita: nella zona dell’ingresso, primeggiano la statua di San Bernardo e a poca distanza quella di Adenauer.
Nella adiacente collina sono seppelliti tutti insieme i giovani soldati polacchi caduti, segnati da una grande croce bianca, con la relativa scritta:” Abbiamo dato il corpo all’Italia, il cuore alla Polonia, l’anima a Dio, per la nostra e altrui libertà”.
Giorno memorabile, l’escursione all’isola di Ventotene, dove venne esiliato l’europeista Spinelli: giunti dal porto di Formia in traghetto, visita di villa “Giulia”, augustea, e del suggestivo Museo ornitologico. Da segnalare l’incantevole visita ai giardini di Ninfa, con i ruderi della città medievale, rivestiti di fiori; inoltre il borgo medievale di Sermoneta, dalla cui terrazza si gode il fantastico paesaggio verde dell’Agro Pontino, confinante con il promontorio del Circeo.
La sera, nell’accogliente giardino del Park Hotel Latina, ci ritroviamo tutti insieme a tavola a gustare la buona cucina locale. Dopo gli incontri quotidiani di ordine sociale, riunioni serali nella Sala Rossa; in apertura, spettacolo con l’empatica Band di Collins, ovvero banda di ragazzi migranti, a cura di Daniela Curcio. Temi degli incontri-dibattiti, molto attuali: violenza alle donne; problematiche sui carcerati; progetti CESV di volontari Aifo di Latina sull’attualità di Follereau, quale testimone; presentazione del video 2017 e proposte 2018 per il Festival della Cooperazione Internazionale di Ostuni, a cura di Franco Colizzi; qualificati interventi di vari soci, tra i quali Libero Ponticelli, Mariella Pisano, Generoso Scicchitano, Giuseppe Vicari; proiezione di cortometraggi sul Festival Pontino.
L’ultima sera, dopo l’ascolto della S.Messa prefestiva in parrocchia, nel teatro locale, esilarante rappresentazione di “La giara” di Luigi Pirandello, con la brillante regia di Alfonso Borzacchiello. Bravi, i personaggi e gli interpreti: Don Carmelo Zirafa, Franco Perna; Cecio, garzone, Cesario Borzacchiello; Bastiano Licasi, conciabrocche, Giuseppe Della Ratta; Rosalia, Concetta e Ninuzza, contadine raccoglitrici di olive, Giovanna Torosani; Giovanna Di Pietro; Beatrice Stipo; il mulattiere, Emanuele Limardi; Turidda, contadina, Chiara Paolucci; l’avvocato Scimè, Daniele Tremante.
Anna Bella