Lo scorso anno la fondazione pontificia “Aiuto alla Chiesa che Soffre” ha donato più di 500mila euro a progetti per i rifugiati. Oltre il 100% in più rispetto al 2011.
Per quanto il principale compito della fondazione sia sostenere la pastorale della Chiesa in tutto il mondo, in oltre 65 anni di storia ACS non ha mai tralasciato l’aiuto ai rifugiati. Portando avanti l’opera iniziata nel 1947 dal suo fondatore, padre Werenfried van Straaten, con l’assistenza ai quattordici milioni di sfollati tedeschi in fuga dalla Germania Orientale.In Etiopia, Tunisia, Israele, Myanmar, sono diversi i progetti in favore di quanti sono costretti ad abbandonare la propria casa, senza alcuna distinzione di appartenenza religiosa. Con una particolare attenzione alla crisi in Siria. Qui ACS sostiene da diversi anni i rifugiati iracheni – che vivono in terribili condizioni – e lo scorso anno ha inviato i primi aiuti destinati agli oltre due milioni e mezzo di sfollati interni. Più di 230mila euro sono stati distribuiti tra le centinaia di famiglie rifugiate a Homs, Damasco, Aleppo e nella Valle dei Cristiani. Col passare dei mesi, l’aggravarsi della crisi ha spinto migliaia di siriani a cercare rifugio oltreconfine, soprattutto in Giordania, Turchia e Libano. La Fondazione pontificia ha sostenuto l’opera di accoglienza delle diocesi, delle congregazioni e delle realtà cristiane. Un contributo straordinario di 50mila euro è stato devoluto a Caritas Libano su richiesta del patriarca maronita, il neo-cardinale Bechara Boutros Rai.
Altri 80mila euro sono stati poi devoluti a sostegno dei rifugiati in Sudan e Sud Sudan. A causa dei terribili scontri, gli abitanti delle regioni frontaliere hanno abbandonato in massa le proprie case, mentre con l’indipendenza di Juba è aumentato l’esodo di cristiani dal Nord a maggioranza musulmana, che temono l’inizio di un’islamizzazione ancor più radicale. ACS – che nel 1986 ha creato il progetto scolastico «Save the Saveable» per promuovere l’istruzione dei bambini dei campi profughi di Khartoum – patrocina anche il programma educativo dei missionari comboniani per i piccoli sud sudanesi rifugiati al Cairo.Sempre nel continente africano, la Fondazione pontificia finanzia le iniziative della Chiesa etiope tese ad accogliere i migranti provenienti dal Sud Sudan e dalla Somalia. Anche l’Etiopia è terra di emigrazione: ogni anno 25mila giovani che abbandonano il Paese. Alla ricerca di un lavoro che possa sfamare le loro famiglie, tantissimi finiscono per essere preda dei trafficanti umani. Un dramma che la Chiesa cerca di scongiurare attraverso una costante opera di sensibilizzazione.
Infine da sottolineare l’impegno di ACS nella martoriata regione del Nord Kivu, nella Repubblica Democratica del Congo. Aiuto alla Chiesa che Soffre ha stanziato un contributo straordinario di 50mila euro in favore dei profughi che vivono in condizioni inimmaginabili attorno alla città di Goma, capoluogo della regione.
“Aiuto alla Chiesa che Soffre” (ACS), Fondazione di diritto pontificio fondata nel 1947 da padre Werenfried van Straaten, si contraddistingue come l’unica organizzazione che realizza progetti per sostenere la pastorale della Chiesa laddove essa è perseguitata o priva di mezzi per adempiere la sua missione. Nel 2011 ha raccolto oltre 82 milioni di euro nei 17 Paesi dove è presente con Sedi Nazionali e ha realizzato oltre 4.600 progetti in 145 nazioni.