Anonymous / Hacker o nuovi eroi dietro gli attacchi informatici?

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anonymous immagine del gruppo

Chi si cela dietro la sigla di Anonymous? Con quale intento questo gruppo anonimo di hacker agisce? Dopo le minacce a Putin, continua la cyber-guerra a loro. Perchè stanno attaccando in modo costante la Russia? Chi vi lavora? Esiste per loro un codice etico che ne guida qualche gesto a tratti eroico o per lo meno una qualche deontologia operativa?

Anonymous: Chi sono

Noi siamo Anonymous, noi siamo Legione, noi non perdoniamo, noi non dimentichiamo, aspettateci”. Anonymous si presenta come una struttura di tipo collettivo informale e decentralizzata. Non c’è un organigramma, non ci sono riferimenti precisi né tantomeno leader. Chiunque può farne parte, purché condivida i principi che hanno ispirato la sua azione. Alcuni lavorano in modo indipendente, mentre altri si uniscono in piccoli gruppi per portare avanti campagne specifiche. Chi vi lavora, si organizza grazie ad appelli promossi da varie fonti come il web e il dark web. E’ possibile che ciascuno dei soggetti facenti parte del gruppo (indicati in gergo con il nome di “anons”) inviti altri membri ad entrare in un gruppo di chat e discutere ulteriormente l’idea.

Anonymous: storia di una nuova “coscienza cosmica”

Anonymous è la prima coscienza cosmica basata su Internet, è un gruppo, nello stesso senso in cui uno stormo di uccelli è un gruppo. Come si fa a sapere che è un gruppo? Perché viaggiano nella stessa direzione. In qualsiasi momento, più uccelli possono unirsi, lasciare lo stormo o staccarsi completamente verso un’altra direzione”. ll movimento, nato nel 2003, si ispira alla pratica della pubblicazione anonima di immagini e commenti sul web. Vi è una difficoltà nel definire con esattezza il significato del termine “Anonymous”. Spesso si spiega tramite aggettivi che ne descrivono le qualità attraverso azioni come hacktivism (Hacktivismo) e vigilantism (Vigilantismo), ma è nel 2008 che Anonymous fa la sua apparizione, con un video Message to Scientology. Si trattava di un breve filmato, dove l’attivista Gregg Housh ammoniva la chiesa di Scientology, accusata di aver tentato di censurare la rete.

Anonymous: dal 2010 ad oggi

Gli Anonymous nel 2010 entrarono di nuovo in campo, con “Operazione Payback” (operazione resa dei conti) lanciando dei DDoS (malfunzionamenti dovuti ad un attacco informatico) contro i siti di alcune grandi aziende americane. Nel 2011 scesero di nuovo in campo, questa volta compiendo “buone azioni”. Lo fece durante la primavera araba con l’operazione “BART”, che guadagnò per loro l’appoggio della stampa e dell’opinione pubblica. Non erano a quel punto “la macchina dell’odio” di internet, bensì i “freedom fighters” dell’era digitale. Nel 2012 Anonymous era ormai diventata un’entità famosa. Il Time la includeva nella lista delle “persone” più influenti dell’anno. D’altra parte le proteste del gruppo erano ormai incentrate più su temi di giustizia, soprattuto femminismo.

La “guerra” alla Russia dei “cyber-paladini” 

Nel 2014 Anonymous ruba gli account Twitter del Ku Klux Klan e rivela le identità dei suoi membri nella zona di St. Louis, nel Missouri. Un avvertimento nei confronti dei suprematisti bianchi del Klan, che avevano minacciato di usare la “forza letale” nei confronti di chi avesse manifestato per ottenere la condanna di Darren Wilson. Anonymous durante gli anni ha colpito in italia, oscurando il sito del SAP (Sindacato Autonomo di Polizia) e “vendicando” l’assoluzione dei poliziotti responsabili dell’uccisione in carcere di Stefano Cucchi. Il 27 febbraio, il gruppo dichiara guerra alla Russia pubblicando un video su twitter. “Signor Putin – recitano – i membri di Anonymous dichiarano guerra cibernetica al tuo regime aggressivo. I tuoi segreti non sono più al sicuro ed è probabile che componenti vitali delle infrastrutture possano essere sabotate”.

Un codice etico?

Non ci sono obiettivi specifici, ma Anonymous ha comunque dei principi che ispirano la sua azione, come la libertà di parola e di espressione, il contrasto contro la censura e l’anti-oppressione. Ed è proprio per questo che Anonymous ha iniziato una guerra hackerando le tv nazionali, per permettere ai cittadini russi di vedere gli orrori della guerra che sta conducendo il presidente della Russia, Vladimir Putin. L’attacco di Anonymous si caratterizza come una vera e propria chiamata alle armi. Una sorta di “hacker di tutto il mondo, unitevi”: “prendete di mira la Russia nel nome di Anonymous”.

Dalla parte di chi sta Anonymous?

É proprio vero che contro di loro Putin non può vincere? Sin dall’inizio si ponderava l’idea di una gurerra sul web, a colpi di click. Dato il codice seguito dagli Anonymous, non stupisce nemmeno il coinvolgimento degli hacktivisti più famosi al mondo. Per quanto riguarda l’azione del collettivo, chi al momento non starebbe dalla parte di questi “Zorro” formato hacker? Certo, non possiamo dimenticare che il gruppo agisce commettendo una serie di reati che non saremmo così ben disposti a tollerare. Oggi l’azione di resistenza e di attacco contro Putin è considerata sacrosanta, ma domani chi metteranno nel mirino gli Anonymous? Potrebbero esserci nel mirino anche meritorie organizzazioni, per motivi ancora oggi sconosciuti? Intanto, l’unica certezza tra gli internauti sembra essere: avanti ragazzi, buttatelo giù!

Verdiana Savoca