Anniversario / Da 50 anni sacerdote mons. Alfio Donzuso, esemplare ministero nella diocesi acese

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Il prossimo 15 marzo si compiranno cinquant’anni dell’ordinazione sacerdotale di mons. Alfio Donzuso, direttore emerito dell’OASI Maria SS.ma Assunta di Aci S. Antonio. E’ un Padre-Donzuso-webmomento significativo per la vita del festeggiato ma lo è anche per l’intera Diocesi di Acireale che ha beneficiato dell’esemplare ministero sacerdotale di mons. Donzuso a cui non si sarà mai abbastanza grati.

Quelli della mia generazione hanno avuto il singolare privilegio di avere mons. Donzuso loro vice-rettore in Seminario. Una presenza discreta, umile, nascosta, ma efficace. Egli ci ha parlato poco con la parola, ma ci ha insegnato tanto con l’esempio, non è stato “maestro”, ma “testimone”, ecco perché a distanza di anni lo ricordiamo con affetto, edificati della sua vita e grati per aver avuto la singolare opportunità di avere accanto, negli anni esaltanti, ma nel contempo difficili, della formazione, una esemplare figura sacerdotale.

Il sogno più bello di Padre Donzuso (che fatica chiamarlo Monsignore, proprio lui così lontano da titoli e privilegi!) era quello di diventare parroco e, a seguito della morte del compianto mons. Concetto Lanzafame, gli fu affidata la parrocchia San Giovanni Evangelista di Acireale. L’esperienza – purtroppo – durò poco, perché nel 1991 – a seguito della tragica e improvvisa morte del can. Giovanni Licciardello – dopo una consultazione al clero voluta da mons. Malandrino, egli fu chiamato alla direzione dell’OASI “Maria SS.ma Assunta” di Aci Sant’Antonio.

L’OASI, nata dalla lungimirante idea di mons. Michele Cosentino, è la casa, pensata e voluta, per il clero che, concluso il ministero sacerdotale “attivo”, trova in essa un luogo, un rifugio, una famiglia, un’oasi di serenità, dove poter percorrere l’ultimo tratto della propria vita. E’ la casa della “gratitudine” verso i tanti fedeli ministri del Vangelo e dei Sacramenti, che hanno edificato le loro comunità cristiane con l’esercizio del ministero sacerdotale. Dirigere questa casa non è cosa facile, più che tecniche “manageriali”, occorre spirito di sacrificio, abnegazione e santità di vita. Lo stesso mons. Cosentino nei suoi appunti, fedelmente riportati dal can. Salvatore Arcifa nella monumentale opera “Il cuore dilatato”, così scriveva: “ … umanamente può apparire che la lampada resti sotto il moggio o che resti ristretto e limitato il campo di apostolato mentre i talenti di Dio possono essere trafficati con maggior rendimento nella Chiesa”. Mons. Donzuso non si è posto questo problema, ha capito che il Signore lo chiamava a spendere il suo sacerdozio a servizio di altri confratelli, anziani, infermi, malati e con slancio e passione lo ha fatto, giorno dopo giorno, nella donazione totale. Accogliente verso tutti, con un servizio totale e disponibie (talvolta diremmo anche in maniera esagerata), pronto a soddisfare le esigenze, disponibile a sostituire chiunque, a rinunciare perfino al sonno pur di assistere un ospite bisognoso di conforto, assistenza e compagnia. Nel contempo è stato punto di riferimento per il Presbiterio diocesano come confessore o per la direzione spirituale. Non si è mai tirato indietro dinanzi alla richieste, non ha mai anteposto nulla di personale (minando talvolta seriamente la propria salute) di fronte alle esigenze della casa e degli ospiti.

So che quanto ho scritto risulterà alquanto fastidioso a mons. Donzuso, ma non si può tacere dinanzi a cotanto esempio. Se facciamo silenzio – direbbe Gesù – “grideranno le pietre”! Pertanto, salutiamo e festeggiamo con gioia il giubileo sacerdotale di mons. Donzuso. Insieme con Lui ringraziamo il Padre per il dono del sacerdozio e ringraziamo lui per averlo accolto e vissuto in maniera esemplare. Ad multos annos!

Don Roberto Strano

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