Altarello è una piccola frazione del comune di Giarre, che è riuscita ad unire culture diverse in un’unica voce, quella della pace. Così nella parrocchia intitolata a “Maria SS. di Porto Salvo”, il parroco don Sostene Distefano, ha realizzato un incontro interreligioso con i rappresentanti di sette differenti fedi che hanno pregato, ognuno secondo le proprie tradizioni e riti, in favore della pace. L’idea è nata pensando alle origini arabe della Madonna di Porto Salvo. Da qui è partito lo stimolo di questo confronto.
La piccola frazione di Giarre è diventata per qualche ora “La piccola Assisi”. Così è stato chiamato l’evento, per ricordare il grande incontro voluto da San Giovanni Paolo II nel 1986 ad Assisi, in cui hanno partecipato decine di religioni diverse.
Il tema è stato scelto perché unisce tutti, è il desiderio comune delle religioni, di Dio e di tutti gli uomini.
C’era un atmosfera seria, di sacralità e di curiosità per i diversi modi di pregare. I vari rappresentanti religiosi si trovavano sopra il palco, tutti insieme, attendendo il proprio turno. Come se non esistesse nessuna diversità. Man mano si alzavano per parlare del proprio Dio, per innalzare nella propria lingua una preghiera, e per formulare dei pensieri sulla pace sotto gli occhi attenti dei presenti. Tra autorità del comune di Giarre, il vescovo Antonino Raspanti, professori, fedeli cattolici e non, e semplici curiosi. Un evento raro che ha suscitato l’interesse di chi ha saputo cogliere l’importanza e l’unicità di questo incontro.
Buddisti, induisti, islamici, ebrei, la comunità valdese e quella battista degli evangelici, ortodossi, cattolici. Sembrava che apparentemente ognuno di loro dovesse dire e fare qualcosa di totalmente opposto. Per i diversi riti, le diverse culture, le diverse lingue. Ma non è stato così. Tutti hanno espresso, ognuno nella propria lingua di origine, per poi essere tradotto, il proprio pensiero e la propria preghiera per il bene comune. Qualcuna perfino cantata, come quella buddista e induista. Quest’ultima iniziata con il tradizionale “Aum” o “Ommm”, che rappresenta il mantra sacro, un suono primordiale, un loro modo per ricordare Dio. Viene usato all’inizio e alla fine di ogni preghiera.
Le parole che hanno accomunato l’incontro, sono state “giustizia”, “rispetto”, “uguaglianza”.
Nel mondo c’è troppo male, ed è compito di ognuno di noi uomini rispettarci e rispettare la terra che ci è stata donata. Perché sotto gli occhi di Dio siamo tutti uguali.
Alla fine di ogni preghiera, veniva simbolicamente bruciato dell’incenso in un braciere posto ai piedi dell’altare. L’incontro è terminato con il lancio di una candida colomba bianca, in segno di pace.
Graziano Patanè