Cultura a Randazzo / Una sera d’estate a Feudo Vagliasindi con Giuseppe Manfridi e la sua “Anatomia della gaffe”

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È un’incantevole sera d’estate, il sole è tramontato e siamo a bordo piscina in una villa più che maestosa della nostra zona etnea, Feudo Vagliasindi, trasformata dai fratelli Vassallo, Corrado e Paolo, in un meraviglioso Hotel di Charme.

anatomia-della-gaffeE qui, oltre a godere della serenità del paesaggio – viti al calar del sole – e di ottimo cibo siciliano, i due fratelli Vassallo, aperti al bello in ogni senso, ci offrono la possibilità di parlare di cultura e di… gaffe! E con un piccolo brivido mi domando: chi di noi può affermare di non aver mai preso parte ad una gaffe? Temo di conoscere già la risposta… In quel momento Giuseppe Manfridi inizia a parlare: “Quale meccanismo perverso ci trasforma in elefanti in una cristalleria?” Indubbiamente questa è la domanda che ha portato lo scrittore a riflettere, studiare ed analizzare nel suo libro (Anatomia della gaffe, Edizioni La Lepre) ogni risvolto della gaffe. La gaffe viene percepita come una forma di vita a sé stante, esterna tanto a chi la commette quanto a chi la subisce. E, mentre lo scrittore continua a parlare strappandoci sane risate, io mi chiedo ciò che a fine serata chiederò a lui:  Come nasce un’idea così originale, a chi sarebbe venuto in mente un libro che analizzi in questo modo la gaffe?
“Il libro nasce dalla mia pratica di drammaturgo – risponde Manfridi – che mi ha portato e mi porta a lavorare molto con i dialoghi. Ne ho scritti un’infinità, ma, soprattutto, i dialoghi tendo costantemente a captarli e memorizzarli. E pure, quasi d’istinto, ad analizzarli. In questo senso, un dialogo è come una rete in cui vezzi comportamentali, tic e fraintendimenti restano impigliati quasi per conseguenza logica. E dunque anche la gaffe. Ritengo che le gaffe possano prodursi solo in culture linguisticamente evolute, come la nostra e che non siano solo appannaggio di un cotè mondano.
“Poi mi affascina proprio il microcosmo drammaturgico della gaffe, provvisto com’è di un suo ben preciso elenco di dramatis personae: dal gaffeur, alla vittima della gaffe, al testimonio”.
– Questo libro diventerà parte di una trilogia: i titoli degli altri due libri quali saranno?
“Anni fa scrissi un ‘quadernetto sulla gaffe’ pubblicato da Gremese, ma ora, per La Lepre, ho provveduto ad una versione molto più ampliata e organica del libro. In qualche modo ho cercato di farne venir fuori l’aspetto ‘filosofico’. Da cui il progetto appunto di un trittico sul linguaggio che prevede una ‘Anatomia del colpo di scena’ (già scritto e che verrà pubblicato nel 2017) e una ‘Anatomia della conversazione’ ancora da scrivere”.
– Qualche cenno sulla tua formazione e carriera?
“Produco drammaturgia da quando avevo vent’anni, solo dopo i quaranta ho scritto alcuni romanzi, per il cinema ho scritto varie sceneggiature, quella che più mi sta a cuore è la sceneggiatura di “Ultrà” (regia di Ricky Tognazzi e Orso d’argento a Berlino nel 1991). Quest’anno ho qualche impegno come attore in testi non miei”.
E allora desidererei poter partecipare anche a qualche spettacolo teatrale… e con questa speranza mi avvio verso il secondo momento della serata: musica… con Francois e Fabio Finocchiaro… e qui verrebbe proprio voglia di ballare, perché i due sono proprio bravi, ma di loro racconterò a breve… in uno spazio solo per loro!

Alessandra Distefano

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