Era da poco passata la mezzanotte del 22 Ottobre, che dava il via all’ultima settimana di ora legale, quando siamo stati svegliati dal torpore provocato da nove ore di viaggio. Il pullman proveniente da Salerno aveva varcato la porta del casello di Acireale: eravamo di nuovo a casa. Ed allora subito giù, dopo aver salutato con abbracci e pacche sulle spalle, chi ancora doveva proseguire per raggiungere la propria residenza. Il cielo era terso, cosparso da una miriade di stelle, come solo a quell’ora si può ammirare, ma l’aria era piuttosto pungente: le auto erano nascoste da una spessa coltre di umidità.
Ma perché quel rientro insolito? Perché da Salerno? Cosa era successo?
Partiamo dall’inizio.
Il MASCI (Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani) aveva organizzato per i giorni dal 19 al 21 Ottobre un incontro nazionale a Salerno sul tema “Piazze Trivi e Quadrivi – Abitare la città dell’uomo -“. La piazza, l’antica “Agorà”, dove il popolo si incontrava, dibatteva e partecipava alla vita comune. I Trivi ed i Quadrivi, i luoghi ove si affacciavano le botteghe e le scuole, fonte del sapere, luogo di apprendimento. Il tutto, supporto per “abitare la città dell’uomo”, di un uomo partecipe e protagonista della vita sociale che lo coinvolge e lo ingloba. In tanti avevamo risposto all’appello. Tutte le regioni erano rappresentate; dalla Sicilia eravamo in 75 su 700 partecipanti: una bella percentuale cui ha contribuito anche Acireale con 8 presenze.
Al rientro tutti eravamo stanchi ma ognuno, in cuor suo, era contento di aver partecipato, “io c’ero”. L’impegno era stato di tutti, dagli organizzatori della Campania, ai singoli adulti scout di ogni regione, presenti o meno a Salerno. La Sicilia, infatti, si è presentata con un testo dell’acese Nino Leotta: una filastrocca sui dissesti, sugli abusi, sulla fratellanza che è stata recitata, cantata e ballata da uomini e donne in costume siciliano venuti a Salerno da ogni parte della Sicilia.
“Noi donne e uomini che sperimentiamo lo smarrimento e l’inquietudine dell’oggi e che, tuttavia, crediamo possibile operare scelte capaci di segnare in modo decisivo il quotidiano di tutti e orientare la società intera alla condivisione dei beni comuni, a cominciare dal lavoro, dalla conoscenza e dalla pace, siamo pronti a mettere a disposizione il nostro impegno, il nostro vissuto, le nostre speranze”, dice il messaggio che a conclusione dell’incontro è stato lanciato verso l’alto all’Italia, alla Chiesa e al Mondo.
“Mettere a disposizione il nostro impegno”, dice il messaggio. E di impegno ne è stato messo tanto, sia da parte degli organizzatori campani, sia da parte dei partecipanti, da farci dimenticare i pochi inconvenienti, i pochi disagi che si sono verificati e che, forse, con un pizzico di buona volontà si sarebbero potuti evitare. Ma non tutte le ciambelle riescono col buco. E bisogna accontentarsi.
Non a caso, scrive nel suo messaggio di benvenuto il presidente nazionale, Riccardo Della Rocca, “Il MASCI ha come vocazione proprio «l’educazione degli adulti»; questo è il servizio che intende offrire alle donne e agli uomini del nostro tempo. Gli Adulti Scout sono consapevoli di non potere restare indifferenti di fronte ai dolori ed alle speranze del mondo contemporaneo, di dovere rispondere al grido di dolore che giunge dai più poveri ed emarginati, sono quindi impegnati ad entrare responsabilmente nelle vicende della storia come modo adulto di vivere la vocazione di servizio. L’impegno sarà quindi quello di fornire a tutti gli adulti che guardano alla nostra esperienza ed alla Chiesa italiana, delle Tracce sulle quali camminare e sulle quali confrontarsi, aprendoci alle risorse esterne per diventare noi stessi «risorsa» disponibile. Queste sono Tracce non Tavole della Legge, ma rappresentano comunque la sintesi del patrimonio accumulato nel corso della nostra storia, rappresentano la nostra identità di oggi da portare all’incontro con l’altro”.
Insomma, per concludere il racconto, dobbiamo dire che non si è trattato solo di un incontro per “giocare il gioco”, bensì di un impegno sociale per giocare il gioco della vita per lasciare il mondo un po’ migliore perché come dice la filastrocca di Nino Leotta “la storia è maestra della vita… che sicuramente ci farà pensare”.
Quel brusco risveglio sul pullman, dunque, è servito tanto; la fatica non è stata vana!
Pippo Sorrentino