“Non tutte le discussioni dottrinali, morali o pastorali devono essere risolte con interventi del magistero”. Comincia con questa raccomandazione l’Esortazione apostolica postsinodale “Amoris Laetitia” – firmata il 19 marzo ma pubblicata oggi -, indirizzata dal Papa “ai vescovi, ai presbiteri e ai diaconi, alle persone consacrate, agli sposi cristiani e a tutti i fedeli laici sull’amore nella famiglia”.
“Nella Chiesa è necessaria una unità di dottrina e di prassi, ma ciò non impedisce che esistano diversi modi di interpretare alcuni aspetti della dottrina o alcune conseguenze che da essa derivano”, precisa il Papa nel documento – 325 paragrafi articolati in nove capitoli – in cui definisce “un prezioso poliedro”, che va conservato, il contributo offerto dai padri sinodali nei due anni di cammino del Sinodo. E proprio le due “Relatio Synodi” del 2014 e del 2015, insieme alle 28 catechesi del mercoledì nel periodo intersinodale, sono i testi maggiormente citati da Francesco, insieme agli interventi dei suoi predecessori – san Giovanni Paolo VI, Paolo VI e Benedetto XVI – in testi basilari per la pastorale familiare come la “Familiaris consortio” e l’“Humane vitae”. Già nei sette paragrafi introduttivi, il Papa sgombra il campo da aspettative incongrue: “I dibattiti che si trovano nei mezzi di comunicazione o nelle pubblicazioni e perfino tra i ministri della Ciesa vanno da un desiderio sfrenato di cambiare tutto senza sufficiente riflessione o fondamento, all’atteggiamento che pretende di risolvere tutto applicando normative generali e traendo conclusioni eccessive da alcune riflessioni teologiche”. Nell’Anno del Giubileo, l’“Amoris Laetitia” vuole essere “una proposta per le famiglie cristiane, che le stimoli a stimare i doni del matrimonio e della famiglia, e a mantenere un amore forte e pieno di valori quali la generosità, l’impegno, la fedeltà e la pazienza”, in modo da “incoraggiare tutti ad essere segni di misericordia e di vicinanza lì dove la vita familiare non si realizza perfettamente o non si svolge con pace e gioia”. “Tenere i piedi per terra”, lo spirito del documento, in cui in cui si ricordano “alcuni elementi essenziali dell’insegnamento della Chiesa circa il matrimonio e la famiglia” e si indicano “alcune vie pastorali” per “costruire famiglie solide e feconde secondo il piano di Dio”. Al centro, “un invito alla misericordia e al discernimento pastorale davanti a situazioni che non rispondono pienamente a quello che il Signore ci propone”. “Prendersi cura delle famiglia”, l’orientamento di fondo, perché le famiglie “non sono un problema, sono principalmente un’opportunità”.
Fonte: Sir