Riportiamo di seguito il decalogo di Don Orazio Tornabene, direttore della Caritas della Diocesi di Acireale, per il Tempo del Creato. Nel decalogo vengono dati dei consigli per vivere al meglio sul nostro pianeta evitando di danneggiarlo irreparabilmente e di esaurirne le risorse.
Don Orazio Tornabene / Tempo del Creato: le parole del Papa
Ieri, 1 settembre, Giornata Mondiale di preghiera per la Cura del Creato, ha preso avvio il TEMPO DEL CREATO, che si concluderà il 4 ottobre, festa di San Francesco d’Assisi, il santo che lodò la bellezza delle creazione per esaltare il suo Creatore, come del resto la tradizione del Salterio ci insegna.
In questo tempo le comunità dei credenti sono invitate a riscoprire la responsabilità nell’ascoltare e nel prendersi cura del grido che sale dalla casa comune e da tutti i suoi abitanti. Fede è responsabilità nei confronti di Dio, dei fratelli e della creazione tutta. Dacché «il mondo è qualcosa di più che un problema da risolvere, è un mistero gaudioso che contempliamo nella letizia e nella lode» (LS, 12).
Il Papa, da tempo sensibile al tema climatico, ci ricorda che «i cambiamenti climatici sono un problema globale con gravi implicazioni ambientali, sociali, economiche, distributive e politiche, e costituiscono una delle principali sfide attuali per l’umanità […]. È tragico l’aumento dei migranti che fuggono la miseria aggravata dal degrado ambientale, i quali non sono riconosciuti come rifugiati nelle convenzioni internazionali e portano il peso della propria vita abbandonata senza alcuna tutela normativa. Purtroppo c’è una generale indifferenza di fronte a queste tragedie, che accadono tuttora in diverse parti del mondo. La mancanza di reazioni di fronte a questi drammi dei nostri fratelli e sorelle è un segno della perdita di quel senso di responsabilità per i nostri simili su cui si fonda ogni società civile» (LS, 25).
Tornabene: Decalogo Tempo del Creato / Non possiamo più ignorare il problema
Siamo giunti in un tempo in cui la terra non può essere considerata solo come oggetto da sfruttare, perché esaurire il creato significa portare ad estreme conseguenze la convivenza, significa sconvolgere gli ecosistemi. Sarebbe bene ritornare ad avere alcune piccole attenzioni quotidiane, così come ci insegnarono i nostri nonni, per prenderci cura del prossimo in senso ampio.
Di seguito un semplice decalogo:
- Spegnere le luci di casa quando non sono necessarie.
- Minimizzare il consumo di acqua, chiudendo i rubinetti quando non serve l’acqua; mentre ci stiamo insaponando sotto la doccia o lavando i denti non è necessario che l’acqua scorra. Recuperare l’acqua per abbeverare le piante.
- Utilizzare piatti e bicchieri compostabili.
- Cucinare solo quello che si riesce a mangiare ed evitare così gli sprechi.
- Limitare l’utilizzo di macchine, moto e bici elettriche solo quando è indispensabile. Se non collegati, preferire posteggiare il mezzo e camminare a piedi.
- Usare mezzi di trasporto comune.
- Differenziare i rifiuti.
- Recuperare oggetti rotti o fuori uso.
- Utilizzare al minimo, per quanto possibile, gli elettrodomestici, i condizionatori, i ventilatori, qualche comfort elettrico.
- Evitare l’uso di carta, preferendo le applicazioni digitali.
Don Orazio Tornabene