Altroconsumo / Inchiesta su 12 siti per la spesa online: poca trasparenza

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Altroconsumo, l’organizzazione di consumatori per l’informazione e la tutela dei consumatori stessi, ha condotto un interessante inchiesta sui principali siti per la spesa online. L’e-commerce è un servizio sempre più diffuso e consolidato, ma non sempre consente ai consumatori di avere tutte le informazioni di legge sui prodotti alimentari che si va ad acquistare. Altroconsumo ha indagato e ha riscontrato numerose violazioni della normativa europea che riguarda gli acquisti online.

Altroconsumo / Inchiesta su 12 siti per la spesa online

Dal 2011 un Regolamento Europeo stabilisce che le informazioni specifiche fornite ai consumatori sui siti di vendita online debbano essere equiparabili alle informazioni presenti sulle etichette alimentari dei prodotti venduti nei negozi fisici. Informazioni che si rivelano indispensabili per un consumo più consapevole e sicuramente utili per portare avanti un’alimentazione corretta. L’inchiesta di Altroconsumo ha preso in considerazione 12 piattaforme di vendita online suddivise tra supermercati, discount, siti di e-commerce e app di consegna a domicilio.

Tra queste: Carrefour, Conad, Coop, Esselunga, Eurospin, Amazon/Amazon Unes, Cortilia, Eataly, Everli, app e sito Deliveroo, app Getir e app e sito Glovo. Ha quindi monitorato 418 prodotti alimentari appartenenti a sette diverse categorie. Oltre alla presenza delle informazioni di legge, sono stati ricercati altri aspetti utili, come la presenza sul sito di foto delle confezioni o le indicazioni sulla durata del prodotto. I risultati raccolti da Altroconsumo dimostrano che non tutti i siti offrono un buon grado di informazione.

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Altroconsumo / I risultati dell’inchiesta: poca trasparenza

Dall’indagine è emerso che i siti più rispettosi del regolamento sono quelli dei supermercati e quello del discount Eurospin. Anche la piattaforma Cortilia e l’app di food delivery Getir si sono dimostrate attente nel riportare online le informazioni obbligatorie per legge. Non altrettanto può dirsi, invece, per altri siti e app: nel caso di Amazon Unes, le informazioni sono disomogenee e disordinate, al punto da mettere in difficoltà il consumatore invece di orientarlo.

Anche le app di food delivery, ovvero Glovo e Deliveroo, non riportano le informazioni minime richieste dalla normativa. Molte piattaforme riducono la loro comunicazione sugli alimenti alle foto delle confezioni dei prodotti, che però non sempre garantiscono le informazioni necessarie. Altroconsumo ha poi prontamente segnalato le numerose violazioni emerse al Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf) affinché siano presi i necessari provvedimenti.

Mariachiara Caccamo

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