Ambiente / Cool Roof France trasforma gli scarti delle ostriche in vernice

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Cool Roof France è un’azienda impegnata per l’ambiente, che trasforma gli scarti delle ostriche in un’ottima vernice termo-riflettente. Il “cool roof”, letteralmente “tetto fresco”, è una tecnica che prevede l’impermeabilizzazione ed un’elevata capacità di riflettere l’irradiazione solare incidente, riuscendo a mantenere delle ridotte temperature superficiali dei tetti, anche in caso di intenso irraggiamento solare. Questa tecnica viene utilizzata soprattutto nei paesi del Mediterraneo e del Sud America, abituati a temperature elevate, ma è anche ampiamente sviluppata negli Stati Uniti. Potrebbe sembrare semplicemente “antica”, ma invece ha delle caratteristiche di grandissima innovazione.

Dipingere i tetti di bianco, infatti, consente di mantenere freschi gli edifici, abbattendo notevolmente anche i costi energetici e ambientali. Le ondate di calore continuano a bruciare l’Europa, e, sebbene l’aria condizionata si riveli spesso efficace, dà un contributo ulteriore alla crisi climatica. Invece, il secolare cool roof è in grado di ridurre le emissioni di gas serra, sia quelle dirette dei sistemi di raffreddamento (causate dagli alocarburi presenti nei gas refrigeranti), sia quelle indirette dovute alla produzione di energia elettrica richiesta dai condizionatori.

Ambiente / Cool Roof France trasforma gli scarti: come funziona la vernice alle ostriche?

La vernice tradizionale è composta da calcio, solvente e acqua. Ma Cool Roof France è riuscita a trovare una soluzione per la composizione di una vernice altamente sostenibile, che abbatte anche gli sprechi. In Francia, infatti, ogni anno si gettano più di 130.000 tonnellate di gusci di ostriche. Il CRF prende alcune tonnellate di questi rifiuti, sostituendo la parte esterna del guscio che è composta da calcio, al calcio tradizionale nella sua vernice. Ma non si tratta solo di una questione etica. Il team di scienziati di CRF ha infatti notato come in realtà il guscio d’ostrica massimizzi le prestazioni della vernice e la rende più durevole, con dei notevoli vantaggi qualitativi per il prodotto dell’azienda.

Questa vernice termo-riflettente viene applicata su tre strati. I primi due strati la rendono in grado di durare anche 20 anni, mentre il terzo garantisce una riflessione pari al 90% dei raggi solari. Questa eccezionale proprietà, in termini concreti, si traduce in un decremento della temperatura degli edifici che si aggira mediamente intorno ai sei-sette gradi Celsius. In Francia, l’azienda ha verniciato il tetto di un’unità di gestione dei cani da fiuto, la cui temperatura si è ridotta di addirittura 10 gradi Celsius.

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Ambiente / Cool Roof France trasforma gli scarti delle ostriche in vernice: le origini dell’idea

Nel territorio francese vi è una larghissima parte di edifici commerciali e industriali che è coperta da tetti scuri. Questo favorisce l’accumulo di calore soprattutto durante l’estate. Inoltre le città possono surriscaldarsi per via degli edifici alti e delle grandi quantità di asfalto. Dunque, raffreddare i palazzi più grandi, contribuisce alla diminuzione della temperatura complessiva di un’intera città. Da questo contesto nasce l’interesse per la tematica del fondatore di Cool Roof France, Frédéric Lachèvre, che nel 2013 ha dato il via al progetto insieme a Ronan Caradec, esperto di energia e Roland Soun, esperto di refrigerazione.

“Di solito le aziende utilizzano l’aria condizionata, significa che se abbassiamo la temperatura, riusciamo a ridurre l’uso dell’aria condizionata. Riducendo l’utilizzo, diminuiamo anche il consumo energetico dell’aria condizionata” afferma Julien Martin-Cocher, Deputy CEO di Cool Roof France, spiegando come il raffreddamento passivo degli edifici sia una soluzione economica e sostenibile. E aggiunge: “Ciò significa che quando la temperatura è di sei o sette gradi in meno, riusciamo a dimostrare che il consumo di energia si riduce del 30-50%, il che è enorme”.

                                                                                   Maria Maddalena La Ferla

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