In Italia, le stragi stradali non smettono mai di stupire. Ogni giorno, infatti, si legge un reale bollettino di guerra sulle vittime della strada. Tra le associazioni impegnate nel dirimere l’annoso tema, relativo all’incidentalità stradale, si distingue per il suo operato l’Aifvs – Associazione Italiana Familiari Vittime della Strada. L’associazione indicata ha un leitmotiv: essere in prima linea nella lotta alla strage stradale. In più, la sfida Aifvs riguarda l’anticipare, con tappe territoriali, il raggiungimento dell’obiettivo: “Vittime zero sulle strade della nostra città e del nostro territorio entro il 2030”.
Di certo nobili intenti! Propositi che includono l’ente di promozione sociale nell’alveo delle associazioni di pregio nazionale. La presidente Aifvs Giuseppina Cassaniti, dal canto suo, reitera l’impegno e la sua personale battaglia. E asserisce che i componenti dell’ente associazionistico sono, a vario titolo, vittime di incidenti stradali, anche con relativi casi gravi e decessi di familiari.
La presidente Cassaniti auspica un cambiamento che parte dal basso
La presidente Cassaniti, così, evidenzia un ragguardevole obiettivo su prevenzione e sicurezza stradale. “Si intende sensibilizzare e promuovere erga omnes una classe di azioni e pensieri a supporto di un cambiamento cosiddetto bottom up. E dunque che parte dal basso. Un mutamento fondato su condivisione di valori e sinergia tra i vari attori territoriali – istituzioni, aziende, associazioni, cittadini – per essere ‘Tutti insieme per la Vita’.
È bene precisare che non sempre si fa buon uso della libertà. In realtà, l’uso responsabile della libertà non è tout court coincidente con la possibilità di fare qualunque cosa – uccidere, rubare, usare violenza, indifferenza, superficialità. E’ invece scelta etica, non destinata a distruggere ma a migliorare la civile convivenza. È importante essere consapevoli che, con le nostre azioni, qualifichiamo o squalifichiamo noi stessi e diveniamo conseguentemente le scelte che facciamo”.
Così, continua la presidente Cassaniti: “Non è più il tempo di una condivisione che si fermi alle pacche sulle spalle o a manifestazioni di parata. È il tempo del coraggio, della testimonianza: trasformare le parole in fatti, uscire dall’indifferenza e dalla superficialità, spendersi con dignità per sostenere il cambiamento, dopo aver scrutato il significato della realtà e di cosa ci stiamo a fare in questo mondo”.
Una panchina bianca in ricordo delle vittime a San Donà di Piave
Guardando l’altra faccia della medaglia, si scattano istantanee su eventi di commemorazione e ricordo. È il caso della “Panchina bianca”, in ricordo delle vittime a San Donà di Piave, inaugurata lo scorso 31 maggio 2024 (vie Mantegna e Giorgione), con la partecipazione di autorità civili, militari e religiose. In tal caso, la presidente Cassaniti immagina che partecipino anche le vittime sedute, per l’appunto, sulla panchina.
Si immagina persino un contrito commento di quelle vittime! La loro voce, ridotta al silenzio, affida a noi un messaggio: “non si onorano le vittime affidando solo al ricordo l’offesa arrecata alla loro vita. Noi vittime chiediamo che si rifletta sul sacrificio della nostra vita, perché non resti inutilizzato, ma promuova un cambiamento di mentalità e di cultura, facendo verità sulle cause e sulle responsabilità. Noi chiediamo di porre fine ai comportamenti trasgressivi e irresponsabili sulla strada. E nelle istituzioni alle omissioni o agli interventi inadeguati o effettuati dopo che le criticità, non risolte in tempo, abbiano tolto la vita ad una o a più persone”.
“Tra le tante vittime sulle strade di San Donà di Piave, ci siamo anche noi. Maria Chiara, 20 anni, Alessandro, 23 anni, l’8/1/2023, percorrendo una strada non illuminata, con asfalto fatiscente e segnaletica orizzontale inesistente, abbiamo impattato, a bassa velocità, contro un guardrail che, privo di terminali speciali, ha distrutto la nostra vita.
Gabriel di anni 19, il 26/2/2023, percorrevo con la Peugeot 208 una strada priva di strutture di contenimento. Sono morto affogato cadendo nel canale Grassaga.
Il 22/5/2023 in via Grassaga, in una strettoia con pericolosità mai segnalata, uno scontro frontale tra due auto, ha prodotto 5 feriti, tra cui due gravi”.
Zero vittime entro il 2050
Gli avvenimenti nefasti elencati devono scuotere e demandare ad un ascolto accorato. Serve far riecheggiare, presso le competenti sedi istituzionali, la responsabilità della sicurezza territoriale, in particolare laddove sussistano casi di pericolosità delle strade. Noi vittime ci riconosciamo nel messaggio dell’Aifvs aps: ‘Ricordare per cambiare’. E proponiamo a tutti voi, conducenti sulle strade, e/o responsabili del potere decisionale ed esecutivo nelle istituzioni, di attuare attorno a questa Panchina una presa d’atto, per porre fine alla stagnazione della strage. A tal fine, chiediamo aciascuno di fare la propria parte, perché non si continui sulle strade del territorio e delle nostre città ad incontrare la morte: riconoscere che l’arma letale sulla strada è la trasgressione delle norme alla guida; e, negli uffici, le omissioni e gli interventi inadeguati delle istituzioni; e di condividere l’obiettivo europeo ‘Zero Vittime’ entro il 2050”.
Infine, unitamente alla presa d’atto dei messaggi proferiti, si chiede di visitare il sito dell’Aifvs aps: www.vittimestrada.org . E di adempiere ad un impegno sociale, che risuona come dovere civico, apponendo la propria firma per fermare la strage stradale.
Luisa Trovato